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Telefonate consortili

di Marco Travaglio - 19/12/2005

Fonte: onemoreblog.org

 

«La sinistra calce e martello, quella che una volta aveva i correntoni e adesso ha i conto correntoni. La Bresso nel 2000 diceva: "l'Alpentunnel avrà un impatto a dir poco devastante". Chiamparino dichiarava, a proposito di un sindaco suo amico: "Se Bernardi ha preso le tangenti, io sono un cretino”. Il giorno dopo Bernardi ha confessato. Siamo autorizzati a dire che Chiamparino fa rima con cretino».

Alla festa di Torino c'era anche Marco Travaglio, che ha infierito sulla sinistra anche più del solito con le parole riportate qui sopra (fonte l'Unità di ieri 18/12/2005). L'aggressività di Travaglio induce a dare un significato politico alla frase pronunciata da Piero Fassino il 15/12 nel corso della piuntata di Otto e mezzo su LA7: «Molto spesso (Travaglio) scrive cose inesatte».
Ora, è noto che da sempre, fin da prima della cacciata di Furio Colombo dalla direzione de l'Unità, la dirigenza DS preme, in sintonia con i riformaroli più feroci, per chiudere la collaborazione con Travaglio. In quest'ottica la frase del segretario può essere letta come segnale di tipo mafioso, con doppia chiave di letura. La seconda sarebbe: «la caccia a Travaglio è aperta».
Come sempre quando la preda è di quelle difficili da beccare, si mettono all'opera gli avvoltoi più feroci. Oggi sul Corsera c'era anche Claudio Velardi, anima nera di D'alema e nemico di Travaglio almeno quanto lo è Cuperlo. Velardi è stranamente presente sulla stampa in questi giorni, un segno che non lascia prevedere granché di buono. Da parte sua, Marco si difende con la grinta di sempre. Ecco una sua replica a Dagospia, che lo dà in prossima partenza da l'Unità:

Caro Dago, non so dire se davvero - come hai scritto - le mie "Bananas" sull'Unità "finiranno presto al macero". So soltanto che a chiamarmi a collaborare con l'Unità fu Antonio Padellaro che, insieme a Furio Colombo, mi ha sempre garantito la massima libertà. Pagando, per questo, prezzi piuttosto alti. Quanto al complimento che mi ha rivolto ieri sera, ovviamente in contumacia, Piero Fassino a "Otto e mezzo", resto in attesa di conoscere quando avrei "scritto cose inesatte", visto che non ho mai ricevuto rettifiche nè denunce da parte sua nè di suoi amici (che peraltro minacciavano querele). Comprendo il nervosismo di Fassino, con questi chiari di luna, e temo che non abbia gradito da me scritte su MicroMega e nel mio libro "Inciucio" sulle sue telefonate consortili e sui trascorsi giudiziari di alcuni suoi stretti collaboratori. Càpita nelle migliori famiglie che il problema non siano le cose inesatte scritte dai giornalisti. Ma quelle esatte.

Grazie Lo per il materiale.

Fonte: Link: http://www.onemoreblog.org/archives/008951.html
19.12.05