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La Scommessa della Decrescita

di Valerio Pignatta - 01/08/2008

 

 

«Sembra ormai chiaro che oggi viviamo nell'epoca della sesta estinzione delle specie. Quotidianamente, infatti, si registra la scomparsa di un numero di specie (tra vegetali e animali) che va da cinquanta a duecento, un dato drammatico superiore da mille a trentamila volte quello dell'ecatombe delle ere geologiche passate».
Questo è l'incipit del nuovo libro del più noto teorico della decrescita, Serge Latouche, professore emerito dell'Università di Paris-Sud (Orsay), appena tradotto e pubblicato nel nostro paese.
Se la situazione è quella descritta, Latouche rileva tuttavia che «non riusciamo ad afferrarne la portata».
A fronte di questo stato di cose, il silenzio dei partiti, e addirittura dei movimenti “altermondialisti”, è sconcertante. La crescita economica è ancora considerata dai più come la soluzione della questione sociale e in molti casi, addirittura, di quella ambientale.



In un crescendo di dati e riflessioni derivate dai lavori di studiosi di grande autorevolezza, Latouche inquadra la difficile, attuale situazione del pianeta e propone soluzioni intelligenti e di fatto inevitabili per poter continuare ad esistere, sia come individui che come specie.
Ridistribuire, riconvertire, rilocalizzare, ristrutturare, ridefinire, ridurre, riutilizzare, riciclare: sono questi i concetti che permettono di comprendere la portata della trasformazione dell'immaginario e degli stili di vita che il movimento della decrescita propone.
Altri spazi di manovra non ce ne sono. Secondo Latouche si possono pensare solo due scenari tra cui potremo scegliere per cercare di far fronte ai problemi prossimi venturi: o la dittatura globale o la democrazia locale. Le contraddizioni del “liberal-produttivismo” stanno affossando sia lo spirito che la materia. Meglio allora optare per la sana utopia delle decrescita.
Anzi, in ultima analisi, per essere precisi, il messaggio di Latouche è quello di una «“a-crescita”, un ateismo economico». Sì, perché l'economia e il libero mercato sono divenuti la vera e dominante religione del mondo. C'è allora bisogno di un salutare ateismo e anticlericalismo: rivoluzionario in questo senso.

Il seguente articolo è tratto dalla rivista Consapevole 15.

Segnalazioni librarie:

Il termine “decrescita” suona come una scommessa o una provocazione, nonostante la generale consapevolezza dell’incompatibilità di una crescita infinita in un pianeta dalle risorse limitate. L’oggetto di questo libro è incentrato sulla necessità di un cambiamento radicale. La scelta volontaria di...
 
La decrescita - sostiene l'autore - non è la crescita negativa. Sarebbe meglio parlare di "acrescita", così come si parla di ateismo. D'altra parte, si tratta proprio dell'abbandono di una fede o di una religione (quella dell'economia, del progresso e dello...

Sociale, umano, locale, durevole ... Lo sviluppo ha di recente rivestito abiti nuovi che soddisfano i criteri di organizzazioni internazionali quali la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale. Ma la logica economica è rimasta la stessa e il modello di sviluppo e sempre conforme...
 

Serge Latouche,
L'Invenzione dell'Economia
Con questa raccolta viene presentato al pubblico italiano il percorso storico-culturale di Serge Latouche. I saggi pubblicati in questo volume indagano l’origine delle categorie e delle rappresentazioni economiche moderne tra XVII e XVIII secolo. Con questa ricerca storica si chiarisce come...