Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Dâr Fûr (III e IV)

Dâr Fûr (III e IV)

di Miguel Martinez - 15/04/2007

Ciò che conta non è esattamente ciò che i media dicono: pochi li ascoltano con reale attenzione.

Ciò che conta, invece, è quello che i media lasciano sedimentare con titoli, immagini e tono di voce.

Il Sedimento del Medio Occidentale dice questo: in Darfur, c'è una guerra degli integralisti islamici arabi contro i neri.

Dal Sedimento sorge la Deduzione, che l'Occidentale Medio fa in testa sua. La Deduzione si costruisce, infatti, con frammenti di altri titoli, altre immagini e altre insinuazioni; il Sedimento, insomma, si mescola al Sedimento.

La Deduzione dell'Occidentale Medio dice, gli "integralisti islamici arabi" sono degli ideologi, gente che legge libri che dicono loro di conquistare il mondo.

E le vittime degli integralisti islamici devono per forza essere dei non musulmani, quindi probabilmente dei cristiani. Cioè, persone come noi.

Milioni di persone in tutto il mondo ragionano come questo tale, che scrive su un forum della RAI:

"La vera disgrazia del Darfur è il non avere nè pozzi petroliferi nè altre fonti di materie prime.

Ne avesse avuti, a quest'ora bush avrebbe già inviato in Sudan un paio di divisioni corazzate e la bandiera a stelle e strisce sventolerebbe già su Karthoum, come sventola su Bagdad.

Ma in Darfur non c'è petrolio, non ci sono miniere, c'è solo savana arida e polverosa.

E così bush volta la testa dall'altra parte e fa finta di non vedere le bande degli estremisti islamici che massacrano i cristiani."

L'uso antipatico del nome del cattivo di turno (Bush), la "bandiera a stelle e strisce", la certezza di aver capito tutto, la spiegazione universale basata sul "petrolio", gli errori ortografici nella scrittura delle capitali arabe, l'idea che la storia sia solo ciò che ne fa l'Occidente: tutto il peggio del sublinguaggio della sinistra, insomma, tolto dalla pattumeria e riciclato per fini opposti. La solita storia, insomma, del complesso di inferiorità della destra.

Come tante spiegazioni "di sinistra" (inteso come metodo), anche questa è sbagliata: il petrolio nel Darfur c'è, e ovviamente ci sono persone che spiegano tutto con la sua presenza.

Ma quella storia degli "estremisti islamici che massacrano i cristiani"? E' solo una roba alla Maga Lisistrata?

 Vediamo cosa dice il sito ufficioso dei servizi italiani:

"Dopo mesi di incertezze dovute alla volontà di no turbare il timido riavvicinamento del Sudan all’Occidente, gli Stati Uniti hanno denunciato il sostegno diretto delle forze regolari di Khartum ai miliziani Janjaweed, guerriglieri islamici responsabili dell’espulsione di oltre un milione di neri cristiani oltre i confini occidentali con il Ciad e dell’uccisione di almeno 30.000 civili nella regione del Darfur."

Quindi, secondo questa lettura, ciò che avviene nel Darfur è parallelo a ciò che avviene da noi, dove i venditori di accendini marocchini hanno istruzioni da Osama Bin Laden per buttare giù il Vaticano perché è un simbolo della Cristianità.

Nerone è sempre lì, insomma, pronto a dare noi cristiani in pasto ai leoni: dalle discoteche di Milano alle capanne del Darfur.[1]

Ma il Darfur fa anche comodo perché è una situazione in cui i "neri" sarebbero vittime dei "musulmani".

Il caso del Sudan viene infatti sfruttato da tanti anni, negli Stati Uniti, per infilare un cuneo tra la comunità nera e tutti coloro che si oppongono alla Guerra Infinita contro il "terrorismo islamico" (anche nelle sue incarnazioni pre-11 settembre).

Ma è utile anche alle destre da noi.

La propaganda di destra insiste solo in parte su  parole d'ordine di "destra" - patria, famiglia e simili. Ogni volta che trova uno spunto, ama aggirare la sinistra parlando di "democrazia", "libertà", "diritti" e simili.

In una società che mitizza le Vittime e i Vittimi, la destra ha gioco facile nel dire più o meno questo: la sinistra è amica degli immigrati tunisini (arabi) in Italia, e quindi sta dando una mano alle milizie (arabe) che stanno massacrando i neri in Darfur, e quindi la sinistra è razzista, schiavista e amica dei fanatici religiosi, e quindi è di destra e quindi va battuta.

