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Gli esseri psichici, signori della menzogna, si servono di persone umane per realizzare i loro fini

di Francesco Lamendola - 01/12/2008


 

Non è questa la sede adatta per esporre, nella sua interezza, la teoria di Sri Aurobindo circa gli esseri psichici e la loro influenza nel mondo umano.
Ci interessa, invece, svolgere alcune riflessioni sui riflessi pratici di quella teoria al livello della storia politica e della società odierna; e, per farlo, abbiamo scelto una pagina in cui sono riportate alcune riposte della Madre (al secolo, Mirra Alfassa) - la fedele collaboratrice e continuatrice dell'opera del grande mistico indiano - nell'Ashram di Pondichéry, poco dopo la morte di lui (avvenuta il 5 dicembre 1950).
Si tenga presente che, per i discepoli di Aurobindo, egli non era un uomo nel senso comune della parola, ma un "avatar", ossia una incarnazione dell'Assoluto; e che la sua morte fu un atto lucido e cosciente, una scelta per poter continuare a lavorare, stando «al di là», a quel salto evolutivo che la Madre continuava, stando «al di qua».
Il suo obiettivo ultimo, infatti, era la vittoria sulla morte, mediante una completa trasformazione della Coscienza, per ritornare alla propria consapevolezza divina: questo è ciò che egli chiamava «il suo vero lavoro», e al quale dedicò anche il poema in ventitremila versi (esametri quantitativi)  «Savitri», in cui si narra - un po' come nel mito greco di Orfeo ed Euridice - la discesa di Savitri nel Regno della morte, per ottenere il ritorno del marito Satyavan .
Ricordiamo solo, per chiarezza del lettore che non abbia familiarità con la concezione filosofica generale di Aurobindo, che, per questi, esistono in sostanza sei livelli o piani di esistenza; meglio ancora, sei parti dell'Essere.
Vi è innanzitutto lo psichico o anima, elemento permanente che racchiude la scintilla divina.
Poi vi è il fisico, sede delle attività e relazioni proprie del corpo (la materia, per Aurobibndo, non è illusoria né va rifiutata, bensì integrata e trasformata radicalmente, attraverso l'azione della luce e dello Spirito nella materia stessa, per realizzare un ulteriore progresso nel livello evolutivo della creazione, che non è statica e non è mai finita).
La mente è la sede dell'intelligenza dei pensieri e delle percezioni; il vitale è la sede dei sentimenti, degli impulsi, degli istinti e delle passioni.
Al di sopra della mente e del vitale vi è la sovramente, libera da ignoranza e illusione e cosciente della verità essenziale delle cose (materia compresa).
Infine vi è la supermente, coscienza pura di verità.
Gli ultimi due livelli non sono già dati per ogni essere umano; essi devono, al contrario, essere realizzati con uno sforzo personale dell'individuo, mediante la chiarificazione e l'illuminazione, che permettono di liberarsi da elementi illusori e grossolani.

Rispondendo ad alcune domande circa gli esseri psichici, il giorno 8 marzo 1951 - erano passati soli tre mesi dalla dipartita del Maestro - la Mére così si espresse ai suoi discepoli (La Madre, «Conversazioni, 1950-51», Milano, Edizioni Arka, pp. 216-221):

«D.: - Gli esseri psichici hanno tutti la stessa origine?
R.: - Ecco come avvengono le cose. L'origine della vita psichica, la Presenza divina nella materia, è naturalmente unica, ma vi sono, nei mondi superiori, degli esseri che non si sono mai incarnati sulla terra e che vogliono agire su di essa, svolgere un'azione su di essa. Allora essi aspettano che certi esseri psichici abbiano raggiunto il loro pieno sviluppo e si uniscono ad essi per operare secondo la loro propria natura. La loro coscienza  si aggiunge alla coscienza  psichica sulla terra. Sono esseri che non s sono mai incarnati, che si sono materializzati sempre di più a mano a mano che si compiva la creazione. Sono forse delle prime emanazioni, degli esseri inviati nell'universo per ragioni speciali - ciò che gli uomini chiamano degli "dei" o dei "semidei". Dunque, uno di questi esseri può aver scelto, per una ragione speciale, un essere psichico in formazione: esso l'aiuta,  segue il suo sviluppo e, non appena quell'essere psichico è abbastanza pronto e abbastanza forte per poter sopportare l'identificazione, si identifica con lui per compiere un'opera sulla terra. Non è molto frequente, ma è già successo e succede ancora. Nelle antiche tradizioni si trovano dei racconti che trattavano di dei che s'incarnavano sulla terra; ne parlano certe mitologie. Ciò corrisponde a qualcosa di reale. Ma non tutti gli esseri psichici sono necessariamente uniti a un essere delle sfere superiori.
