Afghanistan, la Russia ritorna sul luogo del delitto
di Enrico Piovesana - 26/03/2008
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![]() Un corridoio attraverso i Paesi della Csto. La proposta – già trasmessa all’inizio del mese alla Nato attraverso il nuovo ambasciatore russo a Bruxelles, Dimitry Rogozin – consiste nel coinvolgimento della Russia e della Csto (l’alleanza militare delle repubbliche ex sovietiche) nel conflitto afgano, finora patrimonio esclusivo degli Usa e della Nato. Ben sapendo di non potersi permettere, per ovvie regioni di opportunità storica, di inviare truppe russe in Afghanistan, Mosca propone a Washington e ai suoi alleati una collaborazione strategica che si concretizzerebbe subito con l’apertura di un corridoio di rifornimento attraverso la Russia, il Kazakhstan e l’Uzbekistan.
![]() L’offerta di Putin, che non per caso arriva in un momento critico per la Nato in Afghanistan e di sostanziale crisi nel rapporto di fiducia tra Usa e Pakistan, risulta quindi molto allettante per gli alleati occidentali. Se non fosse per le sue rivoluzionarie conseguenze geopolitiche.
![]() Ma per Washington – a cui tra l’altro non sfugge che collaborare con la Csto significa farlo anche con la Sco (il patto di Shanghai dominato dalla Cina) – questo significherebbe legittimare il mulilateralismo e rinunciare al proprio ruolo di potenza egemonica globale basata su una strategia di contenimento verso Russia e Cina che necessita di una Nato in espansione e in contrapposizione con le due potenze orientali. La proposta dell’astuto statista del Cremlino divide l’Occidente e mette con le spalle al muro gli Stati Uniti, che ora si trovano davanti a un bivio: accettare, ponendo le basi di un nuovo ordine mondiale multipolare; oppure rifiutare, imboccando definitivamente la strada di una nuova guerra fredda con Russia e Cina. |