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Ecofilosofia, Ecosofia e il Movimento dell’Ecologia Profonda*

di Alan Drengson - 16/12/2005

Fonte: filosofia-ambientale.it


 

Durante gli ultimi trent’anni, i filosofi occidentali hanno criticato gli argomenti di base della
filosofia moderna riguardo il mondo naturale. Questa maturazione è stata solo una parte della
continua espansione del lavoro filosofico che ha coinvolto studi comparati sulle opinioni del
mondo e sulle più recenti filosofie. Siccome gli studi filosofici occidentali hanno spesso ignorato
il mondo naturale e siccome la maggior parte degli studi etici si sono focalizzati sui valori
umani, gli approcci che mettono in risalto i valori ecocentrici hanno preso il nome di
ecofilosofia. Così come la sofia o la saggezza sono la meta della filosofia tradizionale, così il
traguardo dell’ecofilosofia è l’ecosofia o la saggezza ecologica. La Procedura dell’ecofilosofia è
un’indagine continua, vasta e profonda, nei valori, nella natura del mondo e nel sé.
La missione dell’ecofilosofia è quella di esplorare tutti i punti di vista che riguardano i
rapporti e le relazioni tra uomo e Natura. Essa fa proprie le relazioni armoniose e più profonde
tra il luogo, il sé, la comunità e il mondo naturale. Inoltre si accresce attraverso la
comparazione delle diverse ecosofie con le quali le gente sostiene i principi della piattaforma
del movimento, vasto e globale, dell’ecologia profonda.
Ecco la definizione originale di ecosofia di Arne Naess: «Per ecosofia intendo una
filosofia di equilibrio, e armonia, ecologico. Una filosofia, del tipo sofia (o) saggezza, è
apertamente normativa; essa contiene norme, regole, postulati, dichiarazioni di priorità di
valori ed ipotesi che riguardano lo stato degli avvenimenti nel nostro universo. Saggezza vuol
dire politica saggia, norma, non solo descrizione e previsione scientifica. I dettagli di una
ecosofia avranno molte varianti in quanto esistono delle diversità che sono dovute a
significative differenze non solo nei “fatti” come l’inquinamento, le risorse, la popolazione ecc.
ma anche nelle priorità dei valori.» (Vedi A. Drengson e Y. Inoue, 1995, pag. 8.)
Nel 1973 (Inquiry 16, pp. 95-100) il nome deep ecology movement, ovvero “movimento
dell’ecologia profonda”, venne introdotto nella letteratura ambientale dal professore filosofo e
scalatore norvegese Arne Naess. (Per una ristampa dell’articolo vedi Drengson e Inoue 1995.)
L’ambientalismo nacque come movimento politico popolare, grass root, negli anni 1960 con la
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pubblicazione del libro Primavera sile nziosa, Silent Spring, di Rachel Carson. Coloro i quali
erano già attivi nelle battaglie della conservazione/preservazione vennero affiancati da molte
altre persone preoccupate per gli impatti ambientali negativi della moderna tecnologia
industriale. Andando indietro nel tempo potremmo considerare come vecchi membri del
movimento gli scittori e attivisti Thoreau e Muir, mentre la consapevolezza della nuova
corrente è più vicino alla filosofia della saggia conservazione di persone come Gifford Pinchot.
L’articolo di Naess era basato su un intervento che fece a Bucarest nel 1972 alla Conferenza
sulla Ricerca del Futuro del Terzo Mondo, Third World Future Research Conference. In
quell’intervento Naess discusse il vasto retroterra del movimento ecologico e le sue
connessioni col rispetto per la Natura e il valore inerente degli altri esseri viventi. In quanto
amante delle montagne che aveva scalato in tutto il mondo, Naess aveva avuto l’opportunità di
osservare le azioni politiche e sociali nelle diverse culture. Sia storicamente che nel movimento
contemporaneo Naess vide due forme di ambientalismo, non necessariamente incompatibili
l’una con l’altra. Una la chiamò “il vasto movimento dell’ecologia profonda”, long-range deep
ecology movement, l’altra “il movimento ecologista superficiale”. La parola “profondo” si
riferiva anche al livello di ragionamento sulle nostre intenzioni e sui nostri valori quando
discutiamo dei conflitti ambientali. Il movimento “profondo” riguarda il porsi quelle domande
che vanno direttamente alla base dei principi fondamentali. Quello superficiale si ferma prima.
