Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Materialismo e spiritualismo

Materialismo e spiritualismo

di Carlo Sgorlon - 04/12/2005

Fonte: gazzettino.it


Qualche tempo fa scrissi un articolo sul fatto che oggi in Italia, e un po' in tutto il mondo occidentale, c'è un conflitto ideologico, spesso pesante, senza esclusione di colpi, tra due concezioni opposte. Da una parte il progressismo socialista-radicale e il laicismo. Dall'altra la cultura conservatrice, legata ancora a un'etica antica e spesso sacrale della vita e dell'Essere. Le due concezioni sono divise su ogni problema importante, su ogni novità decisiva nella biologia, nella medicina, nell'etica, nella politica, nell'economia. Se tentiamo di applicare a questo fenomeno culturale di enorme rilevanza il principio e la formula vichiana che "conoscere è conoscere attraverso le cause" (scire est scire per causas) arriviamo a questa conclusione di fondo. Progressisti socialradicali e laicisti in genere sono quasi sempre materialisti; conservatori e spiriti religiosi in genere sono spiritualisti; o comunque le antiche concezioni spiritualistiche agiscono tuttora su di loro, magari soltanto a livello di nostalgia e di metafora. Una piccola riprova di quello che sto dicendo può essere fornita ad esempio dal sottotitolo di una notissima rivista, Micromega, in cui scrivono progressisti, radicali, laicisti: questo sottotitolo dice esattamente: "materialismo italiano". Materialismo e spiritualismo sono due concezioni universali, motori ultimi e determinanti del pensare e all'agire umano. Materialismo è quella concezione "metafisica" (naturalmente in senso non aristotelico ma moderno, ossia "totalizzante") per la quale non può esistere se non la materia. Per essa lo "spirito" non è che un concetto astratto e arcaico, di cui l'uomo moderno ed evoluto dovrebbe liberarsi. Il materialismo esisteva anche nell'antichità. Materialisti, per fare qualche nome erano filosofi come Eraclito, Democrito, Epicuro, Lucrezio. Esso però cominciò a diventare una filosofia quasi generalizzata nel primo Settecento, con il La Mettrie, il von Holbach, l'Helvetius e i loro epigoni.
Anche lo spiritualismo esiste sin dall'antichità. Molti filosofi in antico erano convinti che il reale fosse fatto di due sostanze, la materia e lo spirito. Spiritualisti erano Platone, Plotino, gli Gnostici, sia pagani che cristiani. Lo erano Cartesio, Malebranche, Leibniz, Rosmini e tanti altri. Era il celebre "dualismo", criticato dai panteisti, convinti che materia e spirito non fossero che due volti solo apparentemente diversi della realtà. Qui sono da ricordare almeno Bruno, Campanella, Spinoza, Schelling. V'è anche uno spiritualismo che consiste in una forma di nostalgia e di metafora. Infatti chi anche oggi, dentro il territorio culturale dominato dal materialismo, crede in valori antichi, è uno su cui l'antico spiritualismo agisce ancora nelle forme ricordate. È uno spiritualismo che non pensa allo spirito come "sostanza", ossia in senso tomista, ma piuttosto come "forma mentis". Sta di fatto, comunque, che i valori, in un modo o nell'altro, sono sostenuti, puntellati, verificati (ossia resi veri) da una qualche forma di spiritualismo. Chi mi ha seguito fin qui penserà che io venga scrivendo un articolo di genere didascalico, intessuto di reminiscenze filosofiche liceali. Non è affatto così. Era una premessa necessaria per giungere a una conclusione che costituirà per molti una grossa sorpresa. I materialisti di qualsiasi ideologia (e ce ne sono moltissimi anche tra i conservatori) e in coloro che sostengono ancora i cosiddetti "valori dello spirito") sono persuasi che la convinzione che esista soltanto la materia, ossia ciò che ha massa, dimensione spaziale, peso (se consideriamo le cose anche sul versante della "gravità") sia una concezione definitiva, dalla quale ormai non si può più prescindere.
 
Se si leggono gli scritti dei materialisti, si ricava sempre questo convincimento di fondo. Quindi tutto ciò cui si attribuiscono qualità materiali esiste effettivamente, mentre ciò che appartiene alla dimensione spirituale non è che un sogno e un mito di menti ingenue, che non si sono evolute secondo i progressi delle scienze. Quindi le entità cui filosofia e religione attribuivano una "sostanza" spirituale non sono che illusioni. Ma eccoci alla sorpresa paradossale ed enorme cui accennavo. La scienza più moderna ed evoluta, ossia la fisica atomica e subatomica, da Einstein ai contemporanei, anziché ribadire le convinzioni materialistiche, giustificano piuttosto quelle spiritualistiche. Da un secolo a questa parte, tutti i fisici espongono tesi dalle quali si ricava che è la materia, come la concepivano i positivisti dell'Ottocento, piuttosto, a non esistere, o quasi. Infatti gli unici elementi del reale veramente materiali, ossia forniti di massa e di dimensione spaziale, sono le particelle, infinitamente piccole, che costituiscono gli atomi: elettroni, protoni e neutroni. (Tutte le particelle studiate dai fisici atomici nei loro laboratori, i ciclosincrotroni, appartengono alle tre "famiglie" nominate). La materia è infinitamente più vuota che piena. Per fare un esempio: se la Terra fosse formata soltanto da protoni, senza alcuno spazio vuoto tra essi, affermano alcuni fisici, essa sarebbe grande quanto un pallone di calcio, ma avrebbe il medesimo peso, ossia la medesima forza di gravità, sia attiva che passiva. La "materia" dunque non è fatta tanto da particelle materiali, quanto da "forze" che le organizzano, ma non hanno né massa né spazialità. Ma se possono esistere entità che non hanno né massa né spazialità, la concezione spiritualistica ridiventa sorprendentemente e incredibilmente vera e attuale.

Quindi non è lo spiritualismo, dottrina considerata chimerica e prescientifica, ad essere liquidato; la fisica contemporanea ci fornisce gli argomenti per affermare che è il materialismo invece in fortissima crisi. Ciò almeno a livello teoretico, perché in pratica, per mille complesse ragioni, la cosa non è ben visibile dentro la cornice della nostra cultura, almeno per il momento. Ma già si può dire a coloro che, per indole psicologica, per il Dna, o chissà mai per quali ragioni, sono inclini allo spiritualismo, che possono esserlo senza alcun motivo di sentirsi fuori della storia.E sarebbe una ragione fortissima per far risalire di molto i valori spirituali nella Borsa dell'Etica, l'unica veramente importante nella cultura e nelle società degli uomini.