Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / La canzone della Terra

La canzone della Terra

di Giuseppe Moretti - 31/03/2006

Fonte: Giuseppe Moretti



Interrogato sulle sorti del Movimento Controculturale
degli anni 60'-70', Frank Zappa rispose: "Il problema é che loro -il
sistema - sanno esattamente cosa vogliono. Noi, no". La risposta,
apparentemente semplice, é rimasta nella mia mente per tutti questi
anni: sempre viva e attuale. Certo sono state date e si stanno
esplorando un campionario completo di risposte, dalle più creative alle
più estreme. Tra le tante spicca il dito puntato, puntigliosamente,
contro i mali della società e la ricerca di nuove vie per l'umanità.
Risposte di valori, identità, solidarietà, libertà e giustizia sociale.
Eppure nonostante si tratti di affermazioni condivisibili-auspicabili
suonano ovvie, monche.

Ovvie perché in un sistema culturale-sociale-dual-verticistico come il
nostro è chiaro che vi sia un desiderio profondo di riequilibrio: in un
modo o nell'altro, riemergerà sempre. Noi non siamo solo frutto di
questo assetto socioculturale. Monche perché come specie abbiamo
scordato di vivere in un mondo più ampio di relazioni. E per un "mondo
più ampio di relazioni" non intendo solo ciò che è accanto al nostro
"orticello" di ceto sociale, società, Stato: i deboli, gli emarginati,
gli immigrati, i diversi, i rifugiati; ma di andare anche oltre sino ad
includere "l'Altro": il mondo non umano.

*Nuove frontiere*

Quasi ovunque questi modelli di relazione con relative dinamiche di vita
ecologica sono stati distrutti da una monocultura globale che ha
banalizzato culture millenarie e manomesso delicati equilibri
ecosistemici. Le nostre vite corrono su modelli dettati da urgenze di
efficienza, produzione e consumo che sempre più ci distanziano dal Mondo
reale. Una situazione grave che impone di superare la comodità di una
concezione di privilegio e di comprendere finalmente che tutto è in
relazione: dal mattino quando ci alziamo fino a sera la nostra esistenza
è supportata e si interpenetra con il mondo animale, minerale, vegetale,
fisico che ci sta attorno.

Nei lavori agricoli vuol dire non solo seminare e raccogliere, ma essere
consapevoli dell'intreccio che alimenta il mistero della vita. Nei
lavori industriali non si tratta solo di produrre beni, materiali ed
energie, bensì comprendere e valutare il loro impatto sia alla fonte che
al consumo. Nelle politiche non signica semplicente fermarsi a scelte e
programmi per soddisfare le richieste di benessere e progresso che
arrivano dalla società e dal mercato, piuttosto di valutare e decidere
con saggezza, tenendo conto della profonda interconnessione fra la
comunità umana e le altre entità presenti in natura. Monti, Fiumi,
Minerali, Alberi, Animali, Vento, Sole, Erbe, Odori, sapori, Muschi,
Microbi, Fuoco, Arcobaleno, Paesaggi, Boschi, Foreste, Valli, Paludi,
Mari, Laghi, Ghiacciai, Suoli. Questo è il Mondo reale più ampio che ci
ha allevati, nutriti e ispirati. Questo è il Mondo Reale da cui dobbiamo
guadagnarci il nostro "bentornati a Casa". Questa è la consapevolezza
del Mondo reale senza la quale siamo destinati ad una vita vieppiù
alienante, insana.

Non si tratta di concetti anacronistici, antiumani. Anzi infondono un
senso di interezza, di direzione, di appartenenza, di ispirazione
vitale. Una condizione essenziale per innescare quelle nuove-antiche
sensibilità, per comprendere il nostro "essere" sulla terra, e per
guidare le nostre azioni verso il "centro" dei problemi e le miserie
della società attuale. La sfida sta allora nel completare-arricchire le
nostre risposte del senso di relazione con la più ampia comunità
senziente. Farlo permette di riapprendere i linguaggi e i modelli
primari-selvatici.

