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Italiani: sempre più ansiosi sul cibo

di corriere della sera - 24/12/2005

Fonte: corriere.it


Alla ricerca di sicurezza, qualità e informazione. Il 95,2% preoccupato per i residui chimici,  l'88,3% per gli Ogm


Roma, 21 dic. (Apcom) - Gli italiani a tavola? Ansiosi e preoccupati: l'87,4% dei consumatori considera infatti il sistema di produzione "molto rischioso", e il 75,8% si descrive "ansioso" nell'assumere i cibi. IL 67,1% degli italiani è preoccupato dagli ormoni, il 66% dai pesticidi e il 64,3% dai pesticidi, e quasi tutti chiedono più qualità per i prodotti alimentari.
Per quanto riguarda i prodotti a denominazione riconosciuta, il 75,4% e il 63,6% del campione consuma, rispettivamente, i Prodotti "tipici", come Dop e Igp, e quelli a denominazione di origine controllata, Doc.
Inoltre il 73,2% degli intervistati ha dimostrato di essere piuttosto informato o, addirittura, informatissimo sulla correttezza dei comportamenti a tavola e delle abitudini alimentari, mentre l'etichetta dei prodotti risulta essere la fonte di informazione più affidabile.
Questo l'identikit tracciato dal rapporto "Gli Italiani a tavola. Stili di vita e rischi alimentari" presentato oggi a Roma dal Movimento Difesa del Cittadino, sulla base di un'indagine realizzata dall'associazione in collaborazione con l'Ires, Istituto di Ricerche Economiche e Sociali.
I timori degli italiani - spiega il rapporto - sono riferibili tanto all'intera filiera di produzione dei cibi quanto agli elementi contenuti nei cibi stessi, quali conservanti, ormoni o antibiotici.
Queste preoccupazioni verso l'alterazione diretta dei cibi, fin dalla loro origine, vengono confermate dai dati relativi agli elementi di rischio individuati nel sistema di produzione: il 95,2% degli intervistati è preoccupato per l'uso di prodotti chimici, l'88,3% per l'uso di prodotti Ogm, seguono, con l'82,1%, il sistema di trasporto e, con il 76,4%, la gestione dei punti vendita.
Quasi la metà degli italiani, il 45,2%, è diposto a pagare di più per ottenere maggiori certificazioni e garanzie, e gli attributi di cui gli intervistati tengono maggiormente conto nella scelta dei cibi sono il sapore (97,2%), la data di scadenza (96,5%), i benefici per la salute (94,0%).
Tuttavia, un intervistato su tre (29,6%) non sa dare una definizione corretta di prodotto biologico. Per quanto riguarda i prodotti tipici, gli italiani sembrano non avere un'idea chiara di cosa siano, confondendo le certificazioni Dop e Igp con i cibi della tradizione culinaria italiana. Stessa tendenza con riferimento agli Ogm: due consumatori su tre non sanno cosa veramente essi significhino.


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Italiani, 3 su 4 in ansia per qualità cibi

Ci si fida del'etichetta e del medico. Ma si verifica anche su Internet.
Preoccupa sopratutto il sistema di produzione, ma anche la presenza di ormoni, presticidi e antibiotici

ROMA - Pesticidi? Organismi geneticamente modificati? Antibiotici? Ormoni? È lunga la lista delle «presenze» che turbano gli italiani a tavola. Tre nostri connazionali su quattro sarebbero «preoccupati» e «ansiosi» al momento di sedersi a tavola proprio perchè incerti sulla garanzia offerta dagli alimenti.
È quanto risulta da un rapporto dal titolo «Gli italiani a tavola. Stili di vita e rischi alimentari» presentato dal Movimento Difesa del Cittadino sulla base di una indagine realizzata in sinergia con l'Ires (Istituto di ricerche economiche e sociali).

L'INDAGINE - Dalla indagine, condotta sulla base di un questionario sottoposto a 750 persone adulte sull'intero territorio nazionale, si evince che ansia e preoccupazione sono le emozioni più sentite dagli italiani a tavola: ben l'87% considera «molto rischioso» il sistema di produzione e il 75,8% si dimostra «ansioso» sulla qualità di ciò che ingerisce. I principali timori sugli alimenti riguardano gli ormoni (67,1%), seguiti dai pesticidi (66%) e dagli antibiotici (64,3%).
Elementi di rischio nel sistema di produzione degli alimenti sono ritenuti nell'ordine i prodotti chimici (95,2%), gli OGM (88,3%) e poi il sistema di trasporto, la gestione dei punti vendita, la produzione in paesi extra Unione Europea, mentre l'assenza di marca preoccupa poco più di un consumatore su due.

INFORMAZIONE - Per quanto riguarda le fonti di informazione, secondo i consumatori quella più affidabile è l'etichetta dei prodotti, seguita dai consigli del medico, dalle riviste e dai siti Internet specializzati, dalla televisione e dalla pubblicità. I prodotti più conosciuti sul versante della qualità sono i Dop (li conosce l'83,4% del campione), seguiti dai biologici (81,1%) e dai Doc (74,6%); i meno conosciuti sono quelli del commercio equo e solidale (sa di cosa si tratta solo un terzo del campione).
Uno scenario apparentemente positivo che però riserva delle sorprese: un intervistato su tre pur conoscendo il biologico non ne sa dare una definizione corretta; e su cosa siano i prodotti tipici regna una profonda ignoranza: sono molti infatti gli intervistati convinti che «tipici» siano le melanzane alla parmigiana e il «vino del contadino».

OTTIMISTI E ALLARMISTI - A tavola, secondo la ricerca Ires-Movimento difesa cittadino, gli italiani si dividono in quattro categorie: gli «ottimisti», il gruppo maggiore con il 47% del campione, rappresentano i consumatori con la più bassa percezione dei rischi alimentari, poco disposti a pagare di più in cambio di più qualità, abbastanza informati.
Il loro identikit?
Fra i 45 e i 64 anni, coniugati, diploma di media superiore, lavoratori occupati stabilmente o pensionati.
Al secondo posto il gruppo degli «incuranti», uno su quattro circa con il 24,6% del campione: poco informati, poco attenti ai rischi e alla qualità degli alimenti.
È una fascia costituita per lo più di anziani, abitanti nei piccoli centri, di sesso femminile, non lavoratori o pensionati, con la più alta percentuale di persone prive di titolo di studio.
Al terzo posto con il 22% del totale gli «allarmisti»: preoccupati, ansiosi con una altissima percezione dei rischi alimentari, sarebbero disposti a pagare prezzi anche molto alti in cambio di sicurezza sulla provenienza e sulla qualità.
Ultimo posto, con solo il 6,8% del campione, la categoria degli «edonisti equilibrati».
Alta propensione all'informazione, elevata percezione dei rischi, elevato livello culturale, coloro che rientrano in questa categoria scelgono prodotti di alta qualità alimentare, ma senza ansie particolari, sono giovani e colti, leggono sempre le etichette sui prodotti anche se si dimostrano poco propensi a seguire le indicazioni della pubblicità.