[Poi la Madre passa a un altro argomento, quello delle "possessioni" o dell'incarnazione sulla terra degli esseri del mondo vitale].
D.: - Quegli esseri vitali hanno un essere psichico?
R.: - No! Ho detto che la prima cosa che essi devono fare per incarnarsi è scacciare l'essere psichico dalla persona che essi possiedono. Può accadere fin dalla nascita. Certi bambini sono quasi dei nati-morti; si pensa che siano morti e tutt'a un tratto essi rivivono: vuol dire che un essere vitale si è incarnato in loro. Ho visto dei casi così. Ciò può accadere anche nel corso di una malattia: una persona è molto malata e, a poco a poco, abbandona il contatto con l'essere psichico, poi, durante uno svenimento o un altro stato analogo, interrompe interamente il contatto e l'essere vitale si precipita nel corpo. Ho visto anche dei casi di questo genere. Oppure può essere un'azione lenta:  l'essere vitale entra nell'atmosfera della persona, la influenza, e infine provoca delle malattie, delle crisi, soprattutto delle malattie mentali; allora, giunto il momento, la connessone con l'essere psichico è completamente interrotta e l'essere vitale prende possesso del corpo. Vi sono casi in cui le persone si ammalano gravemente ed escono dalla malattia del tutto diverse da come erano prima. Ciò succede molto spesso.
D.: - Lei ha detto che quegli esseri del vitale sono attirati dalla vita spirituale, perché?
R.: - Essi sono attirati, ma ciò non vuol dire che abbiano deciso sinceramente di seguire la vita spirituale. La caratteristica principale di quegli esseri è la menzogna: la loro natura è fattadi inganni. Hanno un potere illusionistico; possono assumere l'apparenza di esseri divini o di esseri superiori, oppure apparire avvolti in una luce abbagliante; ma le persone veramente sincere non si lasciano ingannare, sentono subito qualcosa che li mete in guardia. Ma se si ama il meraviglioso, l'inaspettato, le cose fantastiche, se si ha il gusto di vivere un romanzo, ci si lascia facilmente ingannare.
Recentemente, c'è stato un esempio storico, cioè il caso di Hitler, il quale era in rapporto con un essere che lui considerava il Supremo: questo essere veniva a dargli dei consigli, gli diceva tutto ciò che doveva fare. Hitler si ritirava in solitudine e vi restava il tempo necessario per entrare in contatto con la sua "guida" e ricevere da essa le ispirazioni che poi lui eseguiva molto fedelmente. Quell'essere che Hitler prendeva per il Supremo era semplicemente un Asura, colui che, in occultismo, viene chiamato "Signore della Menzogna", e si proclamava "Signore delle Nazioni". Aveva un aspetto splendente, poteva confondere chiunque, salvo colui che aveva una reale conoscenza dell'occulto e che poteva vedere che cosa c'era dietro l'apparenza. Avrebbe ingannato chiunque, veramente, era davvero splendido. In genere appariva a Hitler con una corazza e un elmo d'argento; una specie di fiamma gli usciva dalla testa e intorno a lui c'era un'atmosfera di luce abbagliante, così abbagliante che Hitler riusciva a malapena a guardarlo. Gli diceva tutto ciò che doveva fare - giocava con lui come con una scimmia o un topo. Era ben deciso a fargli fare tutte le pazzie possibili, fino al giorno in cui si sarebbe ritto il collo, cosa che avvenne. Casi come questo ce ne sono molti, beninteso su cala minore.
