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I vicentini non vogliono la Ederle2 e lo hanno ribadito

di Fabrizio Di Ernesto - 07/10/2008

 

I vicentini non vogliono la Ederle2 e lo hanno ribadito



I vicentini hanno tentato fino all’ultimo di impedire agli Usa di edificare un nuovo presidio militare nella città, ma alla fine non hanno potuto nulla contro le pretese yankee. Domenica scorsa oltre il 28 percento dei cittadini si è recato nei gazebo improvvisati organizzati dai No Dal Molin, il Consiglio di Stato ha infatti impedito una consultazione regolare, per ricacciare in mare gli invasori, ben sapendo comunque che dato il servilismo della nostra classe politica nulla avrebbe potuto il proprio parere.
Il sindaco del capoluogo berico, Achille Variati, fino all’ultimo ha tentato di salvare la sua città dell’invasione dei libertiferi soldati dello zio Sam, scontrandosi però contro la volontà politica di non permettere ciò. Ieri mattina commentando il risultato che, da un punto di vista strettamente numerico, dimostra che gli italiani sono ormai stufi di vedere i militari yankee girare per le loro città, il primo cittadino ha rilanciato: “Un risultato straordinario, non ci sono precedenti nella democrazia occidentale di una città che reagisce, anche se bastonata ed umiliata, e porta migliaia di cittadini a dire di sì o di no alla proposta di acquisizione dell’area militare”, esortando gli Usa a tenere ben presente il parere dei vicentini. L’ex democristiano, oggi nel Pd, forse speranzoso di poter ancora capovolgere la situazione si è poi detto certo che questo risultato peserà molto perché “si dovrà prestare la massima attenzione da parte della politica verso i cittadini che non sono sudditi”. Ovviamente di parere totalmente opposto il forzaitaliota, praticamente Forza Usa, presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan che ha chiosato: “Dalla trappola dell’imbroglio referendario si è tenuto lontana la stragrande maggioranza della cittadinanza di Vicenza”, anche se a noi sembra più importante il parere di chi si è espresso che di coloro che sono rimasti a casa succubi dell’occupazione a stelle e strisce.
Ribadisce la necessità di non disturbare i liberatori, l’eurodeputato del Pd Paolo Costa, commissario governativo per la Ederle2, che attacca: “Fa piacere vedere certificato, sebbene in maniera impropria, che il 72 percento dei vicentini non si oppone al rispetto degli impegni assunti dal-l’Italia in sede internazionale con la decisione di ampliare la base Usa a Vicenza”, anche se nessuno si è mai preso la briga di spiegarci come il BelPaese ha deciso di assecondare le pretese d’OltreOceano.
“Adesso - conclude - mi attendo che l’istituzione Comune riprenda un cammino di leale collaborazione con le altre istituzioni dello Stato”.
Sulla vicenda non poteva poi mancare il solito commento della pacifinta sinistra radicale, al governo quando il Professore, ricalcando quanto fatto da Berlusconi, regalava la città veneta a chi ci ha invaso oltre sessanta anni fa. Nicola Atalmi, consigliere comunale del Pdci, ha infatti ricordato le varie tappe che hanno portato al non-referendum di domenica asserendo che l’obiettivo era: “Dimostrare che l’opinione dei cittadini è assolutamente ininfluente e che gli accordi con gli amici americani poco hanno a che fare con la democrazia”, anche se non ci sembra di ricordare che la sua parte politica abbia mai preso in considerazione l’ipotesi di rompere il giogo che ci lega a Washington. In una Italia a sovranità limitata i cittadini non potevano certo esprimere la propria opinione, anche perché la Casta ha ampiamente dimostrato di non essere minimamente interessata al parere degli italiani. Tutto sommato però quei ventiquattromila vicentini che si sono ugualmente espressi per dire no alla nuova base americana sembrano dimostrare che, con l’impegno e la buona volontà, qualcosa potrebbe realmente cambiare.