La crisi e la politica oltre le ideologie
di Paolo De Gregorio - 11/10/2008
Molte persone si ispirano a complesse teorie,che sembrano quasi tutte
convincenti, da quelle liberiste a quelle marxiste, ed esibiscono queste
convinzioni come durante il maoismo si mostrava il libretto rosso di Mao, ma la
storia, sia del marxismo che del capitalismo, applicata alle società reali ha
dimostrato che le teorie non valgono nulla e che la variabile indipendente di
maggior peso è il fattore umano con tutto il suo retaggio culturale di avidità,
sete di potere, sprezzo delle regole e della parola data.
Anche una teoria religiosa come quella cristiana, apparentemente non
aggirabile nelle sue “Tavole della Legge” stabilite in sede divina, già dopo
pochi secoli di fede autentica, trasformò il dettato “NON UCCIDERE” con l’
eresia di praticare con le Crociate l’uccisione di altri esseri umani e poi si
continuò con l’appoggio al colonialismo e allo schiavismo.
La democrazia, ad esempio, in teoria è una cosa validissima, ma se poi scopri
che al potere ci va chi possiede i mezzi di informazione di massa, qualche
dubbio ti viene, oppure se vedi chiamare democratico un paese come gli Usa, che
basa tutta la sua politica sulla potenza militare, e se senti dire dai suoi
dirigenti che i marine sono “legionari di Dio”, è legittimo incominciare a
dubitare di questa teoria.
Non parliamo poi del fatto che si chiama “comunista” un paese come la Corea
del Nord in cui il potere si trasmette in modo dinastico, da padre in figlio, e
ciò non è scritto in nessuna teoria comunista, e non si capisce perché la Cina
venga definita comunista, mentre è un paese capitalista in feroce competizione
con altri capitalisti, fregandosene delle condizioni di vita degli operai e
dell’ambiente.
Quando le teorie così palesemente non corrispondono ai fatti, tutte le parole
diventano inutili, i riferimenti culturali fasulli, ogni falsità può essere
sostenuta tranquillamente e non contano più i fatti reali, ma solo ciò che è
capace di emozionare o far sognare.
Gran parte del disimpegno, del menefreghismo dei giovani, del loro massiccio
ricorso all’alcool e alle droghe, deriva dal deserto di punti di riferimento,
perché è tutto finto e la vita non ha molto senso, e quindi è anche possibile
buttarla in piacevoli vizi
Le crisi del capitalismo e della globalizzazione, che avevano promesso che il
“mercato” avrebbe arricchito tutti e invece ci siamo accorti che eravamo in
mano a biechi truffatori con i colletti bianchi, aggiungono ulteriori
incertezze e il futuro sembra davvero incerto per tutti.
L’Islanda, primo Stato a chiudere per bancarotta da globalizzazione, medita
di tornare alla pesca e alle attività tradizionali. Spero proprio che questo
passaggio avvenga in tutti quei paesi che saranno ridimensionati dalla crisi,
dove ci si dovrà rimboccare le maniche e puntare sulla capacità di ogni nazione
di essere autosufficiente come risorse alimentari ed energetiche, puntando
immediatamente a installare il termodinamico e il fotovoltaico.
Diventerà importantissimo cercare di cambiare i meccanismi che oggi portano
le persone peggiori al potere politico e non è un caso che l’unica opposizione
che vi è oggi in Italia sia rappresentata da Di Pietro, unico personaggio che
non proviene dalle mafie dei partiti. Ha dimostrato nella sua attività di
magistrato di non aver avuto paura dei potenti e di aver fatto onestamente il
suo lavoro, cosa che dimostra come un teorema che, se non riusciamo ad eleggere
persone perbene, ci ritroveremo sempre con le mafie dei partiti che ci negano
anche il voto di preferenza.
Comunque il problema ce lo dobbiamo porre e va studiato anche come impedire
il formarsi di oligarchie di politici di professione, introducendo nella vita
del Parlamento e in quella dei partiti la non rieleggibilità assoluta dopo due
mandati.
L’economia liberista ci ha portato il disastro della crisi finanziaria e
presto vedremo gli effetti nella vita di tutti i giorni, ma se ci vogliamo
rialzare dovremo percorrere altre strade che non siano la dittatura completa
della economia su tutta la società, dove i capitalisti si sono presi anche il
potere politico: i petrolieri in America, i proprietari dei media in Italia.
Se non si affronterà il problema il liberismo ci farà un altro regalo
mortifero, questa volta definitivo, perché l’ecosistema non sopporta più la
forza distruttiva del consumismo e gli attuali sistemi economici non hanno
alcuna intenzione di cambiare strada per portare l’economia verso un impatto
sostenibile.
Bisogna accusare il sistema economico capitalista, dominante nel mondo, di
questa crisi finanziaria e della prossima crisi dell’ecosistema, senza indugi e
senza sconti, e mandare al potere le persone che da anni si battono contro il
consumismo, ci hanno segnalato i pericoli per l’ambiente, hanno dato vita al
rigetto della globalizzazione, praticamente i soli con cui potremmo avere un
futuro.