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Andreotti 2. Il ritorno (al cinema)

di Carlo Gambescia - 29/04/2007

Come iniziare male la giornata. Uno apre la Repubblica (di giovedì) la sfoglia e nelle pagine degli spettacoli scopre che Paolo Sorrentino (il regista de Le conseguenze dell’amore) girerà un film su Andreotti. Una specie di “Andreotti 2. Il ritorno”. Certa sinistra (?) dalla cinepresa facile sembra non capire quanto un film sul “Divo Giulio” sia controproducente. Perché consentirà al senatore, pardon, al democristiano a vita di farsi tanta simpatica pubblicità gratis nei salotti televisivi. Dove pare che coi suoi ammiccamenti e battute varie, faccia tuttora salire l’audience… Gìà ci sembra di sentire lo spettatore-medio: “Ma quanto è bravo Andreotti…”; “Ma quanto è simpatico Andreotti…”.
Tè capì? (come va il mondo), direbbero dalla parti del rione Bovisa…
Tanto l’Italia la sua partita con Andreotti l’ ha persa da un pezzo. Ricordate il film sul Marchese del Grillo, con Sordi protagonista? “Io sono il Marchese del Grillo e voi non contate un c…”. Ecco, a ogni passaggio televisivo di Andreotti, chi scrive rivede sempre quella scena. E s’inc… E qui, come direbbe Nonno Libero, una parola e poco e due sono troppo…
Perciò non sarà un film dietologico-onirico a illuminare, di colpo, il cervello annebbiato di certi italiani. Sorrentino è bravo, ma tutto sommato ha la mano delicata. Gioca sulle sfumature, mentre servirebbe il machete (in senso figurato s’intende). Del resto, dove non è riuscito Sciascia, penna potentissima, di sicuro, non potranno farcela gli altri… E poi, se ci passate la “quasi” malignità: il film è prevenduto a Sky e Medusa Homevideo… Il che dovrebbe fa riflettere. Di più: c’è il rischio, visto che Andreotti sarà interpretato da Toni Servillo, che alla fin fine, possa apparire perfino più simpatico di quello in carne e ossa … Per la serie “I Pifferi di Montagna”: che vennero per suonare e furono suonati.
Al regista, perciò, consigliamo due vie di fuga.
Prima. Fare un cartone animato. Con un Andreotti, che come Willie Coyote, ne combini di tutti i colori per catturare il velocissimo Beep Beep (l’Italia). Ma che regolarmente, come nel cartone animato americano, pur restando vittima dei suoi stessi trucchi, finisca sempre per tornare a galla…
Seconda. Fare un bel documentario sugli scempi urbanistici italiani, dalla Sicilia alla Valle D’Aosta. Intercalando, come su Blob, le immagini di mostruosi edifici, costruiti in riva al mare o sopra boschi secolari abbattuti senza alcun rimorso, con quelle di Andreotti e dell’intera classe politica democristiana: crape pelate, occhiali con montature pesanti, vestiti blu di ordinanza, mani sudate, eccetera.
Ma un film solo su Andreotti, no. Per buttarla sul colto, si rischia di fare una pellicola, come direbbe Baudrillard, su una specie di fantasma (Andreotti) che riflette una realtà ancora più fantasmatica (quella del potere democristiano). Che non si vedeva, eppure c’era. Perciò, prima andrebbe indagato a fondo il potere Dc, e come era radicato, e dopo, come ciliegina sulla torta, occuparsi pure di Andreotti.
Ma sarebbe un lavoro da magistrati e storici (e perfino da “psicologi delle folle”…), piuttosto che da registi. Conclusione che non fa ridere e neppure sorridere. Soprattutto quelli che non tifano per il Marchese del Grillo.
E Andreotti? Lui se la ride da un pezzo.