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Africa e riscaldamento globale: la catastrofe d’importazione

di Stefano Zoja - 22/09/2009

Piogge imprevedibili, inondazioni, l’avanzamento del deserto, il mare che sale e minaccia le città: l’Africa, oggi e in futuro, patirà il cambiamento climatico più di ogni altro continente. Subirà le conseguenze di qualcosa che non ha contribuito a creare e che ora non ha i mezzi per controllare. Robert Molteno, studioso di sviluppo presso la School of Oriental and African Studies di Londra, racconta il clima dell’Africa che verrà.


 

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Il riscaldamento globale penalizza l'agricoltura africana
Perché il riscaldamento globale è fra i problemi più gravi che l’Africa si troverà ad affrontare?

 

 

Sono due i motivi per cui il cambiamento climatico mette in pericolo gli abitanti dell’Africa. Il primo sta nel fatto che questi popoli sono di gran lunga i più poveri al mondo. Questo significa che né i governi africani, né i cittadini possono permettersi di realizzare quelle che tecnicamente si chiamano misure di adattamento. Sono azioni necessarie a proteggere la gente dagli effetti più gravi del cambiamento climatico nel breve e nel medio termine – opere come barriere a difesa delle città costiere, riforestazione su vasta scala o altre misure per contenere l’avanzamento dei deserti, e altre analoghe iniziative.

 

La seconda ragione per cui il cambiamento climatico è particolarmente pericoloso per l’Africa risiede nel fatto che si prevedere saranno proprio le regioni tropicali e sub-tropicali, che formano gran parte del continente africano, a subire i danni peggiori con l’aumentare della temperatura.

 

 

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Esondazione del fiume Chobe in Namibia
Dove, quando e in che maniera si prevede che il riscaldamento globale colpirà maggiormente l’Africa?

 

 

Viene prevista una serie di conseguenze. La più seria ed immediata è l’estensione dei climi delle zone equatoriali. Il che significa che deserti e regioni semi-aride nel Sahel, nel Sahara e nel Corno d’Africa, così come in Namibia e nell’Africa Centrale dovrebbero espandersi e andare verso precipitazioni piovose più imprevedibili e in generale meno abbondanti. E questo dovrebbe intensificare ancora la desertificazione e la riduzione delle terre coltivabili.

 

Anche le foreste pluviali africane dovrebbero presentare un clima più secco, un rischio maggiore di incendi, in queste come in altre zone, e dunque conseguenze gravi per le popolazioni di queste aree.

Un terzo grave problema potrebbe colpire le ristrette fasce costiere attorno al grande plateau africano. Qui, con l’innalzamento del livello del mare, città quali Lagos o Città del Capo o Alessandria d’Egitto, saranno più esposte alle tempeste e in seguito alle inondazioni.

 

Per quanto riguarda i tempi con cui questi e altri effetti si faranno sentire, la letteratura scientifica sta diventando sempre più precisa, ma ancora restano le incertezze se si tratta di previsioni su zone specifiche o su determinati ambienti climatici. Quello che però è diventato chiaro è che in Africa già oggi il clima è più imprevedibile. E sono aumentati i fenomeni atmosferici estremi, mentre sono diminuite le precipitazioni piovose.

 

 

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La fascia arida del Sahel è in espansione
Di quali provvedimenti ci sarebbe bisogno in Africa per mitigare le conseguenze del cambiamento climatico?

 

 

Questo è un problema molto complesso. L’Africa non è mai stata responsabile in passato per il rilascio in atmosfera dei gas che hanno alterato il clima, perché le attività industriali qui sono sempre state ridotte; allo stesso modo oggi gli africani non possono influenzare, e tantomeno rallentare, l’aumento della concentrazione di CO2 nell’aria.

 

E’ chiaro che l’Africa è semplicemente vittima di un fenomeno globale sul quale non ha controllo. Così a queste genti resta solo il difficile problema di quali misure di adattamento prendere per cercare di ridurre i danni che il riscaldamento della Terra e l’instabilità climatica gli rovesceranno addosso.

Come ho detto, si tratta di misure costose – e in ogni caso di efficacia molto circoscritta – che comunque i paesi africani non possono permettersi economicamente.

 

In che maniera gli interessi stranieri hanno contribuito a peggiorare gli effetti del riscaldamento globale in Africa, e cosa dovrebbero fare i paesi stranieri per alleviare le conseguenze?

 

Per andare al cuore del problema, la responsabilità principale che i paesi industriali avanzati e le potenze emergenti come la Cina devono assumersi ora è di modificare radicalmente i loro modelli di consumo, di produzione industriale ed energetica, così da ridurre nettamente, nell’arco di una generazione, i gas serra che emettono.

 

La seconda cosa che questi paesi dovrebbero fare è di finanziare le misure di adattamento che si renderanno necessarie nei paesi africani e in altre aree in via di sviluppo. Quali debbano essere i meccanismi economici e organizzativi per farlo è un problema completamente diverso. La sconfortante storia dei tradizionali meccanismi di aiuto dal nord al sud del mondo fa pensare che molto difficilmente sarà questo il modo migliore per trasferire le necessarie risorse finanziarie e tecnologiche.