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Oligarchi in guerra

di Massimo Fini - 30/03/2006

Fonte: gazzettino.it


 
In Italia si è creato un clima da psicodramma. Entrambe le parti, destra e sinistra prefigurano scenari da incubo nel caso vincano gli avversari. Il più famoso intellettuale italiano, Umberto Eco, ha dichiarato che fuggirà all'estero nel caso di conferma dell'onorevole Berlusconi. Un noto regista di sinistra fa uscire, al momento opportuno, un film dove l'attuale premier è dipinto come "Il Caimano". Giuliano Ferrara è arrivato ad evocare, non so con quanto piacere e vantaggio per il suo padrone, la caduta del fascismo e lo scenario pasoliniano della "bella morte". E mentre i due schieramenti si scambiano insulti feroci e si accusano reciprocamente di sesquipedali menzogne (avendo, sia detto di passata, entrambi ragione), si è tornati a sentire che "i comunisti mangiano i bambini".
E che è? I liberaldemocratici non ci hanno rotto i timpani per anni spiegandoci che l'alternanza al governo di forze politiche diverse è la fisiologia della democrazia, la sua essenza stessa, il suo senso? Che, dopo cinque anni di legislatura, il popolo sovrano giudica l'operato di un governo e, col libero voto, lo riconferma se ritiene che abbia fatto bene o lo boccia, premiando l'opposizione, se pensa il contrario? Che una maggioranza di governo, quando cade, accetta il verdetto insindacabile di un sistema che ha nelle libere elezioni il suo fulcro, oltre che il suo culto, e si prepara a fare l'opposizione e ad esercitare quella funzione di controllo politico che è altrettanto essenziale in una democrazia e che è uno degli elementi che la distingue da una dittatura?

E allora dov'è il dramma se rivince lo schieramento di centrodestra o se prevale quello di centrosinistra? Il dramma c'è e spiega tutti questi isterismi. Ma non riguarda il popolo italiano per il quale, vinca la destra o la sinistra, cambierà ben poco, anche perché ben poco, qualora pure lo volesse, può fare oggi un governo nazionale in economia essendo questa determinata da fattori globali che sfuggono completamente al suo raggio d'azione. Il dramma riguarda le oligarchie politiche, di destra e di sinistra, i partiti, con tutto il loro enorme codazzo di apparati, di adepti, di protetti, di giornalisti servi che sono terrorizzati all'idea di perdere i propri privilegi, vantaggi, rendite di posizione, le possibilità di esercitare i consueti abusi e soprusi ai danni della cittadinanza o galvanizzati al pensiero di conquistarli per poi distribuirli, come nel feudalesimo, ai propri seguaci.

 
La democrazia, con tutto questo non c'entra nulla. E tantomeno il popolo italiano la maggioranza del quale guarda, credo, lo scomposto accapigliarsi dei leader politici, di destra o di sinistra, e dei loro reggicoda, con indifferenza, disincanto, ironia o disgusto, aspettando di sapere da quale di queste oligarchie, oggi così trepide e imploranti nel chiedere il suo consenso, dovrà essere, dopo il 10 aprile, oppressa, schiacciata, umiliata e sbeffeggiata. Auguri.