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Alla scoperta dell’uomo. Brevi saggi sull’uomo e sull’ambiente

di filosofia-ambientale.it - 23/09/2005

Fonte: filosofia-ambientale.it

settembre 2005: è uscito il libro

Alla scoperta dell’uomo:
Brevi saggi sull’uomo e sull’ambiente

di Piergiacomo Pagano
vignette di Francesca Pazzaglia
Airplane/Alberto Perdisa Editore, Bologna, 2005

 

indice

introduzione


Indice:

INTRODUZIONE

PARTE I: SUL RAPPORTO UOMO/NATURA

1. Sul rapporto uomo/natura

PARTE II: L’IMPATTO UMANO

2. La 6a grande estinzione
3. Causa delle grandi estinzioni
4. Uomo e biodiversità: la preistoria e il massacro della megafauna
5. Il degrado delle aree umide
6. L’isola di Pasqua
7. La grande carestia in Irlanda

PARTE III: UOMINI E ANIMALI
8. Bambini selvaggi (parte prima)
9. Bambini selvaggi (parte seconda)
10. Parlare con gli animali

PARTE IV: UOMINI E CERVELLO

11. Il cervello
12. Stranezze del cervello
13. La memoria
14. Malattie mentali
15. L’evoluzione della mente

PARTE V: UOMINI E UOMINI

16. Storia e drammi dell’eugenica. (parte prima) Le radici storiche e teoriche
17. Storia e drammi dell’eugenica. (parte seconda) Le ripercussioni pratiche

PARTE VI: L’UOMO STUDIA LA NATURA

18. L’ordine della natura
19. Misurare la biodiversità
20. Il concetto di specie
21. Le memorie biologiche

PARTE VII: FILOSOFIA AMBIENTALE

22. Il Caso delle zanzare
23. Panoramica del pensiero filosofico sull’ambiente
24. La vita nei boschi
25. Etica della Terra
26. Conservare e Preservare
27. Il valore della natura
28. La filosofia ambientale come interazione dialettica tra scienze umane e scienze naturali


INTRODUZIONE

Nei primi anni 1980 lavoravo nel laboratorio di “tossicologia inalatoria” del CNEN (1,2). I programmi erano legati allo studio dell’energia nucleare e il nostro compito era quello di verificare la tossicità del sodio, un elemento usato come refrigerante nei reattori veloci (3). Come era prassi allora, per molti studi tossicologici impiegavamo degli animali da esperimento. Incendiavamo il sodio in atmosfera controllata e convogliavamo i suoi prodotti in una camera dove le nostre cavie (dei ratti Sprague-Dawley) li respiravano. Successivamente, in tempi stabiliti, gli animali venivano “sacrificati” e sottoposti ad una serie di analisi per verificare i danni che il sodio aveva procurato all’apparato respiratorio (4). Con questi studi “in vivo” cercavamo di estrapolare i risultati sperimentali dagli animali agli esseri umani, in altre parole cercavamo di capire cosa sarebbe successo alla salute degli addetti agli impianti accidentalmente esposti dopo un guasto (5).
Consapevole che questa pratica è purtroppo necessaria in molti campi sanitari, non mi sentivo “colpevole” di utilizzare gli animali per uno scopo che interessava il solo genere umano. In fin dei conti si trattava di dare le giuste indicazioni per evitare guai più seri in futuro. Ma nonostante ciò c’era qualcosa in me che rifiutava di credere che noi uomini possiamo disporre della natura a nostro piacimento. 
Lessi la Bibbia: «Dio disse: [... L’uomo] Dominerà sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, sugli animali selvatici e su quelli che strisciano al suolo-» (6). E ancora: «Di tutto potrete disporre: [...]» (7). Ma se da un lato queste parole giustificavano il mio comportamento, al contempo la mia preparazione scientifica mi diceva il contrario. Se la vita è apparsa sulla Terra tre miliardi e mezzo di anni fa mentre l’uomo è nato appena qualche milione di anni fa, come possiamo pensare che la natura sia fatta solo per noi? E’ possibile che le montagne esistano solo perché possiamo estrarne i minerali o che gli astri del cielo esistano solo perché noi possiamo ammirarli? Mi misi a credere che qualunque risposta affermativa a queste domande fosse arrogante.
Non ero, dunque, totalmente contro la sperimentazione in vivo. Sentivo però il pressante bisogno di andare più a fondo alla questione. Non mi bastava essere convinto che uccidere gli animali per il sapere scientifico venisse giustificato dall’aumento del benessere che l’uomo ne ricava; volevo risposte più serie e articolate. Parallelamente agli studi di tossicologia (dove cercai di sostituire gli esperimenti in vivo con dei test in vitro (8,9)), iniziai una personale indagine biologica, storica e filosofica sull’uomo e il suo posto nella natura. In termini più “banali” volevo arrivare a capire qual è il modo “giusto” di raffrontarci con l’ambiente che ci circonda; volevo sapere se abbiamo il diritto di modificare gli habitat selvaggi; se possiamo sfruttare tutte le risorse del pianeta e lasciare niente agli altri; se possiamo allevare gli animali in posti angusti e invivibili solo perché ci costa meno produrre la carne, le uova, il latte.
Durante i miei studi scoprii che esiste, soprattutto nei paesi nordici e anglosassoni, un grande dibattito su questi temi, dibattito che in Italia è rimasto confinato entro una ristretta cerchia di specialisti mentre sarebbe utile che ottenesse una più ampia divulgazione. Con questo scopo ho recentemente pubblicato il libro “Filosofia Ambientale” che raccoglie, in una semplice panoramica, il pensiero dell’uomo nei confronti di ciò che lo circonda. Ma se da un lato è bene confrontarci sui temi relativi al nostro comportamento, dall’altro non possiamo sottrarci ad uno studio approfondito su chi siamo, noi uomini, in realtà. La nostra condotta, infatti, dipende fondamentalmente dal “posto” che riteniamo di occupare in natura. Senza una adeguata conoscenza potremmo arrivare a conclusioni errate con il rischio di gravi conseguenze future. Proprio per aiutare a raggiungere un nuovo equilibrio con noi stessi e gli esseri non-umani, ho scritto alcuni saggi che sono stati pubblicati su alcune riviste e che ora vengono riproposti, assieme ad altri inediti, in questo volume. Guardati superficialmente possono sembrare slegati fra loro, ma seppure coprano campi di indagine diversi, tutti raccontano un pezzo di “chi e come siamo”.