Hitler era un ottimo medium, aveva grandi facoltà medianiche, ma mancava d'intelligenza e di giudizio. Quell'essere poteva dirgli qualsiasi cosa e lui beveva tutto. Era lui che lo spingeva a poco a poco. E quell'essere faceva tutto ciò come per divertirsi, non prendeva la vita sul serio. Per esseri di questo tipo gli uomini sono delle piccole cose con le quali giocare, come un gatto gioca col topo, fino al giorno in cui le mangiano.
D.: - Le persone mentalmente disturbate sono possedute?
R.: - Sì, a meno che ci sia una lesione fisica, un difetto di formazione., un incidente o una congestione. In tutti gli altri casi si tratta sempre di possessioni. La prova è che se vi portano una persona del tutto disturbata mentalmente, se essa ha una lesione non può essere guarita, mentre invece può esserlo se non c'è lesione fisica, se si tata di ossessione. Sfortunatamente,  queste cose avvengono solo alle persone che se ne compiacciono:; bisogna che nell'essere ci sia molta ambizione, vanità, insieme a una grande stupidità e un terribile amor proprio: è su queste cose che quegli esseri giocano. Ho visto casi come questi, di persone che erano parzialmente possedute, e sono riuscita a liberarle dagli esseri che le possedevano. Naturalmente, esse hanno provato un certo sollievo, una specie di benessere per qualche tempo, ma questo non durava a lungo; quasi immediatamente finiva ed esse pensavano: "Ora sono diventato un essere del tutto comune, mentre prima ero un essere eccezionale!" Esse sentivano in sé un potere eccezionale, anche se era il potere di fare il male, e ne erano soddisfatte. Allora che cosa facevano?  Richiamavano con tutte le loro forze il potere che avevano perduto! Naturalmente, l'essere distrutto non poteva tornare, ma poiché quegli esseri esistono a migliaia, era sostituito da un altro. Ho visto succedere questo tre volte di seguito in un caso, tanto che ho finito per dire a quella persona: "Sono stanca, liberati da solo, io non me ne occupo più!"
D.: - In quei casi, che cosa succede all'essere psichico?
R.: - In genere se ne va.
Vi devo dire che gli esseri del mondo vitale sono immortali; essi non possono morire. Possono essere distrutti, ma è soltanto la forza spirituale pura che può distruggerli. Per esempio, in una lotta vitale (vi sono persone che hanno un potere combattivo vitale) l'esperienza è sempre la stessa: se ci si batte nel mondo vitale con un essere vitale si può schiacciarlo, ammazzarlo, ma esso rinasce sempre. Credo che sia questa l'origine della leggenda delle idre o dei mostri con molte teste.
C'è una sola forza al mondo che possa distruggerli in modo definitivo, cioè senza speranza di ritorno, ed è una forza che appartiene al Potere creatore supremo. È una forza che viene da oltre il mondo sovramentale - non è a disposizione di tutti. È una forza luminosa, di un candore abbagliante, talmente rilucente che se fosse guardata da occhi comuni, essi ne verrebbero accecati. È sufficiente che un essere del mondo vitale sia colpito da quella luce perché si dissolva immediatamente - esso si liquefa, come quelle lumache che si sciolgono nell'acqua se ci si mette un po' di sale sopra.
D.: - Rasputin era un essere vitale?
R.: - Su di lui ho sentito dire le cose più contraddittorie; alcuni lo consideravano una divinità incarnata, altri un diavolo incarnato. Non posso dire, non ho mai avuto contatti con lui.
D.: - Quando Hitler è morto, il "Signore della Menzogna" è passato in Stalin?