Analizzando comparativamente i movimenti sociali e politici di base, grass root, nella sua
struttura ecofilosofica Naess distingue quattro livelli di ragionamento (vedi la tabella sotto).
Durante la formazione dei movimenti culturali trasversali globali, si sviluppano delle idee
condivise generali che mettono a fuoco il movimento attraverso dei principi piattaforma
(questo è il caso di molti movimenti di letteratura, filosofici, sociali, politici, ecc.), così come lo
sono i principi di giustizia sociale, o i principi di pace e non violenza, o i principi del movimento
dell’ecologia profonda, deep ecology movement (DEM). I principi di questi movimenti
emergono dalla base e per questo vengono chiamati grass root movements (come nella
tradizione gandhiana), e non sono caratterizzati da un potere gerarchico che va dall’alto al
basso.
Tabella che mostra i Livelli delle domande che ci poniamo e della loro esposizione
LIVELLO I presupposti supremi Taoismo, Cristianesimo, Ecosofia T, ecc
LIVELLO II Piattaforma dei principi del movimento Movimento di pace, Movimento
dell’ecologia profonda, Movimento di giustizia sociale, ecc
LIVELLO III Politiche A, B, C, ecc
LIVELLO IV Azioni pratiche X, Y, Z, ecc
[Questa tabella è una semplificazione del diagramma Apron di Naess, vedi Drengson e
Inoue, 1995, pp. 10-12]
Lo scopo dell’ecofilosofia è quello di raggiungere una visione totale, completa, della nostra
condizione, sia come genere umano uma na che come singolo individuo. La completezza
comprende l’intero contesto globale, con noi in esso, noi che condividiamo un mondo di diverse
culture e di diversi esseri viventi. Ci muoviamo verso una visione totale ponendoci domande
profonde – sempre chiedendoci perché – verso norme e condizioni supreme, anche attraverso
la formulazione (o l’applicazione) di politiche e azioni. Molto del lavoro culturale integrato viene
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svolto al livello dei principi della piattaforma, e le nostre opinioni trovano un’ampia
convergenza a questo livello che Naess chiama Livello II. Dal questo livello possiamo iniziare
impegnandoci in questioni profonde e procedere ad una elaborazione della nostra ecosofia
personale, che può basarsi su alcune delle principali filosofie o religioni, come ad esempio il
Panteismo o la Cristianità. Questo livello che comprende le filosofie supreme è chiamato Livello
I. C’è una diversità considerevole a questo livello. Dai principi del Livello II possiamo
sviluppare delle specifiche raccomandazioni e formulazioni politiche, che stanno al Livello III.
L’applicazione delle politiche del Livello III porta alle azioni pratiche del Livello IV. Esistono
grandi diversità di opinioni a livello delle politiche e ancor di più a livello pratico.
Nel porci domande profonde ci muoviamo verso presupposti e norme supremi [dal livello II
al livello I - n.d.T.]. Nel processo di acquisizione e di applicazione ci muoviamo verso un
sostegno alla piattaforma e verso politiche di sviluppo ed azioni pratiche [dal livello II ai livelli
III e IV – n.d.T]. Questo è un processo continuo di avanti e indietro che mantiene la nostra
conoscenza e le nostre azioni in armonia con il mondo che cambia. L’approccio profondo,
quindi, diventa evolutivo, cambiando al cambiare delle condizioni naturali. (Per esempio, la
“new corporation” [o comunità] deve impegnarsi in questo movimento di avanti ed indietro e
così richiede una completa partecipazione degli impiegati, dei diversi leader e dei decisori). Nei
tre movimenti grass root menzionati prima, i principi sono individuali e internazionali. E’
importante notare che c’è una grande diversità al livello delle filosofie supreme. Non abbiamo
tutti l’obbligo di sottoscrivere le stesse filosofie ecologiche supreme per lavorare assieme per il
beneficio del pianeta e delle sue comunità di esseri viventi. Il fronte è molto ampio e ognuno di
noi ha dei valori per dare il proprio contributo nella realizzazione di qualità di vita globalmente
migliori. Dobbiamo lavorare a diversi e svariati livelli.
