Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / La Rabbia: Pasolini VS Guareschi. La risata di Giovannino

La Rabbia: Pasolini VS Guareschi. La risata di Giovannino

di redazionale - 06/10/2008


 

Pochi articoli fa, mettavamo la notizia dell' uscita (per ora solo la parte di Pasolini) in versione restaurata della Rabbia alla quale partecipò Giovannino Guareschi.
La polemica sullo spezzone dell'autore di Don Camillo aveva già provocato la reazione di Pasolini, che aveva concentrato nella sua rabbia proprio l' anticomunismo e la morale reazionaria del Candido.
Vedendo (almeno lui)  la fine del progetto  era tentato di ritirare la propria firma:
    
«Se Eichmann potesse risorgere dalla tomba e fare un film, farebbe un film del genere. Per interposta persona Eichmann ha fatto questo film. Credevo di avere un interlocutore con cui fosse possibile almeno un dissenso, e non uno che è addirittura in fase prelogica. Non è un film solo qualunquista, o conservatore, o reazionario. È peggio. C’è l’odio contro gli americani, e il processo di Norimberga viene definito “una vendetta”. Si parla di John Kennedy facendo vedere solo sua moglie, come se lui non esistesse. C’è odio contro i negri, e manca solo che si dica che bisogna metterli tutti al muro. C’è una ragazza bianca che dà un fiore a un negro, e subito dopo lo speaker la copre di insulti per questo. C’è un inno ai paras, esaltati come truppe magnifiche. C’è un anticomunismo che non è neanche missino, è da anni Trenta. C’è tutto: il razzismo, il pericolo giallo, e il tipico procedimento degli oratori fascisti, l’accumulo di dati di fatto indimostrabili. Almeno formalmente, e cioè ritirando la firma, voglio cercare di non dare un mio contributo al successo eventuale di un film fatto anche da Guareschi. Non voglio collaborare nemmeno come antagonista all’assorbimento di queste idee mostruose da parte dei giovani, che sono indifesi dinanzi a una simile demagogia».
La firma poi la mantenne e arricchi la sua versione (ormai l'unica in circolazione) con la voce importante di Renato Guttuso, ma l' ostracismo continuò e dopo un insuccesso al botteghino, la Warner Bros ritirò dopo poco la distribuzione (si dice per l' antiamericanismo presente da parte del "borghese" Guareschi), la ricostruzione con l'aggiunta dei venti minuti iniziali ceduti per lasciar posto alla vituperata parte guareschiana.
Alcuni spezzoni della parte consegnata all'oblio (andare sulla pagina
http://cblog.thule-italia.org/archives/3367-La-risata-di-Giovannino.html per ascoltare l’audio):
 
Primo spezzone:
Un attacco contro la prepotenza americana.
 
Secondo spezzone:
La moda dell' africanismo e la crisi dell' Europa.
 
Terzo spezzone:
La crisi della familgia e la perdita dei valori.
 
Quarto spezzone:
Le manipolazioni scientifiche (genetiche?) e di pensiero della russia
 
Quinto spezzone:
L' ossessione del sesso e l' invenzione del terzo sesso.
 
Sesto  spezzone:
La vendetta dei vincitori non potrà portare alla pace (colonna sonora formidabile).
 
Settimo spezzone:
Dalla seconda guerra mondiale esce sconfitta l' Europa, abbandonata sola nella decolonizzazione fatta per lasciar posto agli interessi statunitensi e a 700.000.000 di cinesi.
 
Questi spezzoni, profetici del costume, ma anche della geopolitica futura, sarebbero la pietra dello scandalo.
Certo scatenerebbero subito lo spirito critico degli (eventuali) spettatori, che guarderebbero magari con occhio diverso i fantomatici diritti dei gay, il transessualismo, lo sfascio dell' Europa dei valori e l' avanzata di quella del mercato veicolata dalla televisione e dagli altri mass media (come mi sembra dire anche Pasolini nella sua parte).
Due lettere scambiate dagli autori chiariscono molte cose:
Pasolini a Guareschi (gli critica la mancanza di realismo e il qualunquismo, due cose ahimè antitetiche):
Egregio Guareschi,
Come ogni umorista che si rispetti - e io voglio rispettarla - Lei è un reazionario. Perciò so bene quale sarà la sua rabbia, la sua rabbia reazionaria. Sarà la rabbia di chi vede il mondo cambiare, cioè sfuggirgli, perchè i reazionari sono degli ammalati. Degli spiriti senza piedi. So bene chi sarà esaltato e chi sarà umiliato nel suo film. Lei è a destra, difende le istituzioni perchè ha paura della storia. I monumenti non sono pericolosi. Tutt'al più sono brutti. E lei è insensibile alla bruttezza. Lei è insensibile alla bruttezza perciò ha scelto la mediocrità. E' questa la ragione per cui se la rispetto come umorista, la rispetto meno come scrittore. E appunto perchè lei userà le armi della mediocrità, del qualunquismo, della demagogia e del buon senso, lei uscirà vincitore in questa polemica, lo so bene. Ma qual'è la vera vittoria, quella che fa batter le mani o quella che fa battere i cuori? Stia bene
Pier Paolo Pasolini

La risposta di Guareschi (l'umorismo celato dietro un pensiero inossidabile ai mutamenti delle opinioni di massa e alle mode):
Egregio Pasolini,
Io borghese di destra, vedendo un negro scannare un bianco, dico "Povero bianco". Lei dice invece "Povero negro". E, per questa mia solidarietà di bianco alla razza bianca, Lei mi accusa di razzismo. Questo perchè Lei è un borghese di sinistra e, come tale, conformista. Le dittature non tollerano l'umorismo di cui hanno paura e, sulla soglia del tetro e sconfinato Impero Comunista, la storia ha scritto col sangue dei milioni di assassinati: "Qui è proibito ridere". E' logico perciò che l'umorista Guareschi venga giudicato dal marxista Pasolini come fu giudicato da altri conformisti nel 1943: Un sovversivo da isolare.. Siamo su opposti rive, mentre la sua Rabbia risulterà in regola con il conformismo e con tutti gli ismi di moda, la mia sarà quella di chi è rimasto ciò che era trent'anni fa: un uomo qualunque pronto a battersi sempre contro il conformismo anche a costo di rompersi la testa, un uomo che difende il mondo dello spirito insidiato dal mondo ateo del materialismo e perciò non dimentica la Logica, la Storia, il Buon Senso ed è nemico di coloro che vorrebbero arare la terra dove giacciono le ossa dei nostri Morti. Non potendoLe dire "arrivederci" perchè le nostre strade vanno in direzione opposta, la prego di gradire i distinti saluti di
Giovannino Guareschi.

Ha sempre pagato la coerenza adamantina di prima persona già quando era vivo, pur di lasciare una testimonianza solida al prossimo, i suoi racconti hanno quel profumo agreste che piacerebbe a Pasolini se solo non si dovesse trincerare dietro il suo muro ideologico d'appartenenza.
E' più facile per molti giustificare la loro chiusura ricordando (acriticamente) il venticinquenne Guareschi firmatario (ma lo fu anche Amintore Fanfani) del manifesto della razza (che non parla comunque di razze superiori), che portò alle leggi razziali poi abrogate dal Re dopo il '43 , che lo scomodo dissenziente di ogni regime, che pagò con il lager e il carcere antifascista.
Ora da morto sarebbe ora di lasciarlo libero, almeno di essere visto! Parafrasando uno slogan del '68, non la rabbia, ma una risata vi seppellirà

(Fonte: http://cblog.thule-italia.org/archives/3367-La-risata-di-Giovannino.html )