Chi siamo? Siamo esseri superiori o solo animali intelligenti?

vignette di Fra

Il primo scritto, “sul rapporto uomo/natura”, espone brevemente l’intero percorso che faremo durante il libro. Si tratta di uno capitolo riassuntivo basato su alcune mie conferenze che lega assieme, come un filo conduttore, gli argomenti che via via approfondiremo. Vedremo chi siamo biologicamente e quanto parziali siano le nostre percezioni. Parleremo dell’eterno dibattito “natura vs. cultura”, ovverosia se ciò che siamo dipende più dai nostri geni o dalla nostra educazione. Di seguito vedremo alcuni aspetti dell’impatto umano sulla natura in generale (Parte II), parleremo del rapporto uomini/animali (Parte III), vedremo chi è l’uomo e soprattutto cos’è il suo cervello e la sua mente (Parte IV), analizzeremo alcuni aspetti del rapporto uomo con uomo (Parte V). Nella Parte VI ci occuperemo del modo in cui l’uomo studia la natura ed infine ci raffronteremo con alcuni temi legati alla filosofia ambientale (Parte VII). Proprio la filosofia ambientale può essere, a mio avviso, la naturale applicazione del percorso di studio su cos’è l’uomo. Le considerazioni fatte durante il corso di questo volume, infatti, dovrebbero essere la base fondante di una filosofia ambientale conscia che l’uomo è parte della natura stessa e che la sua qualità di vita dipende in modo stringente dalla qualità di ciò che lo circonda (10,11). 
Personalmente, nel corso degli anni mi sono fatto una idea di cosa sia giusto e di cosa non lo sia nel rapporto uomo/natura. Sono però consapevole che questa mia opinione possa essere condivisa, modificata o messa in dubbio con una serie di ragionamenti plausibili. Esistono infatti molte, anzi moltissime, convinzioni diverse. Alcune, quelle arroganti o estreme, non sono certamente accettabili, ma quelle moderate hanno in sé delle parti di verità. Il fatto è che tutti noi vediamo il mondo con occhi diversi, influenzati dai nostri geni e dalla nostra cultura. Vediamo il mondo come lo percepiamo soggettivamente, perché la nostra visione riflette noi stessi, il nostro modo di essere. Tuttavia, qualunque sia il nostro pensiero ambientale (antropocentrista, biocentrista, ecocentrista o altro) esiste una via che possiamo percorrere insieme. E questa via è l’aumento della conoscenza e quindi della consapevolezza delle nostre azioni (12). Proprio in questa ottica mi auguro che gli scritti che seguono possano contribuire a migliorare la comprensione di noi stessi, anche per giungere ad una filosofia dell’ambiente che ci permetta di sentirci in armonia con il mondo non-umano. Se il lettore sarà portato a riflettere su questi temi il libro avrà sicuramente raggiunto il suo scopo.

 

Bibliografia e note dell'introduzione
1) La tossicologia è quella scienza che studia gli effetti delle sostanze estranee (nocive o potenzialmente tali) sugli organismi.
2) Il CNEN era il “Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare”. Nel 1982 divenne ENEA, oggi “Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente”.
3) Un eventuale incidente nel circuito di raffreddamento avrebbe prodotto una perdita di sodio che si sarebbe incendiato all’aria (“fuochi di sodio”) e i lavoratori avrebbero potuto inalare i prodotti della combustione.
4) Pagano P., et. al, “Morphological Injuries and Kinetic Clearance Affectation in Trachea of Rats Exposed to Sodium Combustion Products”, J. of Aerosol Sc. V.18 n.6 pp.729-732, 1987
5) Calamosca M., Pagano P., “Studio degli effetti dei singoli inquinanti sulla salute dell’uomo e degli animali: le competenze del gruppo di tossicologia dell’inalazione” RTI PAS-FIBI-AEROSOL (89/2), ENEA, 1989
6) La Bibbia interconfessionale, Elle Di Ci, Torino 1999, Genesi 1, 26
7) Ivi, Genesi 9, 1
8) Negli esperimenti in vitro si utilizzano cellule viventi al posto degli animali.
9) Pagano P., “Studi in vitro di citotossicità e mutagenicità di inquinanti ambientali”, Igiene e Sanità Pubblica; Volume LIV/n.3-4; pag. 211-239, 1998
10) Pagano P., “Filosofia ambientale”, Mattioli 1885, 2002
11) http://www.filosofia-ambientale.it
12) P. Pagano, M. Di Natale, “Alla ricerca di una integrazione dialettica tra antropocentrismo e biocentrismo”, Nono Convegno di Studi Utopici, Università di Lecce, 24-25 gennaio 2005