Naess ha una grande esperienza diretta dei movimenti di pace e di giustizia sociale ed è un
praticante impegnato sulla via della non violenza insegnata da Gandhi (Naess, 1994). Naess è
anche un filosofo della scienza e della logica che ha compiuto lavori innovativi sul linguaggio e
sulla comunicazione. I suoi studi e i suoi viaggi gli hanno dato una conoscenza e una visione
profondamente interculturali. (Per maggiori dettagli sulla sua filosofia della comunicazione vedi
Naess, 1953. Questo lavoro sarà ripresentato nei Selected Works di Arne Naess che saranno
pubblicati in inglese da Klewer nel 2000.) Naess ha delle basi solide per indentificare le
caratteristiche principali del movimento ambientale emergente dalla base, grass-root,
movimento che viene sostenuto dagli attivisti sociali appartenenti ad ogni credo politico. La
distinzione superficiale-profondo che egli descrive non rispecchia la vecchia spaccatura
destra/sinistra, ma è trasversale a molte suddivisioni convenzionali.
Sia nel suo intervento che nel suo scritto Naess spiegò la differenza tra i movimenti
ecologici superficiali a breve termine e quelli profondi ampi e a lungo termine. Egli spiegò che il
movimento dell’ecologia profonda si caratterizza per il fatto che riconosce il valore inerente di
tutti gli esseri viventi e di qualsiasi tipo di diversità. E questa consapevolezza è la base per le
politiche e le azioni ambientali. Coloro i quali si battono per i cambiamenti sociali basati su
questo riconoscimento sono motivati dall’amore per la Natura e per gli uomini. Essi cercano di
aver cura di tutti i loro modi di agire. Sanno che non possiamo andare avanti con la cultura
industriale come adesso, ma dobbiamo apportare dei cambiamenti fondamentali sia nei valori
che nelle azioni di base, pena la distruzione della diversità, della bellezza del mondo e della sua
capacità di sostenere le molteplici culture umane.
Nel 1972, non tutti capirono che Naess stava delineando la struttura di un movimento
sociale grass-root, e non stava esponendo la sua personale filosofia. Da allora, egli ha lavorato
alla stesura di una piattaforma composta da alcuni principi che chiarissero l’argomento. I
movimenti politici che nascono dalla base, grass-root, spesso uniscono le persone che hanno
credi e retroterra diversi. Per dichiarare gli obiettivi condivisi del movimento si usa scrivere una
piattaforma. La piattaforma presenta i principi generali che uniscono il gruppo in termini di
progetti, scopi e valori condivisi.
Naess e altri hanno proposto una raccolta di otto principi per caratterizzare il movimento
della ecologia profonda come parte di un movimento ecologico generale. Questi principi sono
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sostenuti da persone con un retroterra diverso e che condividono le stesse preoccupazioni per
il pianeta, per i suoi tanti esseri viventi e per le comunità ecologiche. In molte nazioni
occidentali i sostenitori dei principi della piattaforma, scritta sotto, provengono da religioni e
retroterra filosofici differenti. Le loro affiliazioni politiche differiscono notevolmente. Quello che
li rende uniti è la visione a lungo termine di quello che è necessario fare per proteggere
l’integrità delle comunità e dei valori ecologici della Terra. I sostenitori dei principi hanno una
diversità di credenze fondamentali. Per “credenze fondamentali” intendiamo i loro terreni
metafisico personale e religioso di base, per i loro valori, le azioni e il sostegno al movimento
dell’ecologia profonda. Le varie persone e le varie culture hanno differenti storie e mitologie.
Ciò nonostante, tutti possono sostenere la piattaforma e lavorare per trovare le soluzioni alla
crisi ambientale comune. Stanno emergendo tante pratiche diverse, ma in tutte c’è molta
somiglianza, come si può vedere nelle centinaia di problemi ambientali in tutto il mondo.
I sostenitori dei principi della piattaforma, vedi sotto, provengono dalle esperienze di vita
più diverse oltre che da una grande varietà di luoghi e culture. Siccome vivono in posti diversi,
sono diverse anche le azioni pratiche che derivano dalla loro adesione alla piattaforma. Nel
vivere la propria ecosofia, ogni persona ha qualche cosa di unico da dare come contributo. Qui
sotto vengono presentati i principi della piattaforma del movimento della ecologia profonda
così come furono originariamente proposti da Arne Naess e George Sessions nel 1984 durante
un viaggio turistico nella Valle della Morte in California.
