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Basta con i progressisti

di Gianfranco La Grassa - 02/07/2009

Zizek, e gli altri della combriccola di “birichini”, se ne intendono quanto me della struttura sociale dell’Iran (e, per la verità, di qualsiasi altra struttura sociale). Ne abbiamo pieni gli zebedei di questi tuttologi solo presuntuosi e che parlano di ogni cosa come se se ne intendessero, quando la loro ignoranza è perfino superiore alla nostra. Il problema è molto più semplice e rinvia alla solita questione dell’Emiro dell’Afghanistan, su cui Lenin (e a seguire Stalin) hanno scritto pagine definitive. Essi non finsero di analizzare con “grande competenza” la società afgana dell’epoca, ma affermarono con una nettezza priva di esitazioni che un monarchico reazionario di quel paese, in quella specifica congiuntura storica, era funzionale ai processi rivoluzionari in corso (pur se magari oggi dobbiamo renderci conto che non conducevano al comunismo; ma rappresentavano comunque un totale rivolgimento del mondo precedente!) mentre i “progressisti” del movimento operaio occidentale (dei capitalismi avanzati), con le loro marce socialdemocrazie (la “sinistra” dell’epoca, schifosa come l’attuale nostra), erano dei perfetti reazionari. Ecco perché fu un errore allearsi con quei banditi, affamatori dei loro popoli (come lo furono nella Repubblica di Weimar), i quali logicamente seguirono chi prometteva, e realizzava, chances di rinascita e di uscita dalla crisi.

Comunque, oggi non ripeteremo lo stesso errore. Nessuna alleanza, in nessuna contingenza, con i sedicenti progressisti, laidi politici e intellettuali narcisisti in cerca di meglio emergere con il favore dei reazionari più venduti del mondo: quelli (sub)dominanti, servi sciocchi e senza fantasia dei (pre)dominanti statunitensi, guidati oggi dal “Serpente”. Noi torneremo con l’“Emiro dell’Afghanistan” contro i lerci individui che favoriscono Usa e Israele in nome delle libertà occidentali “di costume”. La nostra cultura resta ancorata ai nostri costumi e mentalità occidentali (non però a quel puro inganno che è la “democrazia” elettoralistica in uso qui da noi); ma politicamente preferiamo chi, costume o non costume, lotta contro gli Usa e contro Israele. Noi non siamo nemmeno, come fingono gli sporchi progressisti, per il multiculturalismo (contraddicendolo poi non appena i “diversi” lottano con coraggio contro i nemici dell’intera umanità); noi siamo per l’interculturalismo con rispetto reciproco ma precisi confini tra le diverse culture; dando tuttavia pieno e convinto appoggio a chiunque (e ripeto: chiunque) lotti politicamente (e con tutti i mezzi disponibili nelle varie congiunture e nelle diverse aree geografico-sociali) contro i suddetti nemici principali, che vogliono bloccare l’ascesa verso il conflitto multipolare, il vero faro da seguire per l’avanzamento del mondo.

Un Zizek, dopo Lenin, ha scritto adesso su Mao. Si vergogni: Mao lo avrebbe preso a pesci in faccia, leggendo l’appello che ha firmato. E così tutti gli altri; si vergognino. Se vogliono tornare al consesso civile degli intellettuali non sdraiati ai piedi dei pretesi conquistatori del mondo (oggi per fortuna in apnea), abiurino quel manifesto, si schierino apertamente con l’“Emiro dell’Afghanistan”, riconoscano di aver preso un abbaglio; capitò anche al nostro grande Antonio Labriola. Siano però umili e si spargano la cenere sul capo. Una svista può sempre capitare; ma ricordiamo il detto: “errare è umano……”.  Non si scuseranno altri errori!