R.: - Le cose non avvengono proprio così, ma in modo abbastanza simile. Quell'essere non aspettava la morte di Hitler., è qui che siete in errore. Quegli esseri non sono affatto legati a una sola presenza fisica. L'essere in questione poteva benissimo possedere Hitler e influenzare contemporaneamente molte altre persone. Ci si è liberati di Hitler perché aveva dietro di lui un'intera nazione e un potere fisico, e se fosse riuscito sarebbe stato un disastro per l'umanità, ma non ci si faceva illusioni; non bastava liberarsi di lui per liberarsi della forza che c'era dietro di lui - non è così facile. Dovete sapere che l'origine di quegli esseri è antecedente a quella degli dei; essi sono le prime emanazioni, i primi esseri individuali dell'universo; quindi non ci si può liberare di loro così, vincendo una guerra.
Finché saranno necessari all'evoluzione universale, essi esisteranno. Il giorno in cui perderanno la loro utilità si convertiranno oppure spariranno.
Del resto, essi sanno che si sta avvicinando la loro ultima ora, ed è per questo che fanno tutto il danno che riescono a fare.
Essi erano quattro. Il primo si è convertito, l'altro si è dissolto nella sua origine. Due vivono ancora, e quei due sono i più accaniti di tutti. Uno è noto in occultismo come "il Signore della Menzogna", come ho detto, e l'altro è il "Signore della Morte". E finché esisteranno questi due esseri ci saranno delle difficoltà.»

Anche se questa conversazione della Madre riflette qualche contraddizione (come quando afferma che gli esseri del vitale esistono a migliaia, e poi dichiara, enigmaticamente, che ne restano due soli, da quattro che erano), nel complesso il quadro che essa delinea appare chiaro e coerente e rispecchia fedelmente la concezione del maestro, sri Aurobindo.
Le sue considerazioni su Hitler riflettono la posizione assunta da Aurobindo medesimo durante la seconda guerra mondiale (allorché, a differenza di altri eminenti personaggi del nazionalismo indiano, ma anche del mondo spirituale, dichiarò pubblicamente di prendere posizione per la causa degli Alleati), ma trovano eco anche in alcune teorie di noti studiosi di occultismo, ad esempio il francese Serge Hutin, secondo i quali Hitler era posseduto da una entità malvagia, che gli conferiva straordinari poteri illusionistici, tali da ipnotizzare le masse.
Comunque, indipendentemente dal giudizio che si voglia dare, sotto questo punto di vista, su Hitler, così come su altri personaggi della storia recente (quali Rasputin o Stalin), resta il fatto che la dottrina degli esseri psichici primordiali, anteriori alla comparsa dell'uomo sulla terra, ma desiderosi di esercitare una influenza sulle creature umane, e ben decisi a servirsi di qualche incauto «apprendista stregone» per realizzare i loro perversi disegni di dominio, offre una interpretazione esoterica di certi aspetti della storia, che riuscirebbero altrimenti quasi inspiegabili, se ci si limitasse  ad una lettura puramente razionalistica di essa.
Anche nella sfera della vita quotidiana, è possibile che noi entriamo in contatto con degli esseri umani posseduti da tali entità psichiche; che ne conosciamo almeno uno o anche più di uno; giacché i «signori della menzogna» non si servono solamente di personaggi storici importanti, ma anche di persone qualsiasi.
È cosa nota, del resto, che, nell'ambito di alcuni processi per fatti particolarmente crudeli legati al satanismo o ad altre forme di magia nera, talvolta gli imputati asseriscono di udire voci nella mente, di vedere esseri misteriosi e di agire, o di avere agito, sulla base di ordini imperiosi da essi ricevuti. Può trattarsi, naturalmente, di forme di autosuggestione, di disturbo psichico o, addirittura, di astute strategie processuali per ottenere una pena più mite; ma non ci sentiamo di escludere che, per un limitato numero di casi, si tratti di fenomeni di reale possessione da parte di esseri psichici, come quelli descritti dalla Madre.
Torniamo adesso al «caso Hitler», non perché ci interessi particolarmente sotto il profilo storico-politico, ma perché ci offre un buon esempio della modalità con cui gli esseri del vitale possono servirsi d creature umane, possedendole e spingendole ala rovina, al solo scopo di ostacolare l'ascesa spirituale dell'umanità nel suo complesso.
