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Nucleare e collettori solari

di Francesco Giusiano - 15/09/2005

Fonte: Sustainability

Nucleare e collettori solari

Francesco Giusiano

In quest'ultimo articolo prima delle vacanze vorremmo riprendere in considerazione il nostro recente contributo a proposito dell'ipotetico rilancio del nucleare in Italia, accostandogli due notizie diverse, e in apparenza poco collegate.

La prima notizia è recentissima. Il 28 giugno il sistema elettrico italiano ha fatto segnare un nuovo record per l'erogazione di potenza elettrica: alle 11 la potenza richiesta in rete è stata di 54.163 MW, ben 656 in più rispetto al record del 23 luglio 2004. La spiegazione è chiara: le temperature molto elevate di fine giugno hanno fatto impennare la richiesta di potenza elettrica per il condizionamento di ambienti, e questo sovrapponendosi alla solita richiesta ha provocato l'assorbimento record.

Di fronte a questo dato, la risposta di molti commentatori sarà ovviamente: dobbiamo sbrigarci a tornare al nucleare, prima che l'ulteriore aumento del prezzo dei prodotti petroliferi e del gas naturale metta definitivamente in crisi il nostro sistema elettrico! Crediamo di avere spiegato nel nostro ultimo articolo perché ci sembra che la speranza di rimediare a breve termine ai nostri problemi di potenza elettrica con l'enunciazione della necessità di tornare al nucleare sia solo una pia illusione.

E veniamo alla seconda notizia. Questa un po' più vecchia, apparsa nel numero di marzo di una rivista specialistica del settore solare, ovviamente non ripresa dai quotidiani e disponibile sul sito dell'Assolterm: da quando il comune di Carugate ha introdotto una normativa che impone, e contemporaneamente facilita a livello burocratico, l'installazione di collettori solari termici (per la produzione di acqua calda sanitaria e per l'eventuale contributo al riscaldamento invernale), l'installazione di questi dispositivi è aumentata bruscamente rispetto al passato (attualmente la superficie pro capite di collettori installati a Carugate è dieci volte maggiore della media nazionale), dimostrando ancora una volta che gli ostacoli non sono tecnici, ma normativi e "culturali".

Qualcuno potrebbe obiettare che i collettori solari termici c'entrano come i cavoli a merenda con i problemi del sistema elettrico, ma sbaglierebbe di grosso! In effetti, se è vero che a mettere sotto pressione il sistema elettrico è stato il gran sole di fine giugno, è facile capire che intercettare una frazione di radiazione solare con i collettori, prima che arrivi a scaldare tetti e facciate e poi l'interno degli edifici, oltre a evitare l'uso di combustibili per produrre acqua calda, riduce anche la necessità di potenza elettrica necessaria per il condizionamento degli edifici stessi e quindi la sollecitazione al sistema elettrico. Ed il grosso vantaggio è che l'investimento per installare i collettori solari termici è comunque un investimento che ha senso in termini finanziari, con tempi di ritorno non superiori a 4-5 anni anche in assenza di qualunque incentivo.

Ovviamente non stiamo dicendo che i problemi del nostro sistema elettrico si possono risolvere in pochi mesi semplicemente promuovendo l'installazione di collettori solari termici: però crediamo che un approccio al problema più complessivo e più concretamente realizzabile sia meglio che non l'insistenza su prospettive molto più incerte e lontane.

Francesco Giusiano
Coordinatore Progetto Sustainability
Università degli Studi di Parma
email sustain@fis.unipr.it
http://www.fis.unipr.it/sustainability