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Siamo tutti ecologisti?

di De Maio Massimo - 16/04/2007

 

A partire dal 2 febbraio 2007 siamo tutti ecologisti: politici, industriali, giornalisti, uomini e donne del mondo dello spettacolo, perfino le multinazionali americane che, udite, udite, tirano le orecchie a Bush sulla politica ambientale. Ovviamente, il superpresidente della superpotenza a stelle e strisce prontamente si adegua e legge discorsi “ambientalisti”!

Pare che tutti si siano accorti del disastro che siamo stati in grado di compiere in un paio di secoli di inarrestabile “progresso”. Il pianeta si sta riscaldando a ritmi impressionanti e perfino l’ex-Ministro dell’Ambiente Matteoli intervistato su RAI Tre è giunto a più miti consigli...
Il convegno del 20 giugno 2005 e le pagine successivamente pubblicate su “Famiglia Cristiana” (una perla di cui custodisco gelosamente una copia digitale sul mio computer) in cui lo staff del Ministro mirava a dire che il riscaldamento del pianeta era una bufala inventata da ecologisti a caccia di fondi? Acqua passata. A partire dal 2 febbraio 2007 anche Matteoli si arrende all’evidenza.
Ma cosa è successo il 2 febbraio 2007? Anche chi, come me, non ha il televisore in casa ha saputo che l’IPCC International Panel On Climate Change, un organismo delle Nazioni Unite che raccoglie qualche centinaio di scienziati di tutto il mondo, ha approvato a Parigi l’ultimo rapporto sui “mutamenti climatici”... li chiamano così perchè “riscaldamento del pianeta” potrebbe spaventare troppo l’opinione pubblica inducendola a consumare un po’ di benzina in meno con grave nocumento al sistema economico globale!
E sapete cosa dice questo rapporto? Cose semplici ed evidenti: che gli obiettivi del protocollo di Kyoto sulla riduzione dei gas serra sono insufficienti per cercare almeno di mitigare il riscaldamento del pianeta e che l’uomo è il principale responsabile di ciò che sta accadendo.
Un paio di cosette che gli ecologisti vanno dicendo da tempo... troppo tempo... circa una trentina d’anni.
Potere dei media: trasformare in una notizia ciò che da anni è sotto gli occhi degli agricoltori, degli apicultori, degli alpinisti che vedono il ghiaccio fondere sotto le loro cespole e delle signore al mercato rionale che fino a un po’ di tempo fa esclamavano “non ci sono più le mezze stagioni!”... Ora si sono rassegnate a non fare più il cambio di stagione negli armadi e continuano indifferenti a comprare le fragole a gennaio e a trasformare, in nome dell’igiene, i loro water in bombe chimiche con armamentari di sostanze degne di una guerra batteriologica.
Per ridurre le emissioni di gas climalteranti la cosa più sensata da fare sarebbe ridurre i consumi. Tutti i consumi. Soprattutto se pensiamo al fatto che metà dei nostri consumi sono sprechi e che le soluzioni per vivere meglio consumando la metà delle risorse che consumiamo oggi sono già disponibili.
Dai pannolini alle abitazioni, in questo numero ve ne diamo una idea.
Bisognerebbe mangiare diversamente, muoversi diversamente, scaldare le nostre case diversamente. Bisognerebbe, da subito, ridurre la scala, produrre e consumare localmente... in una parola, decrescere!
A queste considerazioni basate sul buon senso il nostro Presidente del Consiglio cosa risponde? La TAV s’ha da fare e i rigassificatori anche (il MOSE che è meno “mediatico” l’hanno praticamente già fatto!). Se no, tutti a casa! E di fronte al rischio di perdere quel poco di potere faticosamente conquistato, vediamo i baluardi verdi di questo traballante governo di centro sinistra adeguarsi uno ad uno al diktat prodiano.
Non che gli altri siano meglio... abbiamo iniziato a esprimere il nostro sdegno nel 1994, quando il povero Silvio disse che bisognava concentrarsi sul “rilancio dell’economia” e che “l’ambiente poteva attendere”!
Ma cosa cambia, mi chiedo, se questo governo esulta anche lui, allo stesso modo di quello precedente, per qualche punto percentuale di PIL in più? Forse una diversa ripartizione dell’influenza sui mezzi di comunicazione di massa, ma i finanziamenti per la campagna elettorale da parte di Autostrade d’Italia, quelli sono gli stessi.
E forse anche quelli di Waste Management se con l’eliminazione degli incentivi agli inceneritori siamo ancora al punto di partenza: li eliminiamo (ennesima promessa elettorale), non eliminiamo, c’è stato un errore in finanziaria, lo correggiamo con un Decreto del Consiglio dei Ministri, inammissibile per l’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati, ci riproviamo con un Decreto Ministeriale, no, meglio una proposta di legge... che pena!
Intanto i progetti di costruzione di nuove linee di incenerimento dei rifiuti vanno avanti e i soliti potentati economici resistono, resistono, resistono... e noi, insieme a tanti altri concretissimi “visionari” che si fanno due conti e scoprono che bruciare i rifiuti non conviene, imperterriti sulle barricate. Berlusconi, Prodi, Storace, Marrazzo... e noi sempre su queste benedette barricate!
Ma lo sanno Prodi e Bersani, che bruciare i rifiuti produce gas serra? E come la mettiamo con quel famoso rapporto dell’IPCC del 2 febbraio scorso? Anche Prodi ha la memoria corta. O semplicemente è tanto intelligente da riuscire a cambiare idea di fronte a un mondo che cambia in continuazione... eh già, perchè quando Prodi era Presidente della Commissione europea la pensava diversamente sugli incentivi agli inceneritori... a quei tempi erano sussidi statali ingiustificati per i quali l’Italia fu condannata in sede europea.
Oggi è diverso... bisogna tenere insieme la coalizione e gli interessi di chi ha speso un sacco di soldi in manifesti elettorali... e di chi ha contribuito a coprire le spese.
Se poi si produce qualche tonnellata di anidride carbonica in più, cosa importa? La cosa più importante, a destra come a sinistra, è non fermare lo sviluppo. E crescere, crescere. crescere... anche se siamo già obesi e ci già colpito il primo infarto. D’altra parte non ci sentiamo un po’ ecologisti quando chiediamo il finanziamento per la nostra nuova auto euro 4 “che non inquina” (!?!) e per questo, ancora una volta, incentivata dallo Stato?
E allora, che fare? Ci sono 1.000 cose da fare! Informarsi e informare, prima di ogni cosa. E poi cominciare dalla propria casa, dal proprio comune, mettersi in rete, perchè siamo in tanti a pensarla in modo veramente ecologista, più di quanti ciascuno di noi possa immaginare! Noi ci stiamo provando: stiamo “allargando il giro” con il Movimento per la Decrescita Felice promosso da Maurizio Pallante. Ci siamo già incontrati nell’abbazia di Maguzzano alla fine di gennaio e abbiamo scoperto che insieme stiamo benissimo. Ci rivedremo ancora e ci uniremo per dare una scossa dal basso a questo mondo di ecologisti in euro4 e di politici ecologisti-a-seconda-della-convenienza-elettorale.