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Guerra aerea sotto comando Usa.

di Manlio Dinucci - 04/05/2007

 
Herat L'aviazione americana colpisce in accordo con il comando Nato/Isaf


«Un B-1B Lancer ha sganciato bombe Gbu-31 su un edificio usato dagli insorti presso Shindand»: con questo comunicato, emesso il 30 aprile, e uno analogo il 1° maggio, la U.S. Air Force informa che, nell'offensiva condotta dalle forze statunitensi nel distretto di Shindand, nella provincia di Herat sotto comando italiano, vengono impiegati non solo soldati ma soprattutto bombardieri. Il B-1B è un bombardiere strategico per l'attacco nucleare, utilizzato con bombe non-nucleari: può sganciare in una missione 24 Gbu-31 Jdam a guida Gps da 2.000 libbre (quasi una tonnellata), che possono essere lanciate simultaneamente contro più obiettivi da oltre 60 km di distanza, più 84 Mk-82 da 500 libbre, 30 bombe a grappolo di vario tipo e decine di altre munizioni.

La U.S. Air Force informa anche che, sempre nel distretto di Shindand, vengono impiegati cacciabombardieri F-15E Strike Eagle, che sganciano bombe Gbu-38 da 500 libbre. In una di queste azioni, «il comandante Isaf sul terreno ha richiesto che gli aerei mitragliassero un gruppo di edifici usati dal nemico: un F-15E ha sparato colpi di cannoncino e sganciato Gbu-38 per conseguire con successo gli effetti desiderati». Il comandante dell'offensiva statunitense nel distretto di Shindand viene dunque definito, in un comunicato ufficiale, «comandante Isaf». Ciò smentisce la notizia che l'offensiva sarebbe condotta da forze Usa di Enduring Freedom indipendentemente dalla Nato/Isaf.

Quest'ultima, nei suoi comunicati, parla solo di operazioni militari terrestri. Esiste invece uno stretto coordinamento tra il comando Nato/Isaf e l'aviazione Usa, le cui «missioni di appoggio aereo ravvicinato alle truppe Isaf» rientrano ufficialmente nell'operazione Enduring Freedom. Non solo: nei comunicati Usa ci si riferisce spesso alle truppe Isaf come facenti parte di Enduring Freedom. Ad esempio, nell'informare che la portaerei Stennis è ritornata nel Mar Arabico per effettuare bombardamenti aerei in Afghanistan, il Comando centrale delle forze navali Usa annuncia: «La Stennis fornisce appoggio aereo ravvicinato alle truppe Isaf partecipanti all'operazione Enduring Freedom» (5 aprile 2007).

Le truppe Isaf, comprese quelle italiane, sono dunque inserite in una unica catena di comando che, agli ordini del generale statunitense Dan K. McNeill, unifica di fatto le operazioni Nato/Isaf e Enduring Freedom. Di conseguenza anche il contingente italiano, pur non svolgendo un ruolo diretto di combattimento, ha la corresponsabilità delle stragi di civili provocate soprattutto dai bombardamenti aerei e diviene quindi bersaglio di ritorsioni. Come scrive il ministero italiano della difesa, «la provincia di Herat ha una rilevante importanza geostrategica in quanto area di congiunzione tra l'Afghanistan e l'Iran». Qui sono state messe di guardia le truppe italiane, mentre i B-1B bombardano, spianando il terreno ad altre guerre.