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La biodiversità comincia nell'orto della scuola

di Slow Food - 16/04/2007

Alcune grandi multinazionali di ciò che è quasi universalmente riconosciuto come junk food (“cibo spazzatura”) si vanno autoregolando non promuovendo i loro prodotti presso il pubblico sotto i sedici anni. L’Unione Europea sta seriamente valutando i progressi fatti dalle aziende in questo senso, per cui diventa quasi valore aggiunto per le grandi holding del cibo sostenere che si autocensureranno sugli spot per i più piccoli.
Mentre i junkfoodisti rischiano di passare per coloro che hanno a cuore la salute e la linea delle nuove generazioni, chi dovrebbe educare al gusto, all’alimentazione e alla natura, continua a latitare. Certo, la scuola in alcune isole felici ha affrontato il problema con creatività e coraggio, tuttavia continua a non esserci quasi traccia di innovativi programmi ministeriali sull’alimentazione: non si parla di prodotti, materie prime, educazione al gusto, delle connessioni tra natura, territorio, processi sostenibili e filiere del cibo.
L’associazionismo tenta di colmare la lacuna e si stanno sperimentando in Italia molti modi nuovi di fare educazione alimentare. Elemento centrale e fondamentale è quasi sempre l’esperienza diretta, e fa piacere poter comunicare che gli orti scolastici creati in tutta la penisola sono ormai quasi cento. I ragazzi coltivano, seguono le stagioni, imparano a cucinare i prodotti del loro territorio, apprezzandone poi le differenze rispetto a quanto trovano le loro mamme al supermercato. Degustazione, esperienza e comparazione sono le basi di un modo di imparare che può anche arricchirsi in maniera multidisciplinare e sfociare in esperienze come quella che faranno gli studenti universitari di Scienze Gastronomiche di Pollenzo quando partiranno nel loro viaggio lungo il fiume Po: un lungo percorso in bicicletta che permetterà di capire il fiume, di sensibilizzarsi sui suoi problemi e intanto di conoscere i territori attraversati, a partire dalla tavola e dai campi.
E quando l’esperienza diretta è di difficile organizzazione c’è il gioco, un tipo di didattica che sperimenteremo ancora una volta a Slow Fish, a Genova dal 4 al 7 maggio. Fish tales e Che pesci prendere… saranno percorsi didattici per bambini e adulti percorsi, per apprendere il valore e il gusto della pesca sostenibile in un mare sempre più vicino all’orlo della crisi ecologica.