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Un circolo polare europeo nell'effetto serra

di Sara Capogrossi Colognesi - 04/12/2005

Fonte: ilmanifesto.it

 
Fondono i ghiacci, la Corrente del Golfo rallenta e diminuisce la temperatura nel Nord del pianeta

La Corrente del Golfo rallenta e l'Europa si raffredda. Cinquant'anni di osservazioni delle acque oceaniche hanno permesso ad alcuni ricercatori del National Oceanography Centre britannico di indicare un trend poco incoraggiante per le temperature dei prossimi decenni. Sotto stretta sorveglianza, in particolare, è la Corrente del Golfo, che una volta emersa dai Caraibi, intorno al Golfo del Messico, si divide in due: una parte si dirige a nord-est, verso l'Europa, l'altra ricircola verso l'Atlantico tropicale. Il caldo che viene sprigionato da questa corrente aumenta le temperature atmosferiche «come un radiatore», dice Harry Bryden, oceanografo autore dello studio pubblicato questa settimana su Nature. Equivalente all'incirca a un milione di centrali energetiche.

Man mano che si dirige verso nord l'acqua si raffredda, e dalle parti dell'Irlanda e della Groenlandia inizia a ridiscendere in basso, verso i fondali oceanici. Da qui poi torna indietro, continuando a scorrere migliaia di metri sotto la superficie del mare.
Ma da qualche tempo le analisi degli esperti raccontano un'altra storia. Il riscaldamento globale raffredda le acque polari, a causa dello scioglimento dei ghiacci. L'acqua diventa meno densa (anche a causa dell'afflusso dei fiumi russi gonfiati dall'aumento delle piogge) e non scende come dovrebbe verso i fondali oceanici da dove poi tornerebbe verso sud. E così il cerchio rallenta, forse si interrompe: l'acqua calda non va a nord, non rilascia il suo calore in Europa e l'atmosfera si raffredda.

Le conclusioni pubblicate da Bryden e dai suoi colleghi danno ragione a queste previsioni. Dalla loro nave i ricercatori hanno misurato la salinità e la temperatura dell'acqua, lungo il venticinquesimo parallelo, tra le Bahamas e l'Africa occidentale, a varie profondità. Aggiungendo a questi ultimi dati quelli raccolti nel 1957, nel 1981, nel 1992 e nel 1998 «abbiamo osservato una diminuzione del 30 per cento nel volume della corrente d'acqua fredda che scorre profondamente verso sud», spiega Bryden.

I modelli elaborati al computer avevano già previsto un rallentamento e in alcuni casi persino un'inversione della Corrente del Golfo, con un raffreddamento dell'Europa, che potrebbe vedere i suoi termometri scendere fino a sei gradi centigradi in un futuro non troppo lontano. «Personalmente non credo che succederà tra pochi anni, ma è come per una centrale nucleare: devi calcolare i rischi, anche se non pensi che esploderà il prossimo fine settimana», precisa Detlef Quadfasel, oceanografo dell'Università di Amburgo, in Germania, autore di un articolo di commento sempre su Nature.

Se simili previsioni si avvereranno gli effetti saranno drammatici: per la richiesta energetica, per l'agricoltura. Un grande cambiamento per la vita dell'uomo e di molte altre specie, soprattutto quelle marine, il cui nutrimento non sarebbe più disponibile come prima. Infatti con le correnti circola il plancton, che è alla base della catena alimentare negli oceani. E non si parla solo dell'Atlantico, naturalmente, perché non stiamo analizzando un sistema chiuso. In questo caso qualsiasi variazione avrà enormi ripercussioni nell'Oceano Indiano e in quello Pacifico nonché nelle acque che circondano l'Antartico.

La tendenza dovrebbe essere confermata con ulteriori dati, anche per escludere variazioni naturali nelle temperature oceaniche. Come ammette lo stesso Bryden, infatti, i modelli sono utili, ma il modo migliore per capire i fenomeni climatici è quello di compiere misurazioni accurate e numerose (finanziamenti permettendo). Perché il clima è un fenomeno complesso, con molteplici fattori in gioco, e ogni pezzo del puzzle può essere importante per dare un volto al nostro futuro.