Il capolinea di questo ragionamento ci riporta di nuovo al senso di inferiorità culturale che la destra italiana ha interiorizzato.

Ora, tutto questo immaginario sul Darfur poggia su basi assolutamente false.

Lo dice in maniera molto semplice e chiara il Rapporto al Segretario Generale delle Nazioni Unite della Commissione Internazionale d'inchiesta sul Darfur del 25 gennaio 2005, citato nella Wikipedia italiana:

"Le varie tribù che sono state vittime di attacchi e uccisioni non sembrano appartenere a gruppi etnici diversi da quelli a cui appartengono le persone o le milizie attaccanti. Parlano la medesima lingua (arabo) e professano la stessa religione (Islam) ("The various tribes that have been the object of attacks and killings (chiefly the Fur, Massalit and Zaghawa tribes) do not appear to make up ethnic groups distinct from the ethnic group to which persons or militias that attack them belong. They speak the same language (Arabic) and embrace the same religion (Islam)") (p. 129)."

Aggiungerei che hanno anche tutti la pelle del medesimo colore: nero.

Nota:

[1] La cristianizzazione mediatica delle tragedie sudanesi è una vecchia storia: quando c'era la guerra civile nel Sudan meridionale, i media regolarmente definivano quella parte del paese "cristiana". La pubblicazione governativa statunitense, 'Sudan A Country Study', stima che appena il 10% della popolazione del Sudan meridionale sia cristiana, mentre qualche altra fonte azzarda un 15%.

La Repubblica Centrafricana è il Sudan del Sudan: si trova, infatti, al 172esimo posto su 177 nell'indice del Human Development Report.

Nella guerra civile in corso lì - ma non sui vostri schermi - veniamo a sapere che nel nord del paese, 450 bambini muoiono al giorno per denutrizione, il 15% delle donne sono state stuprate,  centinaia di villaggi sono stati rasi al suolo, 300.000 profughi sono in fuga davanti ai "ribelli" e ai "governativi".
 
Oppure, i profughi sono 150.000cioè la metà.

Questo ci porta alla natura assolutamente aleatoria di tutte le statistiche riguardanti i conflitti dell'area.

Difficile immaginarsi dei giovani in giacca e cravatta che vanno in giro per la savana, schivando i proiettili, a chiedere, "scusi signora, lei è stata stuprata durante i recenti combattenti?"

E' un po' come la storia della mutilazione genitale femminile o infibulazione. Come è noto, si tratta di un'orrenda e arcaica pratica: gli archeologi hanno scoperto mummie egizie mutilate, ne parla anche Erodoto e pare che venisse praticato anche dai romani con le proprie schiave, nonché in tempi più recenti da medici statunitensi.

Comunque, essa unisce ecumenicamente musulmani, cristiani, ebrei e "animisti" e viene applicata, ci dicono tutte le fonti, sul 90% delle donne sudanesi.

Ora, la mutilazione genitale femminile è fuorilegge in Sudan dal 1946, una legge ribadita e inasprita nel 1974; e il Sudan, poi, non ha certamente la cultura del Grande Fratello in materia di fatti privati: un'eccellente ricerca  ci ricorda che non è possibile sapere quante ragazze muoiono durante la procedura (una su dieci? una su tre?), perché la tradizione vieta di parlare dei bambini morti.

Se pensiamo che nel Sudan operano contemporaneamente ben trenta diversi eserciti antigovernativi, che non esiste un sistema credibile di trasporti nel paese, che la situazione sanitaria è tragica, viene da chiedersi, ma c'è veramente qualche call center che chiama, "buongiorno, parlo con la signora Amina? Volevamo sapere se lei ha fatto circoncidere le sue figlie violando la legge? Sì? Complimenti, lei fa parte della maggioranza".

Sento il lettore che freme: "ma vuoi forse negare che esista l'infibulazione? Sei pagato dalla lobby degli infibulatori?"

No. Dire che questa statistica sia di pura fantasia, non vuol dire che la percentuale di donne infibulate sia in realtà inferiore. Potrebbe anche essere più del 90%; sicuramente è altissima; voglio solo ricordare che è incalcolabile.

E poi, 90% di cosa? L'ultimo censimento - quella pratica inventata dai romani per scovare i renitenti alle armi - nel Sudan risale al 1993, quindi in piena guerra civile.

Nel 1982, io sono stato censito nel comune di Siracusa.

