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Hillary Clinton, una vita di bugie

di Maurizio Molinari - 01/05/2007

 
Hillary Clinton
Biografia al veleno di Carl Bernstein: «Ha coperto scandali e tradimenti»
 

Suo padre non era dispotico più di tanto, nella maggioranza dei casi lei sapeva bene che il marito la tradiva e le versioni date sugli scandali che hanno scosso l’amministrazione Clinton sono viziate da ricostruzioni poco aderenti alla realtà: sono le bugie di Hillary le protagoniste dell’ultimo libro di Carl Bernstein, destinato a scuotere la campagna per le presidenziali.

Otto anni anni di lavoro e oltre duecento testimoni diretti intervistati sono all’origine delle 640 pagine di «A Woman in Charge: The Life of Hillary Rodham Clinton» (Una donna al comando: la vita di Hillary Rodham Clinton) ovvero la biografia non autorizzata della più accreditata candidata alla nomination democratica per le presidenziali 2008, scritta dal giornalista che assieme a Bob Woodward firmò gli scoop del «Washington Post» che scatenarono lo scandalo del Watergate obbligando il presidente Richard Nixon a dimettersi.

È stata la casa editrice Knopf a far trapelare i contenuti del volume con largo anticipo sull’arrivo nelle librerie - previsto per il 19 giugno - e l’intenzione di cavalcare il caso-Hillary, che tiene banco nelle «war room» dei candidati al 2008 da quando il produttore David Geffen all’inizio dell’anno definì lei e il marito «inguaribili bugiardi» durante una serata di raccolta fondi per Barack Obama. Bernstein fa propria la tesi di Geffen dopo essere riuscito a mettere le mani sul forziere dei segreti di Hillary: l’archivio di carte di Diane Blair, la più stretta amica e confidente dell’ex First Lady, custodito negli archivi dell’Università dell’Arkansas da quando morì nel 2000 a seguito di un tumore ai polmoni. L’amicizia fra Diane e Hillary risale agli anni Settanta, quando entrambe iniziarono a fare politica a Little Rock in Arkansas scoprendo di essere delle anime gemelle, dando vita a un’intesa che avrebbe portato la Clinton a volere Blair al proprio fianco sin dalla campagna elettorale del 1992, che terminò con l’ingresso di Bill alla Casa Bianca. Durante gli otto anni seguenti Diane fu consigliere politico della First Lady, con il compito di annotare ogni evento a futura memoria e quando si sposò con Jim Blair - consulente finanziario dei Clinton - fu Hillary a farle da testimone.

Le pagine annotate da Diane Blair raccontano una Hillary diversa da quella finora conosciuta, a cominciare dai due uomini centrali nella sua vita. Il padre Hugh Ellsworth Rodham non era un conservatore dai modi brutali e dispotici come la biografia ufficiale suggerisce avvalorando l’immagine di una figlia oppressa e desiderosa di libertà, mentre la relazione con il marito Bill Clinton è stata sempre segnata da inganni reciproci, noti e accettati. Come nel caso di Gennifer Flowers, l’amante che Bill prima negò e poi ammise di aver avuto ma della cui esistenza Hillary era stata sempre a conoscenza.

Sempre dagli archivi di Blair esce una ricostruzione degli scandali Whitewater, Troopergate e Travelgate - che afflissero l’amministrazione Clinton - nella quale Hillary appare sapere più di quanto fin ora non abbia pubblicamente ammesso. E lo stesso vale per il Sexgate fra Bill e Monica Lewinsky: l’immagine della moglie che ha saputo sopportare il tradimento in composto silenzio sarebbe stata costruita a tavolino. Partendo dalla carte di Blair, Bernstein ha raccolto numerose testimonianze che alzano il velo sul turbolento rapporto fra i Clinton, come quella del giornalista e scrittore Joe Klein, autore di «Primary Colors», che racconta di essere stato testimone di una lite violenta fra i due «a cui pose fine Bill prendendola all’improvviso per coprirla di baci sul viso, gridando con forza “Cosa potrei mai fare senza di te?”».

Riassumendo il contenuto del libro Paul Bogaards, portavoce di Knopf, spiega che «Bernstein arriva a conclusioni opposte rispetto a quando il senatore Clinton ha detto o scritto in passato», a cominciare nel libro «My Life». «È un ritratto che per la prima volta racconta la vera traiettoria della vita e della carriera di Hillary Clinton» aggiunge l’editore Sonny Metha, secondo il quale viene in particolare «ricostruita l’incredibile dinamica del matrimonio con Bill» segnata dall’uso sistematico delle bugie come metodo di comunicazione.

Il fulcro dell’opera è il ruolo di una ex First Lady che, gestendo con abilità inganni pernali e politici, si è rivelata «indispensabile ai trionfi e ai guai al marito tanto durante il governatorato che la presidenza», come riassume la Knopf. Da qui il fatto che il libro si preannuncia come una doppia sfida a Hillary: non solo perché riscrive la sua biografia ufficiale con la penna di uno dei giornalisti più noti d’America - che non ha mai nascosto le sue posizioni liberal - ma anche perché sarà messo in vendita con una scelta di tempo tesa a bruciare il volume «Her Way» (a modo suo) confezionato dai giornalisti del «New York Times» Jeff Gerth e Don Van Natta come un manuale sulla candidatura a presidente. Nulla da sorprendersi se, come fa sapere la Fox tv, sarebbero stati in molti a suggerire a Bernstein di «prepararsi al peggio» per via dell’inevitabile controffensiva da parte del team di Hillary, considerato formidabile macchina da guerra.