Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / La "struttura che connette" di Gregory Bateson

La "struttura che connette" di Gregory Bateson

di Michael Talbot* - 23/01/2006

Fonte: globalvillage-it.com


 

Per tutta la vita, Bateson, figlio del genetista William Bateson e sposato, per un certo tempo, con Margaret Mead, dedicò molto del suo tempo a formulare un criterio in grado di definire la mente. Mind and Nature del 1980, l'ultimo libro pubblicato prima della sua morte, contiene le sue conclusioni.

Sebbene Bateson non avesse mai menzionato il termine funzionalismo in alcuno dei suoi lavori, il suo punto di vista è spesso identico a quello proposto dai funzionalisti. Per esempio, come i funzionalisti, ritiene che la mente sia un principio esplicativo necessario alla comprensione del comportamento umano, e come i funzionalisti, era anche insoddisfatto sia dal materialismo che dal dualismo; ha scelto, infatti un terreno di mezzo dal quale la mente potesse essere considerata come pura informazione. Secondo Bateson: "La mente è vuota; non è niente. Esiste solo nelle sue proprie idee, e queste pure sono niente".

Quello che separava Bateson dai funzionalisti era l'aveva riconosciuto la natura di "nothing" (letteralmente non cosa) della mente, circa mezzo secolo fa, e da allora l'essere andato avanti dedicando una grossa fetta della sua vita professionale a comprendere come "something" (lett. qualcosa), che sembrava essere "no thing", potesse produrre tanti fenomeni diversi come il nostro senso del sì, l'abilità di apprendere e assimilare nuove informazioni, la nostra saggezza, la nostra follia, l'intero panorama del comportamento umano.

La risposta cui Bateson pervenne era che questo "nothing" possedeva una complessa dinamica e, pur non essendo né sostanza né energia, scorreva in complessi rivoli all'interno delle menti e fra le menti, compenetrando tutto quello che conosciamo come umano, in disegni che possiedono una misteriosa regolarità. Secondo Bateson è la regolarità dei disegni a fornirci il miglior criterio per definire la mente. Nelle dinamiche della mente umana è stata rilevata una notevole regolarità: l'informazione coinvolta nei processi mentali fluisce in catene circolari e/o più o meno complesse, non solo all'interno della mente ma fra la mente e l'ambiente circostante. Pertanto, quando si trova un "something", un qualcosa che emette informazioni, come un faro, e non importa quanto sembri intelligente l'informazione, non c'è comunque ragione di ritenere che quel qualcosa stia funzionando come una mente a meno che non sia anche in grado di ricevere l'informazione ed incorporarla in qualche modo con l'informazione che sta mandando fuori.

Un secondo importante criterio di definizione della mente che Bateson ha proposto, consiste nel fatto che il "something" usa spesso questo flusso circolare di informazione per autoregolarsi e mantenere la propria identità. Per esempio, se il "something", il qualcosa, riceve l'informazione di pericolo, magari in forma di forte calore, non resterà passivo ma reagirà in qualche modo. Differenti "something" reagiranno, naturalmente, in modo differenti ai differenze ti tipi di informazioni, ma tutte le "cose", che definiremmo menti, utilizzeranno almeno alcuni dei flussi circolari di informazione che li attraversano per l'auto- preservazione.

È ovvio che la mente umana adempie ad entrambi i criteri di Bateson.

In ogni caso, quello che diventa ovvio è che sistemi non viventi, come le tartarughe robot di Walter, adempiono pure di due criteri di definizione di mente. I robot elaborano flussi circolari di informazione, ed utilizzano il circuito di informazione per auto regolarsi, come, quando, per esempio, hanno "mangiato" abbastanza elettricità e si allontanano dai contatti elettrici all'interno della loro struttura.

Il fatto che la mente umana e certi sistemi non viventi operino in modo simile è la tesi centrale della scienza cibernetica lo studio dei sistemi autorelogantisi sia meccanici che biologici fondata nel 1940 dal matematico M.I.T. Norbert Weiner. La scienza di Weiner ha dato un grande aiuto alla coesione del pensiero di Bateson su questa materia. Fu, comunque, il genio di Bateson ad espandere il concetto ulteriormente ed a vedere che i medesimi criteri di definizione di mente in una miriade di fenomeni fra i più inaspettati.