Secondo Hermann Rauschning, già governatore di Danzica, che ebbe con il Führer numerosi colloqui a quattr'occhi,  Hitler non solo riteneva di essere in contatto con una entità non umana, ma, in certi momenti, ne era egli stesso profondamente spaventato (H. Rauschning«Hitler m'a dit», Parigi, 1945, p. 284):

«Hitler era in piedi, nella sua camera, barcollando, guardando intorno a sé con un'espressione sconvolta. "È lui! È lui! È venuto qui", gemeva. Le sue labbra si erano fatte bluastre. Il sudore scendeva a grosse gocce. Improvvisamente pronunciò dei numeri senza senso, poi delle parole, mozziconi di frasi. Si serviva di termini bizzarramente uniti, del tutto stravaganti. Poi, nuovamente, ridivenne silenzioso, ma continuando a muovere le labbra.  Lo avevano allora massaggiato, gli era stata fatta prendere una bevanda. Poi, improvvisamente, aveva gridato: "Là! Là! Nell'angolo. Chi è là?": Pestava il pavimento con i piedi e urlava. Lo avevano rassicurato, dicendogli che non c'era nulla di straordinario e si era calmato a poco a poco. In seguito, aveva dormito a lungo ed era ridiventato pressappoco normale e sopportabile per qualche tempo.»

La testimonianza di René Alleau, e le ipotesi fatte da questo studioso francese di occultismo, sono - se possibile - ancora più inquietanti, proprio perché si riferiscono ad Hitler come personaggio pubblico e a quanto avrebbero potuto vedere migliaia di persone ai raduni nazisti, se i loro sensi fossero stati realmente desti.
Nel suo libro «Le origini occulte del nazismo» (titolo originale: «Hitler et les Sociétés  Secrètes», Paris, Editions Bernard Grasset, 1969; traduzione italiana di Riccardo Leveghi, Roma, Edizioni Mediterranee, 1989, 2000, pp. 176-177):

«Nessuno, fra i testimoni che hanno avvicinato Hitler o vissuto in sua compagnia, se non nella sua intimità, che fu sconosciuta poiché egli non vi lasciò penetrare nessuno, ha mai dubitato di trovarsi in presenza di un essere profondamente diverso dagli altri, sotto le ordinarie apparenze talvolta banali e perfino volgari, di un capo di partito aiutato dalle circostanze e da una Fortuna di cinico giocatore scaltrito e privo d'ogni scrupolo.
Ho avuto l'occasione nel corso d'un viaggio in Germania, di ascoltare e vedere Hitler a Norimberga, quando ancora ero studente di filosofia. Siccome stavo preparandomi ad un diploma per un corso d studi superiori  sulla psicologia della paura, avevo deciso d'osservare da vicino l'uomo che faceva tremare l'Europa. Ero assai ben piazzato per poter seguire il minuzioso rituale che regolava il cerimoniale di quell'orgasmo collettivo al quale bisognava aver assistito per rinunciare a descriverlo, non fosse che per rispetto alla dignità umana. Perlomeno, ero rimasto colpito dalle diverse fasi dello sdoppiamento della personalità che caratterizzava la medianità oratoria di Hitler.
A questo livello, infatti, non si può parlare di talento, né di genio oratorio di un tribuno. Hitler "funzionava", per così dire, come un radar. All'inizio dei suoi discorsi, nel silenzio appena immaginabile da una folla costituita da più di un milione di fanatici immobili, come paralizzati dall'attesa del "messaggio del Führer, la voce, dapprima sorda e bassa, sembrava spiegare poco a poco il tono come se si alzasse saggiando l'atmosfera nelle diverse direzioni dello spazio, fino  al momento in cui, repentinamente, essa chiudeva la presa accelerando il flusso delle parole, martellando le formule su un ritmo ogni istante più veloce, analogo a quello di un tamburo che batte la carica.
Da questo istante, il più delle volte sottolineato da tempestose raffiche di grida e acclamazioni, da "Sieg Heil!" che sostenevano il volo dello "sciamano" e le sue lunghe tirate ansimanti, il raptus estatico del medium aveva inizio, punteggiato da gesti e segni delle dita, analoghi a quelli che esalta Sebottendorff negli esercizi d'auto-ipnosi dei dervisci.
