Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Cellulari: la guerra dei cellulari sulla pelle dei congolesi

Cellulari: la guerra dei cellulari sulla pelle dei congolesi

di Andrea Bertaglio - 21/07/2009

I telefoni cellulari possono avere rivoluzionato il modo in cui comunichiamo, ma abbiamo mai pensato a cosa comporta la produzione (e lo smaltimento) di tali aggeggi? Per l’accaparramento di risorse quali il coltan sono in corso da anni guerre che hanno portato all’uccisione di oltre tre milioni di persone. E un italiano, in media, possiede due cellulari, più qualche vecchio modello (funzionante) nel cassetto…


 


Una pubblicità che ben descrive l'origine dei cellulari...
Nell’Africa centrale, e in particolare nella Repubblica Democratica del Congo, da diversi anni sono in corso dei combattimenti dovuti all’accaparramento di risorse quali il coltan, un minerale metallico termoresistente di fondamentale importanza nella produzione di telefoni cellulari, ma anche di computer portatili (come quello da cui sta scrivendo il sottoscritto!), e consolle quali la PlayStation.

 

L’ottanta percento delle riserve di coltan del mondo sono nella Repubblica Democratica del Congo. L'area di giungla montuosa dove il coltan è estratto è il campo di battaglia di quella che è stata nominata cupamente la “prima guerra mondiale africana”, che ha portato forze congolesi a combattere contro quelle di sei paesi confinanti e numerose fazioni armate.

Le vittime, neanche a dirlo, sono soprattutto civili. Fame e malattie conseguenti a queste lotte hanno ucciso centinaia di migliaia di persone, ed il combattimento ha portato 2 milioni di persone a lasciare le loro case.

Spesso fatta passare dai media ufficiali come una guerra etnica, il conflitto è in realtà dovuto alle risorse naturali, ambite da Società Per Azioni straniere decisamente “ghiotte” di diamanti, rame, oro, ma soprattutto di coltan.

 

Cercatori coltan
Dopo la corsa all'oro, quella al coltan. Cambia il prodotto, ma si arricchiscono e muoiono sempre gli stessi...
La rapida espansione di questo tipo di tecnologia negli anni novanta portò il prezzo del coltan a salire alle stelle, fino a raggiungere i 400 dollari al chilo. La columbite-tantalite o columbo-tantalite (per contrazione linguistica congolese coltan) è una miscela complessa di columbite (Fe,Mn)Nb2O6 e tantalite (Fe,Mn)Ta2O6, due minerali della classe degli ossidi che si trovano molto raramente come termini puri, una sorte di "polvere magica" ormai essenziale per molte apparecchiature elettroniche, e soprattutto per la produzione di telefoni cellulari.

 

La guerra cominciò nel 1998 quando forze di ribelli congolesi, appoggiate da Ruanda ed Uganda, attaccarono il Congo orientale e si trasferirono in aree di estrazione strategiche, attaccando numerosi villaggi lungo la strada.

 

Congo e Coltan
Per il coltan si sono scatenate vere e proprie guerre nella Repubblica Democratica del Congo
L'esercito ruandese calcolò in quel periodo che si potevano guadagnare 20 milioni di dollari al mese con l’estrazione di columbite-tantalite, e nonostante un rapporto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del maggio 2002 dichiarò che gli enormi profitti da coltan alimentavano la guerra e permettevano a un grande numero di funzionari statali, ribelli e società straniere di ammassare ingenti ricchezze in modi spesso non leciti o facenti uso eccessivo della forza, i combattimenti raggiunsero il loro picco proprio nel 2002, nonostante i trattati di pace firmati quella stessa estate.

 

L’aumento di telefoni cellulari che ci circondano (ed in Italia ciò avviene a ritmi anche più elevati di quanto non accada nel resto del mondo industrializzato) dovrebbe portarci a riflettere. Le guerre congolesi, tuttora in corso, sono di per sé un motivo già abbastanza valido per non sentire più l’insensato desiderio di cambiare telefono troppo frequentemente.

 

Coltan e Congo
Se ciò non bastasse, però, e se non vogliamo nemmeno parlare in questa sede di ciò che concerne il loro smaltimento, potremmo anche iniziare a pensare agli effetti sulla nostra stessa salute. Non solo per quel che riguarda la controversa questione delle loro “radiazioni”, ma per lo stress che può derivare dal costante aumento di spam che ci raggiunge ormai anche via sms, dal pericolo che arreca alla nostra sicurezza chi continua a guidare parlando al telefono, dalla dipendenza che hanno creato ad ogni fascia di età, dalla cafonaggine di chi ci parla affianco a voce alta (da qualche tempo a Milano anche in metropolitana!) e perché no, dal fatto che un cellulare acceso dà modo a terzi, durante una conversazione, di poterci ascoltare, di poterci sorvegliare.

 

Pensiamoci un po’, alla prossima offerta al centro commerciale. Per una mera questione di rispetto nei confronti di noi stessi, e di milioni di persone uccise o costrette ad emigrare per quelli che da nostre comodità, si stanno addirittura trasformando in capricci.