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L'Iraq dimenticato

di Layla Anwar - 17/07/2009


 

 

Un diluvio di autobombe caricate con esplosivo e timer ha investito Baghdad. L’evento più mortale è stato l’inondazione organizzata di esplosioni che hanno preso di mira 8 chiese cristiane (non 5 come riportato sui media); 8 case di Dio, 7 a Baghdad e 1 a Mosul.

I quartieri cristiani di Mosul sono da ieri [13 luglio, NdT] sotto il coprifuoco. Tale Zebari, alto “ufficiale dell’esercito (da non confondersi con H. Zebari, Ministro degli Esteri curdo, anche se probabilmente si tratta di un suo parente), ha affermato in una dichiarazione pubblica di attendersi che la violenza in Iraq continui almeno per i prossimi 3 o 4 anni. Maliki ha affermato la stessa cosa, e così anche il sionista Biden.

Ma allora chi c’è dietro questo diluvio di terrore?

La versione ufficiale ripete la solita cantilena a disco rotto: Al Qaeda e i saddamisti.

S. Al Mutlaq (io non sono una fan di S. Al Mutlaq, ma sono costretta ad essere d’accordo con lui almeno in questa occasione) ha detto che Al Maliki e gli altri partiti settari (finanziati dall’Iran) sono dietro questa piena di violenza. Le elezioni sono in arrivo e tutti questi partiti sciiti vogliono garantirsi la vittoria nell’imminente tornata elettorale, giocando la carta della sicurezza o della sua carenza. Per dirla con le sue parole:

Saleh Al Mutlaq, leader del Fronte Irakeno per il Dialogo Nazionale, ha dichiarato ad Al Jazeera che il fattore sicurezza rimane un problema in Iraq.

“La situazione della sicurezza è ancora fragile e tutte le affermazioni secondo le quali vi sarebbe stato un incremento notevole delle misure di sicurezza in Iraq non erano corrette né precise.

La seconda questione è che le elezioni si avvicinano. Coloro che nel passato si radunavano per formare movimenti settari sparsi qui e là, lo stanno facendo di nuovo. Per ottenere i loro scopi, essi vogliono creare un’atmosfera favorevole ad elezioni a carattere settario. E ciò si può ottenere solo creando la giusta introduzione. Questa violenza, io credo, è un’introduzione che serve a ripristinare le idee settarie nella mente delle persone, in modo da farle accostare alle elezioni in un’ottica settaria. A meno che l’opinione pubblica mondiale non eserciti una qualche pressione, questo governo non è in grado di provvedere a una riconciliazione all’interno del paese, né è interessato a farlo”.

E qui l’argomentazione di S. Al Mutlaq è assai valida.

Altri analisti irakeni, rispecchiando con ciò il sentimento più diffuso a Baghdad, sostengono che dietro questo diluvio di violenza ci sarebbero tutti coloro che hanno evidente interesse a mantenere lo status quo esattamente nella configurazione attuale. E cioè i partiti settari degli sciiti, i curdi, che si oppongono ad ogni ritiro delle truppe USA finché non avranno ottenuto il loro Stato “indipendente”, l’Iran (e più proseguono i suoi disordini interni, più l’Iran tenderà a provocare conflitti disastrosi all’interno dell’Iraq) e ultimi ma non meno importanti gli stessi americani, attraverso operazioni congiunte CIA/Mossad.

L’arcivescovo di Baghdad, S. Wardoonee, a capo della Chiesa della Vergine Maria di Palestine Street, è stato brevemente intervistato da Al Jazeera. Quando gli hanno chiesto chi ci fosse dietro questi attacchi alle chiese cristiane, ha rifiutato di puntare il dito contro chiunque. Avrebbe facilmente potuto ripetere la versione ufficiale, incolpando Al Qaeda e i saddamisti. Ma NON lo ha fatto. Perché?

Perché sa benissimo che: 1) I saddamisti (qualunque cosa significhi questo termine) non attaccherebbero mai i cristiani. In realtà, i cristiani dell’Iraq sono sempre stati la più protetta fra tutte le minoranze. E MAI nella memoria storica dell’Iraq – ripeto: MAI – i cristiani dell’Iraq erano stati un bersaglio prima del 2003. MAI. L’arcivescovo non ha menzionato neppure Al Qaeda, anche se avrebbe potuto farlo facilmente. Ma non lo ha fatto. Perché S. Wardoonee sa bene che l’Al Qaeda di Baghdad è come l’Al Qaeda di Mosul: composta principalmente di funzionari dell’intelligence iraniana, israeliana e americana. E sa anche che i CURDI hanno molto a che fare con le recenti esplosioni di violenza a Mosul e Baghdad.

L’Arcivescovo S. Wardoonee ha semplicemente replicato: “Non sappiamo chi sia stato. Sappiamo che esiste una campagna di terrore ben organizzata contro i cristiani dell’Iraq, volta a creare conflitti settari e religiosi. Nell’arco di 2 ore, 8 chiese sono state colpite a Baghdad e Mosul. Abbiamo richiesto una protezione speciale alle forze della sicurezza irakena, e abbiamo ripetuto molte volte la nostra richiesta. Ma non ci è stato fornito nulla di appropriato”.

Non è poi così difficile da capire. L’Iraq è stato reso invivibile per chiunque non sia uno sciita o un curdo. E’ davvero molto semplice.

E se in 6 anni di “liberazione” il “governo irakeno” non è stato in grado di garantire sicurezza ai suoi cittadini, non saprà farlo nemmeno in 10 anni. Infatti ciò che sentiamo uscire dalle bocche del curdo Zebari, dello sciita settario Maliki, del sionista americano Biden, è che il terrore in Iraq proseguirà per molti anni a venire.

E sì, in questo caso stanno dicendo la verità. Perché sono l’Iran e i suoi sciiti settari, sono i curdi e Israele, sono gli americani che hanno sempre avuto evidenti interessi a mantenere l’Iraq invivibile per chiunque si opponga alla sua partizione.

 

Nell’immagine: dipinto dell’artista irakeno Salem El Dabbagh.

 

INVIVIBILE

dal blog An Arab Woman Blues

traduzione di Gianluca Freda