Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Regioni ogm-libere: la democrazia dal basso

Regioni ogm-libere: la democrazia dal basso

di Emiliano Angelelli - 10/04/2007

gmo-free-regionsMi sto ancora degustando con piacere la buona notizia della settimana scorsa, con il Parlamento europeo che si è opposto alla decisione della Commissione di introdurre uno soglia dello 0,9% di ogm nei prodotti biologici, propendendo invece per una più accettabile soglia tecnica dello 0,1%. Ora, non rimane che attendere gli sviluppi definitivi della vicenda, anche se la decisione del Parlamento di rimandare in Commissione Agricoltura il testo della proposta, rivendicando il proprio ruolo di co-decisione nella faccenda, fa ben sperare. E in vista di conoscere il futuro dell'agricoltura biologica c'è un altro appuntamento internazionale che ci aspetta al varco: si tratta della terza Conferenza internazionale sulle regioni libere da ogm, la biodiversità e lo sviluppo rurale, che si svolgerà a Bruxelles il 19 e il 20 aprile prossimi.

Nella capitale belga si riuniranno infatti, tutti i rappresentanti dei governi regionali e dei comuni dichiaratisi liberi da ogm, oltre che gli agricoltori, i consumatori, le organizzazioni ambientaliste e quelle che operano a favore di un'agricoltura priva di organismi transgenici. Il primo giorno della conferenza si svolgerà proprio presso il Parlamento europeo e nel corso della due giorni si parlerà di libero accesso ai semi, della situazione legislativa conseguente alla revoca della moratoria sugli ogm nell'Unione europea, di biodiversità e sviluppo rurale, e dell'anomala situazione relativa ai mangimi. Un appuntamento estremamente importante che vede l'Italia in prima linea a difesa delle proprie colture. Nel nostro Paese infatti, si contano ben 16 regioni ogm-free e circa 1800 comuni; un dato di estrema compattezza, riscontrabile solo in pochi altri paesi europei (Francia, Austria, Grecia e Polonia) e che risulta comprensibile solo se si tiene in considerazione il valore che riveste in Italia la produzione agricola di qualità e in particolare quella biologica, nella quale possiamo vantare il primo posto assoluto tra i produttori europei e il quarto a livello mondiale.

Si tratterà sicuramente di un momento fondamentale, dove potranno convergere e consolidarsi le istanze di tutte quelle realtà che si sono battute e si battono ancora per un'agricoltura biologica (ma non solo) libera da contaminazioni pericolose. Un appuntamento nel corso del quale saranno proprio le voci di coloro che sono più vicini alla volontà della gente a farsi sentire, per ribadire l'importanza di difendere il Protocollo di Cartagena sulla biosicurezza e l'estraneità di una gran parte dei cittadini e delle istituzioni locali nei confronti degli interessi della grande industria agrochimica, che prepotentemente nel corso degli anni ha cercato di introdursi nei mercati, con dosi sempre più massicce di ogm.

In questo contesto le regioni ogm-free rappresentano uno dei tanti tasselli che hanno reso possibile la vittoria della settimana scorsa in Parlamento Europeo, e che proprio nella partecipazione popolare e nella mobilitazione hanno trovato la propria forza propulsiva e allo stesso modo aggregante. Sono le realtà locali infatti, che devono fare muro contro i grandi interessi centralizzati - di cui l'agrochimica è solo un esempio -, per diventare portavoce di un nuovo modo di intendere la partecipazione politica, opponendosi così alle grandi "lobby" e facendo sentire il peso determinante di una nuova democrazia dal basso. Una democrazia fatta di tante piccole realtà, ma che insieme hanno dimostrato quanto sia possibile e allo stesso tempo necessario, unirsi per combattere e alzare la voce.