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Ferrovie: il grande balzo della Cina

di Elena Ferrara - 24/05/2009

 

Ancora una volta sarà l’inizio di una grande storia, perché due grandi potenze si uniscono per realizzare un nuovo e avveniristico progetto: una linea ferroviaria che dovrà unire la vecchia Europa all’emergente mondo della Cina. Il piano che vede coinvolti i governi di Mosca e di Pechino dovrebbe essere realmente alternativo alla rete attuale dell’aviazione civile. L’operazione parte da un team di specialisti russi diretti da Putin e l’idea portante del programma consiste nel riuscire ad unire la Cina – via Russia – all’Europa. Tutto in treno superando quell’ostacolo storico derivato dal fatto che i convogli russi sono a scartamento più largo di quello europeo e che, quindi, obbligano i treni a cambiare i carrelli nel momento in cui si “entra” in territorio russo. Ma tutto questo non crea ostacoli alle Ferrovie di Mosca impegnate come non mai a rilanciare il treno creando un ponte tra Europa e Cina.

Ed ecco che la Rzd – la società delle ferrovie russe – con i suoi 1.300.000 dipendenti parte all’attacco per raggiungere accordi di collaborazione tecnica con Austria e Slovacchia. L'obiettivo è di collegare il Sud ovest asiatico raggiungendo la Cina. Intanto come primo passo si cercano i fondi. La Rzd punta a collocare in Borsa il 25% delle azioni per raccogliere almeno 25 miliardi di dollari. E precise sollecitazioni vengono fatte negli ambienti degli investitori stranieri. Tutto avviene mentre le banche internazionali fanno i conti in tasca ai russi stimando in 100 miliardi di dollari il valore della Rzd. E si tratta di una valutazione che potrebbe crescere ancora.

Si è quindi solo all’inizio del progetto. Ma la portata dell’intero “impianto” è già di per se un fatto epocale. Va tenuto conto, infatti, che il territorio cinese interessato alla linea ferroviaria Europa-Pechino ha confini con 14 paesi e sbocchi sui mari Giallo, Cinese Orientale e Cinese Meridionale. Quanto alle derivazioni ferroviarie la tratta centrale sarà allacciata – sui suoi 73.100 chilometri – con una rete minore di ferrovie che abbracciano circa 50.000 chilometri. Chiaro, in tutto questo contesto, l’interesse del mondo economico e commerciale dal momento che nel 2015, nella Cina e nel Far East dovrebbe concentrarsi il 50% della capacità produttiva mondiale e questo moltiplicherebbe almeno per quattro le esportazioni di manufatti verso l'Occidente via mare e attraverso il Canale di Suez.

Attualmente solo il 2% del traffico merci con l'Asia viaggia su rotaia. Ma si sa che il bacino d'affari potenziale è da miliardi di euro. Notevoli, di conseguenza, gli impegni russo-cinesi in merito tenendo conto che il trasporto su rotaia è decisamente più veloce che su nave: 15-20 giorni di viaggio contro cinque settimane. Quanto alla concorrenza dei cargo aerei, russi e cinesi fanno rilevare che se si metterà in conto la velocità è ovvio che a vincere saranno gli aerei, ma quanto a risparmi vincerà sempre il treno. Ed ecco il progetto alla prova dei fatti. Con il “Trans Eurasia Express” che due volte alla settimana porta le merci su una tratta che unisce Germania, Polonia, Bielorussia, Russia, Mongolia, Kasachstan e Cina.

Non tutto, comunque, fila liscio. Le idee originali del russo Putin si vanno sempre più scontrando con una serie di imprevisti che mettono in discussione molte certezze. E soprattutto, andando avanti nei piani, si scoprono tutti i problemi relativi ad un boom economico cinese che ha causato un aumento della domanda di beni e materie prime. E così l'inefficienza dei trasporti ferroviari a livello generale non è in grado di rispondere: vagoni e binari per il trasporto delle merci non sono più sufficienti e le materie prime per costruirne di nuovi giacciono accatastate in porti e stazioni.

Il boom economico della Cina – che è pur sempre squilibrato e diseguale – comincia a perdere colpi e a evidenziare effetti collaterali. Ed è per questo che Pechino ha programmato di investire 2mila miliardi di yuan (414,5 miliardi di dollari) entro il 2020 per rafforzare la rete ferroviaria nazionale, portandola da 73mila km a 100mila km. e separando il trasporto dei passeggeri da quello delle merci.

Ci sono poi altre notizie di ordine economico e tecnico che fanno ben sperare. Si parla di linee ad alta velocità che dovrebbero interessare ottomila chilometri. Velocità di crociera 350 km/h. E su questo piano della “Trans Eurasia Express” Putin, da Mosca, cerca di giocare la sua carta nei confronti di una Cina alla quale ha guardato sempre con “simpatia”. Dal primo momento della sua salita sul Colle della Moscova.