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L'impatto con la realta' e' imminente

di James Howard Kunstler - 16/12/2005

Fonte: promiseland.it

 

Nell'immediato futuro, dovremo affrontare la fine dell'era del combustibile fossile a buon mercato.

Soprattutto, nell'immediato futuro, dovremo affrontare la fine dell'era del combustibile fossile a buon mercato. Non e' un'esagerazione affermare che forniture affidabili di petrolio e gas naturale a basso costo siano alla base di tutto cio' che identifichiamo come i vantaggi della vita moderna. Tutti i beni di prima necessita', i comfort, i lussi e i miracoli del nostro tempo - riscaldamento centralizzato, aria condizionata, automobili, aeroplani, illuminazione elettrica, indumenti poco costosi, musica registrata, cinema, supermercati, elettrodomestici, operazioni di protesi dell'anca, la difesa nazionale, e chi piu' ne ha piu' ne metta - devono la propria origine o la loro esistenza protratta, in un modo o nell'altro, al combustibile fossile a buon mercato.
Perfino le centrali nucleari dipendono da ultimo dal petrolio e dal gas a buon mercato per tutte le procedure di costruzione e manutenzione e per l'estrazione e la lavorazione dei combustibili nucleari. Le lusinghe del petrolio e del gas a basso costo erano cosi' seducenti e hanno suscitato tali slanci di entusiasmo che abbiamo smesso di prestare attenzione alla natura essenziale di questi doni miracolosi della Terra, al fatto cioe' che esistano in scorte limitate e non rinnovabili, distribuite in modo ineguale per il mondo.

A peggiorare le cose, le meraviglie di un costante progresso tecnologico sotto il regno del petrolio ci hanno attirato con l'inganno in una sorta di sindrome del Grillo Parlante, che ha indotto molti occidentali a credere che tutto cio' che desideriamo con sufficiente intensita' possa avverarsi. Oggigiorno, persino i meglio informati nella nostra cultura desiderano ardentemente credere che nel giro di pochi anni ci attenda una transizione priva di complicazioni dai combustibili fossili ai loro sostituti putativi, l'idrogeno, l'energia solare o quel che sia. Cerchero' di dimostrare che e' una fantasia pericolosa. Nel migliore dei casi ci vorranno decenni per sviluppare alcune di queste tecnologie, il che significa che dobbiamo aspettarci un intervallo estremamente turbolento tra la fine del petrolio a buon mercato e cio' che verra' dopo. Uno scenario piu' probabile e' che nuovi combustibili e tecnologie non possano mai sostituire i combustibili fossili nella misura, al tasso e nel modo in cui il mondo li consuma attualmente.

Cio' che in genere non si capisce di questa difficile situazione e' che il mondo sviluppato iniziera' a soffrirne molto prima che petrolio e gas si esauriscano completamente. Lo stile di vita occidentale - ormai praticamente sinonimo di sobborghi - puo' funzionare soltanto grazie a un'offerta affidabile di petrolio e gas sicuramente economici. Persino deviazioni esigue o moderate dai prezzi o dalle forniture attuali annienterebbero la nostra economia e renderebbero impossibile la logistica della vita quotidiana.

Le riserve di combustibile fossile non sono distribuite equamente nel mondo. Tendono ad essere concentrate in luoghi dove le popolazioni native non amano l'Occidente in generale o l'America in particolare, luoghi fisicamente molto lontani, luoghi sui quali potremmo realisticamente esercitare uno scarso controllo (anche se lo volessimo). Per motivi che spieghero' in dettaglio, possiamo stare certi che il prezzo e la fornitura di combustibili fossili subiranno oscillazioni e interruzioni nel periodo futuro che io definisco "la lunga emergenza".

Il declino dei combustibili fossili avviera' sicuramente conflitti cronici tra nazioni che si contendono quel che ne rimane. Queste guerre per le risorse sono gia' iniziate. Ce ne saranno altre, che probabilmente si protrarranno per decenni aggravando una situazione che, gia' di per se', potrebbe distruggere alcune civilta'. L'entita' della sofferenza nel nostro paese dipendera' certamente dalla tenacia con cui cercheremo di rimanere aggrappati ad abitudini, consuetudini e convinzioni obsolete come, ad esempio, da quanto strenuamente gli americani decideranno di combattere per conservare stili di vita suburbani che semplicemente non hanno piu' una giustificazione razionale.

