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La striscia di Gaza e la lezione di Tucidide

di Carlo Gambescia - 29/12/2008


La questione palestinese, tornata in questi giorni prepotentemente alla ribalta a causa dei bombardamenti israeliani sulla striscia di Gaza, è politologicamente esemplare dal punto vista della prevalenza della forza sul contratto. E non a scopo deterrente.
Ci scusiamo per il linguaggio criptico. Cercheremo di essere più chiari.
I regimi politici (democratici o meno) sono “attraversati” da due modalità pratiche di conflitto politico: 1) il contratto; 2) l’uso della forza.
In genere il contratto (nel senso della pratica dei trattati) e l’uso della forza (nel senso del ricorso all’uso delle armi) sono complementari. Si usa la forza per costringere a trattare.
Tuttavia quando le dimensioni dei soggetti in conflitto sono diseguali (nel senso della prevalenza militare schiacciante di una parte) il conflitto perde il suo valore deterrente: si usa la forza semplicemente per piegare l’avversario e ridurlo ai propri voleri. Il contratto, al massimo, può divenire un paravento ideologico e retorico. E sussiste il rischio, soprattutto quando il conflitto esclude la presenza di un Terzo in grado di imporre una mediazione, che l’uso della forza cessi soltanto con il completo assoggettamento della parte più debole. Una sottomissione che può culminare nella completa eliminazione fisica e/o materiale (ad esempio mediante deportazione) della parte soccombente.
La storia è piena di esempi del genere. Ci piace qui citare una passo della tucididea
Guerra del Peloponneso:
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“Gli ateniesi passarono per le armi tutti i Meli adulti che caddero in loro potere, e misero in vendita come schiavi i piccoli e le donne. Si stabilirono essi stessi in quella località provvedendo più tardi all’invio di cinquecento coloni” (Garzanti, Milano 1984, p. 381)”.
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E i Meli, militarmente inferiori, avevano proposto agli Ateniesi la loro rigorosa neutralità, rispetto alla guerra che Atene conduceva contro Sparta. La quale si guardò bene dall'intervenire in favore dei Meli.
Purtroppo, in ultima istanza, è la forza a decidere. Quella stessa forza che manca ai palestinesi, privi tra l'altro di sinceri alleati. E in una situazione che brilla per l'assenza di un Terzo capace di imporre il contratto. Per giunta i palestinesi pretendono addirittura di fare la guerra ad Israele... E in ciò sono indubbiamente coraggiosi se non temerari.
Di qui però, se non interverranno fatti nuovi, la possibilità che prima o poi vengano sterminati tutti, o quasi. Purtroppo.
Come i Meli, appunto…