Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / L'economia in un hamburger

L'economia in un hamburger

di www.adnkronos.it - 16/01/2006

Fonte: www.adnkronos.it

 

L'indice è stato elaborato nel 1986 dall'Economist
Il Big Mac Index si basa sulla teoria della ‘parità del potere di acquisto’: In Svizzera quello più costoso, in Cina quello più economico

Roma, 16 gen. (Ign) - Contro di lui combattono no-global e obesi di tutto il mondo. Eppure dal 1986 l’hamburger, che ha lo stesso gusto ovunque lo si consumi, è diventato anche un importante indicatore economico. Si chiama ‘Big Mac Index’ (Indice Big Mac), e in questo caso non si mangia ma si misura. Alla base della teoria, elaborata vent’anni fa dal settimanale britannico ‘The Economist’, alcune domande che appassionano gli esperti di macroeconomia: qual è la velocità di crescita dell’economia mondiale? Quanto è importante la Cina come motore di questa crescita? Qual è la ricchezza media di un americano paragonata a quella di un cinese?

La parità del potere d’acquisto - Le risposte a queste domande dipendono da come si converte il valore della produzione dei differenti paesi in moneta corrente. Ma i prezzi tendono ad essere più bassi nelle economie povere: spendere un dollaro in Cina, per esempio, vale molto di più che spenderlo in America. Meglio dunque usare la teoria della ‘parità del potere di acquisto’ (in inglese PPP, acronimo che sta per ‘purchasing-power parity'), ovvero scegliere un bene di consumo standard rispetto al quale calcolare le variazioni dei prezzi nei singoli paesi e stabilire così il tasso di cambio delle singole valute.

L’indice Big Mac- L’hamburger consumato in almeno 120 paesi del mondo diventa così il ‘paniere’ di riferimento. Secondo i dati pubblicati dal settimanale inglese lo scorso 12 gennaio, il Big Mac più costoso (4,93 dollari) si trova in Svizzera, mentre quello più economico in Cina (1,30 euro). Il prezzo medio americano, invece, è di 3,15 dollari. Questo, secondo gli esperti, indica che lo yuan è svalutato del 59% rispetto al dollaro, mentre il franco svizzero è sopravvalutato quasi della stessa percentuale.