Principi della piattaforma del movimento dell’ecologia profonda
1. Il benessere e la prosperità della Vita umana e non umana sulla Terra hanno un valore
proprio (sinonimi: valore intrinseco, valore inerente). Questi valori sono indipendenti dall’utilità
che il mondo non umano ha per soddisfare gli scopi umani.
2. La ricchezza e la diversità delle forme di vita contribuiscono alla realizzazione di questi
valori e sono inoltre valori per se stessi.
3. Gli uomini non hanno il diritto di ridurre questa ricchezza e diversità tranne che per
soddisfare i bisogni umani vitali.
4. La prosperità della vita e delle culture umane è compatibile con una sostanziale
diminuzione della popolazione umana. La prosperità della vita non umana richiede tale
diminuzione.
5. L’attuale interferenza umana nei confronti del mondo non umano è eccessiva e la
situazione sta rapidamente peggiorando.
6. I comportamenti devono quindi essere modificati. Questi comportamenti hanno influenza
sulle strutture economiche, tecnologiche e ideologiche di base. La situazione risultante sarà
profondamente differente da quella odierna.
7. Il cambiamento ideologico è principalmente quello di apprezzare la qualità della vita
(vivere in condizione di valore inerente) piuttosto che cercare un tenore di vita sempre più
alto. Ci sarà una consapevolezza profonda della differenza tra il grande fisico (big) e il grande
metafisico (great).
8. Coloro i quali sottoscrivono i punti precedenti hanno l’obbligo di cercare, direttamente o
indirettamente, di attuare i necessari cambiamenti.
(Bill Devall e George Sessions, 1985, p. 70. Notare che questa piattaforma è stata discussa
in uno scambio di lettere tra Stan Rowe e Arne Naess, pubblicato in origine su The Trumpeter
1996, 13, 1, e ora on line al sito web <
http://www.ecospherics.net >.)
Chiunque sottoscriva questi otto principi è chiamato da Naess e da altri a diventare un
sostenitore del movimento dell’ecologia profonda, non a diventare un ecologista profondo.
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Naess crede che la definizione “ecologista profondo” sia troppo presuntuosa, mentre
“ecologista superficiale” sia scortese. La parola “sostenitore” è più ghandiano e ricco per
interpretazioni. Come già detto, Naess sottolinea che coloro i quali sostengono questi principi
possono farlo partendo da un ampio spettro di vedute fondamentali differenti. Proprio come gli
uccelli costruiscono differenti tipi di nidi nei differenti habitat, così le culture umane che hanno
origine in luoghi ecologici con i propri valori inerenti sviluppano condizioni diverse di ordine
pratico, sociale e tecnologico.
Naess chiama la sua filosofia suprema Ecosofia T. Egli è influenzato profondamente dal
friluftsliv norvegese (un movimento per sperimentare la vita all’aperto, vedi Henderson, 1997),
dalla non violenza ghandiana, dal buddismo Mahayana e dal panteismo spinoziano. T si
riferisce a Tvergastein, il rifugio di montagna di Naess dove la maggio r parte dell’Ecosofia T è
stata elaborata. T si riferisce anche alla parola norvegese “interpretazione” (tolkning) che è
centrale nella sua filosofia del linguaggio e della comunicazione. Una norma di base
dell’Ecosofia di Naess è la Realizzazione del Sé! per tutti gli esseri. Il Sé da realizzare per gli
uomini non è il sé del proprio ego (s minuscola), ma il Sé più grande ecologico (S maiuscola).
Questa distinzione sé/Sé ha delle affinità con il buddismo Mahayana. Naess dice che noi
possiamo realizzare i nostri Sé ecologici in differenti modi. Il percorso da seguire di cui parla
maggiormente è l’estensione dell’identificazione. Egli presume che una persona sia integra ed
abbia un sano ego così da evitare la possibilità che si manifesti il sé piccolo e la sua parte
oscura.
Talvolta la gente confonde il “movimento dell’ecologia profonda” così come descritto sopra,
con la filosofia ecocentrica suprema di Naess, l’Ecosofia T. Naess chiama la sua filosofia
suprema Ecosofia T e non ecologia profonda. E’ sulla base dell’Ecosofia T che egli sostiene
personalmente i principi della piattaforma del movimento ecologico profondo.