Non ho conservato gli articoli di giornale che ne parlavano, ma mi ricordo benissimo come, alcuni mesi dopo, si sia scoperto che i censiti nel comune erano circa 60.000, mentre all'anagrafe risultava una popolazione attorno ai 120.000, cioè il doppio.

Il censimento italiano era stato fatto in modo eccellente, in condizioni di pace (anche se ho conosciuto qualche giovane censore che non ha osato mettere piede nel quartiere di San Cristoforo a Catania) e non implicava particolari interessi di parte; infine, è stato possibile correggere l'errore con l'aiuto delle risultanze anagrafiche.
 
In altre circostanze, può succedere di tutto.

Prima o poi, in seguito agli accordi di pacificazione riguardanti il Sudan meridionale, ci sarà un censimento nazionale per decidere l'allocazione delle risorse.

Non saremmo sorpresi se dovesse succedere ciò che è avvenuto in Nigeria, un paese abitato da qualcosa tra i 120 e 150 milioni di persone.

I nigeriani della relativamente ricca zona costiera denunciano  come il desertico nord, incalzato dalla miseria e dall'emigrazione, registri, nelle statistiche, un'incredibile densità di popolazione: si stima (non si sa bene in base a cosa) che nell'ultimo censimento, i fantasiosi censiti abbiano inventato di sana pianta circa 20 milioni di nigeriani in più, in una gara ad aumentare l'assegnazione di risorse e di seggi ai propri distretti. 

Lo stesso è successo in Cecenia. Facciamo, infatti, un po' di matematica:

popolazione della Cecenia, censimento del 1989: 1.100.000 abitanti

sottraiamo qualcosa come 750.000 profughi durante i recenti conflitti

sottraiamo ancora 100.000 morti negli stessi conflitti...

e guardiamo cosa ci dice il censimento del 2002: la Cecenia ha 1.088.000 abitanti. E infatti, dal censimento dipendeva l'assegnazione di aiuti, alimentari e non, a ciascun distretto.

E nel Darfur? Con apodittica certezza, "Savedarfur" ci parla di 2,5 milioni di sfollati; Italian blogs for Darfur parla di 2 milioni di sfollati, 200 mila rifugiati e 300.000 morti.

Eric Reeves, un docente statunitense che si è messo alla testa della campagna mondiale per chiedere un'invasione "umanitaria" del Sudan, forte della sua esperienza di ben due settimane nel paese (pur non conoscendo alcuna lingua locale), parla invece di "oltre 450.000 morti".

Morti e sfollati vanno sottratti a qualcosa, ma a che cosa precisamente? Una vaga stima della popolazione di tutto il Darfur darebbe  7,4 milioni di abitanti secondo alcuni, appena 4 milioni secondo altri.

Ma abbiamo anche una stima del Ministero della Salute del 1999 per il solo Darfur Occidentale, cioè la parte del Darfur coinvolta negli attuali scontri, di appena 1.697.276 abitanti: un po' dificile sottrarne 2,5 milioni.

Non dubito che l'ONU abbia statistiche precise sul numero di profughi che ospita e nutre nei campi che organizza. Ma questi sono una minima parte del numero complessivo di vittime del conflitto.

E gli stessi siti che ci raccontano il numero di profughi, di morti e di sfollati (ricordiamo che questi ultimi in genere restano all'interno del Darfur) si lamentano degli ostacoli che il governo sudanese pone a ogni tentativo di sapere cosa succede dentro il Darfur e della violenza che impedisce ogni ricerca indipendente.

Ecco che le voci possono facilmente sostituire i fatti.

Freedom House è un think tank statunitense, attivo da decenni nella diffusione di informazioni su, o meglio contro, il Sudan, finanziato dal governo statunitense.

Ai tempi della guerra civile nel Sudan meridionale, Freedom House accusò l'esercito sudanese di aver ucciso "da due a tre mila civili sudanesi" nei villaggi di Liang, Dengaji, Kawaji e Yawaji nel mese di aprile 2002.

In quel caso, fu inivato sul posto il Civilian Protection Monitoring Team (CPMT), un organismo composto quasi interamente da ex-militari statunitensi, finanziato sempre dal governo statunitense e difficilmente accusabile quindi di essere costituito da apologeti dell'islam radicale.

Fecero le loro indagini, trovarono una decina di cadaveri e stimarono che i morti avrebbero potuto essere una ventina in tutto.

Scoprirono anche la causa della strage: una faccenda di razzie di bestiame.