Il dibattito pubblico su questo tema e' stato sorprendentemente inconsistente, malgrado l'esposizione dell'America alle nuove realta' globali dopo l'11 settembre. Nel momento in cui scrivo, ancora nessuno nelle alte sfere del governo federale ha osato dichiarare che a meta' del secolo ci aspetta l'esaurimento dei combustibili fossili e, molto prima, gravi sconvolgimenti del mercato. E' un argomento troppo carico di implicazioni spaventose per il nostro comportamento nazionale collettivo, soprattutto per il fatto non secondario che attualmente la nostra economia e' irrimediabilmente legata alla creazione e alla conservazione di una selvaggia espansione suburbana.

Nel contesto di questo flebile dibattito pubblico sul nostro futuro energetico emergono alcune posizioni assolutamente contrapposte. Una fazione, i cosiddetti "cornucopiani", afferma che la comprovata ingegnosita' tecnologica dell'umanita' prevarra' sui dati di fatto della geologia (questa sembrerebbe essere l'extrema ratio della maggioranza degli americani, semmai riflettessero su queste cose). Alcuni cornucopiani ritengono che il petrolio non sia materia organica liquefatta e fossilizzata, bensi' una sostanza minerale esistente in natura in quantita' illimitate nelle profondita' della Terra, come il centro cremoso di una caramella.

Gran parte dell'opinione pubblica e' semplicemente incapace di considerare l'eventualita' che l'innovazione tecnologica non sia in grado di salvare la civilta' industriale. La saga umana e' stata effettivamente sbalorditiva. Abbiamo superato ostacoli tremendi. La fine del XX secolo e' stata particolarmente ricca di successi tecnologici (sebbene gli insidiosi rendimenti decrescenti siano molto meno evidenti). Come potrebbe una nazione che ha mandato degli uomini sulla luna provare qualcosa di diverso da una fiducia quasi divina nella propria capacita' di superare le difficolta'?

Il computer di fronte al quale sto seduto sarebbe sembrato sicuramente una qualche sorprendente stregoneria a qualcuno vissuto in una fase precedente della storia americana, a Benjamin Franklin, per dire, che contribui' all'iniziale comprensione delle leggi dell'elettricita'. La serie ininterrotta di scoperte e sviluppi, a partire dal 1780, che ha reso possibile i computer e' incredibilmente lunga e complessa e include concetti che possiamo dare per scontati, a partire dalla corrente alternata a 220 volt sempre disponibile nelle nostre case. Ma cosa avrebbe pensato Ben Franklin della televisione? O del software? O della banda larga? O della plastica? Di conseguenza, si dovrebbe ammettere la possibilita' che in futuro ci attendano meraviglie scientifiche difficilmente immaginabili per la gente del nostro tempo. L'umanita' potrebbe davvero trovare un qualche modo fantastico per far funzionare la civilta' con l'acqua di mare, o con nano-macchine organiche molecolari, oppure sfruttando la materia oscura dell'universo. Ma direi che tali miracoli potrebbero verificarsi molto dopo la lunga emergenza, o non verificarsi affatto. E' possibile che la fioritura del combustibile fossile abbia rappresentato un'occasione unica e irripetibile per la razza umana.

Un'opinione coerente, benche' estremamente pessimistica, su questa falsariga, contrapposta a quella dei cornucopiani, e' incarnata dai sostenitori della tesi dell'estinzione, i quali ritengono che la portata del pianeta abbia gia' superato il punto di "sforamento" e che siamo gia' entrati in un'era apocalittica che prelude all'imminente estinzione della razza umana.

Non danno alcun credito alla fede dei cornucopiani nella divina ingegnosita' dell'umanita' nel superare i problemi e abbracciano invece un'economia di assoluta entropia. Considerano la fine del petrolio come la fine di tutto. La loro visione del mondo e' terminale e tragica.

La mia e' una posizione intermedia tra questi due campi, sebbene probabilmente un po' decentrata e piu' vicina ai sostenitori dell'estinzione. Ritengo che dovremo affrontare un periodo senza precedenti di terribili difficolta' nel XXI secolo, ma che l'umanita' sopravvivra' e procedera' nel futuro, sebbene non senza aver subito, nel frattempo, alcune gravi perdite in termini di popolazione, aspettative di vita, tenore di vita, mantenimento di conoscenze, tecnologie e dignita'. Credo che assisteremo a un drammatico declino, ma non a un'estinzione. Mi sembra che il cammino dell'esistenza umana comporti lunghi cicli d'espansione e contrazione, successo e fallimento, luce e oscurita', intelligenza e stupidita', e che sia presuntuoso affermare che il nostro tempo e' talmente speciale da segnare la fine di tutti i cicli (anche se credersi tanto speciali sarebbe coerente con il narcisismo degli intellettuali del baby boom). Percio' devo lasciare spazio alla possibilita' che noi esseri umani riusciremo a farcela, anche se dovremo attraversare tempi bui. L'abbiamo gia' fatto.

Estratto dal libro "Collasso" di James Howard Kunstler