Naess tenta di esaminare questa sua visione totale partendo sola dalla norma: Auto-
Realizzazione!, Self-Realization! Per Auto-realizzazione si intende: “l’Auto-realizzazione di tutti
gli esseri!” Il punto esclamativo viene usato per sottolineare che non si tratta di una semplice
esposizione, ma che la frase dice qualcosa che deve essere fatto. Naess sente questa norma
come la base della sua ecosofia di vita. Egli sprona gli altri a sviluppare le proprie ecosofie
basate sulle proprie visioni supreme. L’Auto-realizzazione per gli uomini, dice, può essere
raggiunta in una grande varietà di modi. Il suo metodo è quello di allargare il proprio senso di
identificazione verso un senso più ampio del Sé. Tutti gli uomini hanno questa capacità insita
nella propria natura, come Naess e altri hanno osservato comparando le diverse culture. Noi
tutti abbiamo la capacità di metterci in relazione con un senso molto più vasto del sé, che
trascende l’ego, estendendo il nostro senso di identificazione oltre il solito punto focale dell’ego
e andando verso una sfera più ampia di interrelazioni. Non è difficile, per noi, identificarci con
gli altri esseri viventi. Possiamo veramente praticare e coltivare questa capacità. Un modo è
quello di agire estendendo la nostra cura e il nostro senso. Ci sono, però, tanti altri modi per
esplorare questo Sé più vasto.
Molti autori hanno sviluppato delle ecosofie molto simili a quella di Naess basate anch’esse
sull’idea di estendere la coscienza e la cura ad un Sé ecologico più ampio. Tuttavia ci sono altri
sostenitori del movimento dell’ecologia profonda che hanno ecosofie che non iniziano con la
norma dell’Auto-realizzazione! Con il lavoro sulla psicologia transpersonale Warwick Fox (1990)
ed io abbiamo osservato che l’estensione del sé e l’idea del Sé ecologico si sovrappongono in
diversi modi. Fox chiama questi tipi di Auto-realizzazione delle ecosofie “ecologie
transpersonali”. (Oggi le chiamiamo “ecosofie transpersonali” e il loro studio psicologico è detto
“ecologia transpersonale”). La Teologia della Creazione, Creation Theology, di Matthew Fox
(1988) (che ha una lunga storia come tradizione minoritaria nella cristianità) è una ecologia
transpersonale in forma di filosofia e pratica cristiana che trova in Cristo il principio e il potere
dell’amore rivelato nella creazione continua del mondo. E’ questo che noi dovremmo
profondamente rispettare. Questo ci apre ad un senso espanso del Sé. Un buddista Mahayana,
preoccupato per la redenzione di tutti gli esseri senzienti, può facilmente sostenere i principi
del movimento ecologico profondo.
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Altri scrittori che sostengono i principi della piattaforma del movimento ecologista profondo
hanno criticato l’estensione della propria identificazione. Alcuni preferiscono trovare i loro
presupposti fondamentali e le loro ecosofie basandole su una differente concezione del sé,
sottolineando il sé sociale, in certi casi, o evidenziando le differenze tra il modo in cui si
sviluppa, nelle nostre tradizioni, l’identità propria delle donne in contrasto a quella degli
uomini. In questo modo, alcuni sostenitori del movimento dell’ecologia profonda sono
ecofemministi, altri sono ecologisti sociali, altri ancora Cristiani.
Nessun sostenitore del movimento dell’ecologia profonda così come è stato caratterizzato
sopra potrebbe essere anti-umano, come a volte è stato detto. Alcuni ambientalisti vociferanti
che dichiarano di essere dei sostenitori del movimento hanno detto e scritto cose dal carattere
misantropo. Essi non hanno spiegato come tali dichiarazioni sono compatibili con l’impegno del
primo principio della piattaforma che riconosce il valore inerente di tutti gli esseri, uomini
compresi. I sostenitori del movimento dell’ecologia profonda deplorano le dichiarazioni e le
azioni antiumane. Essi sostengono la non violenza di Gandhi nelle parole e nelle azioni. Arne
Naess dice di essere un sostenitore dell’ecofemminismo, dell’ecologia sociale, della giustizia
sociale, della bioregione e dei movimenti di pace. Egli crede che i principi della piattaforma del
movimento dell’ecologia profonda siano sufficientemente ampi per comprendere tutto questo.