Per esempio, mentre studiava la tribù Iatmul sul fiume Sepik un Nuova Guinea, Bateson evidenziò che il flusso di informazione, nelle dinamiche culturali della tribù, seguiva gli stessi principi cibernetici che egli stava tentando di definire per i due criteri di mente. Da ciò Bateson si rese conto che praticamente tutte le organizzazioni sociali, da quelle cosiddette primitive a quelle moderne sono organizzate in armonia con i principi cibernetici. Come le tartarughe robot di Walter, le comunità di persone prendono le informazioni al proprio interno e le mandano fuori in disegni circolari. Allo stesso modo, certo forze sociali come l'amento di una nuova industria possono operare per dividere la comunità, fondata su valori che tutte le culture umane possiedono quali consuetudini, rituali e sistemi di credenze che funzionano come meccanismi di salvaguardia e preservare se stesse.

Bateson percepì che gli stessi principi cibernetici operano anche nel mondo naturale. Una foresta pluviale impiega complesse catene circolari di energia e informazione per autoregolarsi e mantenere se stessa. In modo simile, inquinanti come il DDT seguono pure i principi cibernetici, nel modo in cui circolano attraverso l'ecosistema planetario. In breve, Bateson ha iniziato a percepire che i suoi criteri di mente operavano, praticamente, in tutte le attività biologiche del pianeta, dal modo in cui gli alcolisti razionalizzano la loro assuefazione, alla comunicazione apparente che ha luogo fra i delfini, al modo in cui si sviluppa la schizofrenia, al modo in cui prendono forma le conchiglie.

Ma più importante di tutto è che Bateson ha visto che il processo di evoluzione, il modo in cui la vita sulla terra ha assorbito il retaggio di informazioni dal passato ancestrale per svilupparsi nel tempo e raggiungere lo stato attuale era esso stesso un gigantesco processo cibernetico. In altre parole, i processi di pensiero e di evoluzione seguono entrambi le stesse regole. A causa di questa scoperta Bateson aveva concluso che la mente è immanente in natura.

Bateson non stava tentando di provare l'esistenza del supernaturale, al contrario voleva mettere in rilievo che questo "nothing" che chiamiamo informazione fluisce in giro in tutti i sistemi biologici con modalità estremamente simili.

Bateson chiamò questa similarità "la struttura che connette", e in una privata conversazione, alcuni anni prima della sua morte, confessò di credere che il riconoscimento e lo studio di questo disegno coesivo era lo sviluppo più importante del pensiero occidentale negli ultimi 2000 anni. Questo sentimento lo portò, per una grossa parte della vita, a tentare di insegnare ai suoi numerosi studenti l'importanza di questo disegno. Era sempre sorpreso quando vedeva altri attorno a lui che insegnavano lunghi elenchi i fatti senza spiegare l'elemento coesivo che li teneva tutti insieme. Nel Mind and Nature lamentava: "perché non insegnano quasi nulla di questo disegno che connette?"

E' forse perché gli insegnanti sanno di portare il bacio della morte che renderà senza gusto e senza senso qualsiasi cosa essi tocchino, così saggiamente non vogliono toccare o insegnare niente di reale importanza per la vita? O forse essi portano con sé la morte proprio perché non osano insegnare nulla di importanza vitale? Proprio perché è il "no-thing" dell'informazione, o la struttura che connette determina gli aspetti più importanti di un sistema, Bateson aveva suggerito persino che le relazioni, non gli oggetti, dovrebbero essere la base di tutte le definizioni scientifiche. spiegato malissimo - Sho

Indicò che il modo giusto era forse di iniziare a pensare fenomeni come la mente non in termini di parti componenti ma in termini di danza delle parti interagenti solo secondarie, fissate dalle costruzioni fisiche del sistema a cui corrispondono.

*da "Beyond the Quantum"