Talvolta Hitler s'interrompeva bruscamente, le braccia incrociate, le mani strette sui bicipiti, la mascella tesa, come se attendesse il ritorno delle onde che portavano il fluido vivente - l'ectoplasma  liberato dallo sdoppiamento della personalità che realizzava la sua parola. È importante ricordare che la disidratazione, fenomeno spesso osservato nei casi di medianità, non è per nulla immaginaria: Hitler perdeva diversi chili di peso in qualche serata. Così, davanti a lui, si disponevano tre o quattro bottiglie d'acqua minerale e altrettanti bicchieri.
La preparazione di questo stato di trance oratoria non è meno significativa. Secondo l'autentica testimonianza di una segretaria, che trascorse quasi dodici anni al fianco del Führer, quest'ultimo entrava in comunicazione con le sue fonti d'ispirazione in una maniera analoga a quella di un "soggetto medianico" quando interroga e sue "guide" invisibili:
"Appena aveva definito le grandi linee del discorso, un'imperiosa scampanellata mi chiamava. Quando entravo nel suo studio, lo trovavo a passeggiare nervosamente in lungo e in largo. Da un momento all'altro s'arrestava davanti ad un ritratto di Bismarck che osservava con occhi pensosi, come in preghiera., Dava l'impressione di star implorando il Cancelliere di Ferro per essere ispirato dalla sua esperienza negli affari di Stato. Con un movimento inconscio da sonnambulo, andava da un mobile all'altro per correggere la disposizione delle miniature che li ingombravano. Poi cominciava a percorrere la stanza con un passo affrettato per arrestarsi improvvidamente come colpito da paralisi. Non mi guardava mai. Infine, cominciava a dettare.
"All'inizio, la parlata e la voce erano normali ma, a misura che i pensieri andavano sviluppandosi, la cadenza si faceva precipitosa. Le frasi si susseguivano senza tregua, scandite dai suoi passi, di momento in momento più rapidi, intorno alla stanza. Ben presto la parlata si faceva dura e la voce si gonfiava. Hitler dettava i suoi discorsi con lo stesso impeto appassionato con cui doveva pronunciarli l'indomani, davanti alk suo auditorio.
"Hitler viveva, letteralmente, i suoi discorsi. Quando voleva dar libero sfogo alla sua emozione, cessava di camminare e i suoi cchi fissavano sul soffitto un punto irreale, da cui sembrava attendersi una grazia particolare" (Albert Zoller, "Douze ans auprès de Hitler", Parigi, 1949, p. 16).»

Che conclusioni trarre da tutto questo?
Anche se le affermazioni della Madre e l'interpretazione di René Alleau non sono riconducibili  necessariamente alla stessa fenomenologia, nulla vieta di integrarle reciprocamente, alla luce della teoria di Aurobindo circa la possessione di alcuni esseri umani, particolarmente ambiziosi e privi di scrupoli morali, da parte di esseri psichici altrettanto cinici e immorali, anzi decisamente malevoli nei confronti dell'umanità, con la quale si divertono a 'giocare' come fa il gatto col topo, fino a portarla verso il disastro.
Fantasie, elucubrazioni non verificabili?
Forse.
Una cosa, però, è certa.
Non tutto è spiegabile, nella storia, così come nella vita delle persone comuni, adoperando soltanto ed esclusivamente le categorie del Logos razionale.
Vi sono molte cose che ci sfuggono, se non siamo disposti ad allargare lo spazio di ciò che è possibile e verosimile.
Una influenza malefica è riconoscibile dietro molti eventi dell'umanità - così come, del resto, una forza benefica, di tutt'altra origine.
E questi esseri psichici, che - secondo la Madre - sarebbero molto più antichi dello stesso genere umano, che altro sono, tradotti nelle categorie della teologia cristiana, se non quei demoni, il cui scopo è allontanare gli esseri umani da Dio e spingerli al male, col preciso intento di causarne la distruzione?