Un’altra disputa è centrata sulla critica all’antropocentrismo proposta da alcuni sostenitori
del movimento dell’ecologia profonda. “L’antropocentrismo” ha svariati, differenti, significati.
Non dobbiamo lasciare che dei malintesi verbali ci dividano. Quando difendiamo i nostri cari o
siamo scossi più dalla sofferenza uma na che dalla sofferenza di altri esseri, noi stiamo agendo
come discendenti, genitori, amici, amanti ecc.. Si può sostenere il movimento dell’ecologia
profonda ed essere d’accordo con questi sentimenti. Quello che non va è il rifiutare di
riconoscere il valore inerente degli altri organismi fino a essere disposti a permettere uno
sfruttamento spietato e la distruzione di altre forme di vita solo per pura convenienza e profitto
umano. L’antropocentrismo come pregiudizio contro altre forme di vita non riconosce che noi
siamo parte di queste vite e loro sono parte di noi. Il nostro sé umano nel senso più profondo
non può essere separato dalla terra da cui siamo cresciuti. L’antropocentrismo è obiettabile
quanto sottolinea “prima gli uomini!” senza interessarsi delle conseguenze per gli altri esseri.
Quando esploriamo il nostro Sé ecologico incorporato in noi, scopriamo le nostre affinità con
gli altri esseri come facenti parte della nostra umanità. Questo, ancora una volta, sottolinea
che i principi della piattaforma si riferiscono al valore intrinseco di tutti gli esseri, compreso gli
uomini. I sostenitori della piattaforma del movimento dell’ecologia profonda sono impegnati a
riconoscere e rispettare in teoria e in pratica il valore inerente degli uomini e degli altri esseri.
Questo porta a compiere azioni che cercano di minimizzare il nostro impatto sulle comunità
ecologiche e sulle altre culture umane. Per iniziare il processo di limitazione del nostro impatto
servono necessariamente diverse strategie. Nel campo degli affari, ad esempio, The Natural
Step, il passo naturale, (Nattrass e Altomore, 1999) è un processo di attenuazione degli
impatti negativi e un incoraggiamento a compiere quelli positivi. Esso utilizza iniziative che
partono dalla base (bottom up), diversi leader, e un continuo avanti e indietro tra lavoratori e
leader. Per saperne di più sull’ecologia industriale e sui nuovi valori e indirizzi di lavoro e affari
vedi Hawkeen (1993 & 1999), sugli alti valori della direzione vedi Secretan (1996).
Una persona che accetta i principi della piattaforma del movimento dell’ecologia profonda
deve impegnarsi a rispettare il valore intrinseco della ricchezza e della diversità. Questo, a sua
volta, porta ad una critica della società industriale. Questa critica è trasversale ai confini
culturali. Si presenta sia all’interno che all’esterno delle società industriali. E, in parte, da tale
critica all’interno delle società moderne nasce il sostegno alle culture indigene. In sostanza la
critica si sviluppa più o meno in questi termini:
La cultura industriale si propone, essa stessa, come l’unico modello accettabile per il
progresso e per lo sviluppo. Tuttavia, l’applicazione di questo modello e dei suoi sistemi
finanziari e tecnologici a tutte le aree del pianeta porta alla distruzione dell’habitat,
all’estinzione delle specie viventi e alla distruzione delle culture indigene. Il crollo della
biodiversità riguarda la perdita di specie indispensabili, di popolazioni e di processi che
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realizzano le necessarie funzioni biologiche e riguarda anche la perdita di una grande varietà di
altri valori che sono buoni in sé e dipendono dalla preservazione della diversità naturale e dei
processi evolutivi naturali. La società industriale è una monocoltura nell’agricoltura e nella
economia forestale, e in ogni altro modo. I suoi modelli di sviluppo considerano la Terra solo
come materiale grezzo da usare per soddisfare il consumo e la produzione per appagare non
solo i bisogni vitali, ma i desideri arroganti la cui soddisfazione ric hiede sempre maggiore
consumo. Le sue monocolture distruggono la diversità biologica e culturale, che sono entrambe
buone in sé e indispensabili alla nostra sopravvivenza e alla nostra prosperità. I vecchi modelli
industriali di sviluppo sono ora sostituiti dall’approccio ecologico a cui questo scritto fa
riferimento. (Vedi i siti web elencati sotto).
Se non accettiamo il modello di sviluppo Industriale, cosa accade? Accettare i principi della
piattaforma dell’ecologia profonda ci porta a studiare le ecosofie dei popoli aborigeni o indigeni
per imparare da loro i valori e le pratiche che possono aiutarci ad abitare saggiamente nei
singoli territori. Possiamo anche attingere conoscenza dalla saggezza dei nostri luoghi e dai
molti esseri viventi che li abitano. Allo stesso tempo, i valori ecocentrici richiamati nella
piattaforma ci portano a capire che tutte le culture umane hanno lo stesso interesse a far sì
che la Terra, e la diversità, riprenda a prosperare per il nostro bene, per il suo proprio bene e
perc hé la amiamo. La maggior parte delle culture vuole prosperare e realizzarsi in armonia con
gli altri esseri viventi e le altre culture. Come possiamo sviluppare meglio una conoscenza
comune che ci permetta di lavorare con civiltà verso l’armonia con le altre culture, le altre
creature e gli altri esseri viventi? I principi della piattaforma dell’ecologia profonda sono linee
guida che vanno in questa direzione. Il rispetto per la diversità ci porta a comprendere le
forme della saggezza ecologica che crescono fuori da certi territori e certi contesti. I sostenitori
del movimento dell’ecologia profonda difendono la specificità del luogo, la saggezza ecologica e
le pratiche tecnologiche vernacolari. Nessuna filosofia e nessuna tecnologia è applicabile
all’intero pianeta. La diversità a qualsiasi livello è buona!
In occidente si assiste ad un rinnovamento delle pratiche cristiane che sostengono
l’ecoteologia e che si basano su uno spirito rispettoso per la Creazione. Il fermento di questo
come di nuovi paradigmi ecocentrici – influenzati dall'ecologia e dalla scienza di confine,
leading edge science, ha portato scrittori come Thomas Berry (1988) al tentativo di imbastire
una “nuova storia” che fosse la base per quelle iniziative occidentali volte al raggiungimento di
una società ecologicamente saggia e armoniosa. Tutti questi tentativi possono considerarsi
compatibili col sostegno dei principi della piattaforma dell’ecologia profonda, con, forse, alcune
piccole modifiche.
Il bioregionalismo (vedi The Planet Drum, e anche Sale 1985) è una forma attivista di
supporto per il movimento dell’ecologia profonda. I progetti: The Wildlind Project, The Arne
Naess Selected Works Project, il Ecoagricolture Movement, e il Ecoforestry Institute nonché i
programmi educativi dell’Institute for Deep Ecology e la Ecostery Foundations sono alcuni
esempi di applicazioni dei principi dell’ecologia profonda per lavorare a sostegno della
biodiversità, della preservazione della natura selvaggia e del ripristino ecologico. Altri impegni
profondi comprendono la Ecopsicologia (Roszak et al. 1995), The Natural Step, The Turning
Point Project, il progetto per misurare le nostre impronte ecologiche (Rees e Wackernagel
1996), il Redefining Progress e le sue valutazioni col General Progress Index o GPI.
Per le applicazioni specifiche all’economia forestale vedi Drengson e Taylor (1997). Per
esempi di come il pensiero e la pratica buddista hanno influenzato alcune ecosofie occidentali
vedi il lavoro di Johanna Macy (1991) e Gary Snyder (1990). Per le applicazioni e le critiche
per le prospettive del Terzo Mondo vedi gli scritti di Vandana Shiva (1993) e Helena Norberg-
Hodge (1991). Sul commercio, l’economia globale e la rilocalizzazione vedi Jerry Mander e
Edward Goldsmith (1996). Per sapere di più sul capitalismo naturale e l’ecologia industriale
vedi Paul Hawken, Amory e Hunter Lovins (1999). Per imparare di più sull’ecofilosofia e il
movimento verso valori più profondi e diversi, consulta le note bibliografiche e i siti web (non
esaustivi) listati qui sotto.
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Rees, Bill e Mathis Wackernagel. 1996. Our Ecological Footprint: Reducing Human Impact
on the Earth. Gabriola Island, New Society Publishers.
Roszak, T., Gomes, M.E. & Kanner, A.D. 1995. Ecopsychology: Restoring the Earth, Healing
the Mind. San Francisco, Sierra Books.
Sale, Kirkpatrick. 1985. Dwellers on the Land: The Bioregional Vision. San Francisco, Sierra
Club Books.
Secretan, Lance. 1996. Reclaiming Higher Ground: Creating Organizations that Inspire the
Soul. Toronto, Macmillan.
Sessions, George, Editor. 1995. Deep Ecology for the 21st Century. Boston, Shambhala.
Shiva, Vandana. 1993. Monocultures of the Mind: Biodiversity, Biotechnology and the Third
World. Penong, Third World Publishing. In italiano Monoculture della mente, Bollati Boringhieri,
2001
Snyder, Gary. 1990. The Practice of the Wild. Berkeley, North Point Press.
Spretnak, Charlene. 1997. The Resurgence of the Real: Body, Nature, and Place in a
Hypermodern World. Reading MA, Addison-Wesley.
Ecco alcuni siti web rilevanti per il movimento dell’ecologia profonda. Dalle filosofie supreme
di tutte le culture alle azioni pratiche
1. The Trumpeter: Il Giornale di Ecosofia:
http://trumpeter.athabascau.ca
2. Informazioni sull’Ecoforestry: http://ecoforestry.ca
3. Per il progetto The Turning Point Project e le campagne sul cambiamento delle pratiche
ecologicamente responsabili vedi:
http://www.turnpoint.org
4. Per saperne di più sul commercio internazionale e la globalizzazione vedi il International
Forum on Globalization:
http://www.ifg.org
5. L’approccio The Natural Step per cambiare le pratiche in affari che è partito in Svezia,
vedi:
http://www.naturalstep.org
6. Per ridefinire e misurare il proresso vedi: http://www.rprogress.org
7. Nel Canada orientale la ridefinizione di progresso è descritta a:
http://www.gpiatlantic.org
8. Il sito web di Bill Devall’s dell’ecologia profonda è a: http://www.deep-ecology.net
9. Il sito web orientato ecologicamente di Ted Mosquin’s ecocentrically è a:
http://www.ecospherics.net
10. Il Wildlands Project è a: http://www.twp.org
11. L’istituto per l’Ecologia Profonda è a: http://www.deep-ecology.org
12. The Earth Institute è a: http://www.nwei.org
13. The Land Institute è a: http://www.landinstitute.org
14. Ecopsychology si trova a: http://www.isis.csuhayward.edu
15. Per saperne di più sul capitalismo naturale vedi: http://www.naturalcapitalism.org
Note sull’autore
Alan Drengson è professore emerito presso the University of Victoria B.C. Canada dove è
stato Direttore degli Studi Ambientali, Director of Environmental Studies, e membro del
Dipartimento di Filosofia, Philosophy Department.
E’ autore di numerose pubblicazioni, come Beyond Environmental Crisis (1989), Doc Forest
and Blue Mountain Ecostery (1993), The Practice of Technology (1995), è stato curatore (coeditor)
de The Philosophy of Society (1978), The Deep Ecology Movement: An Introductory
Anthology (1995), e Ecoforestry: The Art and Science of Sustainable Forest Use (1997), ha
inoltre fondato due riviste trimestrali: The Trumpeter: Journal of Ecosophy, e Ecoforestry.
E’ praticante di Aikido, musicista, consulente e ama viaggiare nella natura selvaggia.
Può essere contattato alla e-mail:
ecosophy@islandnet.com o all’indirizzo Box 5853 Stn B, Victoria, B.C., Canada V8R 6S8.

*Questa è la versione italiana dell’articolo: “Ecophilosophy, Ecosophy and the Deep Ecology Movement: An
Overview” pubblicato sul sito
http://www.ecospherics.net/pages/DrengEcophil.html Una precedente versione di
questo articolo è apparsa in The Trumpeter: Journal of Ecosophy, Vol 14, No. 3, Summer 1997, pp. 110-111, col titolo
An Ecophilosophy Approach, the Deep Ecology Movement, and Diverse Ecosophies
L’autore ringrazia Arne Naess e Ted Mosquin per i loro suggerimenti.
La versione italiana dell’articolo (tradotto e pubblicato con il permesso dell’autore) è curata da Piergiacomo Pagano
e Francesca Pazzaglia ed è volutamente molto vicina alla traduzione letterale.
Ecofilosofia, Ecosofia e il Movimento dell’Ecologia Profonda: una panoramica; Alan Drenson © 1999