*Tamburo planetario*

Noi siamo parte della natura e nel profondo inalienabilmente selvatici,
ma da tempo ne abbiamo perso la consapevolezza. Ne siamo così avulsi che
persino il significato stesso della parola "selvatico" è stato
stravolto. Nel dizionario diventa: incolto, furioso, folle, incoerente,
incontrollato. Non c'è che dire uno stravolgimento completo. Nella
natura selvaggia incolto è: l'incontaminato granaio che nutre la vita
(ad esempio, l'energia che alimenta la macchina da scrivere su cui sto
lavorando proviene dall'ancestrale "incolto" della natura); furioso è:
il guizzo della Donnola che carpisce la preda nell'incessante
rincorrersi della vita e della morte; folle: nel senso del selvatico è
il lampo di genio a cui attingono poeti e artisti; incoerente:
l'apparente mancanza di coerenza della natura è tale solo
all'osservatore disattento o in mala fede, incapace di cogliere
l'intreccio che lega ogni minimo evento, cosa o essere; incontrollato:
non è altro che lo spirito originale, non addomesticato di tutti gli
esseri liberi. Il Cervo e il Fiume non vogliono la nostra compassione,
la nostra protezione. Non vogliono persino essere ammirati o rispettati
più di tanto. Ciò che vogliono è che ci sentiamo parte di un cammino
comune. Un cammino comune tracciato dall'apprezzamento e dall'intreccio
reciproco. "Noi siamo nella Terra, non sopra di essa", amava ripetere
Ralph Metzner. Ma la realtà, si dice, è quella che è. Di sicuro è
pesante, sovrasta e ammalia: non se ne può fare a meno e a vari livelli
siamo tutti coinvolti. Del resto viviamo in una società che vuole uomini
senza sogni. Noi, però, siamo parte di un sogno più grande. Il sogno
della terra. Un sogno che ci ha accompagnati per migliaia di anni e che
non ha mai smesso di ispirarci. Esso ci parla in termini di relazioni,
di condivisione, di mutua diversità reciproca. Esso ci parla attraverso
i miti e gli archetipi, attraverso i poeti e i semplici, attraverso il
soffio vitale di tutte le cose selvatiche. Bene, io sono parte di una
linea di pensiero che affonda le proprie radici in ciò, in un'idea
ispirata direttamente dai sistemi naturali che sostengono la vita sul
Pianeta. E' l'idea Bioregionale che ponendoci nel giusto contesto ci
suggerisce domande sempre più profonde: chi siamo, dove siamo, da dove
viene l'acqua che ci disseta, il cibo che ci nutre, dove vanno a finire
i rifiuti, dove prendiamo l'energia che riscalda le case e che modella
gli arnesi? Nel farlo si imparano a conoscere le altre comunità, le
esigenze e le relazioni con le "genti" a quattro zampe, le "genti" con
le ali, le "genti" che nuotano, quelle che strisciano e quelle erette.
Per arrivare infine a ragionare in termini di Bioregione, di Bacino
Fluviale.

*Ascoltare la natura*

Il Bioregionalismo insegna in modo specifico e concreto partendo da noi
stessi e dal posto in cui si vive, sia esso campagna o città, pianura o
montagna o lungo la costa. Comprendere noi stessi all'interno della più
ampia trama della vita del posto. Conoscerne la storia e le storie, gli
scambi, le sinergie e la fonte dei guasti. Onorare le persone e le
culture istruite dal senso di comunità con la natura circostante. Ecco
la premessa e la forza del Bioregionalismo. Viviamo in un mondo in cui
domina il richiamo della mondialità globale delle politiche economiche
di produzione che schiavizza i popoli e li sradica dai posti d'origine.
Il concetto di Bioregione propone l'esatto contrario. Rimanere ancorati
al proprio luogo, averne cura, difenderlo, rispettarne la diversità e
ascoltare lo spirito dei luoghi: applicare i modi più appropriati di
essere nel territorio: dove seminare, dove costruire, quali vestiti
confezionare, quale tecnologia usare e come rendere grazia alla
Montagna, al Fiume, al Bosco, alla Pianura fertile, al Mare. Non si
tratta di creare isole più o meno felici, più o meno aperte: avulse,
però, dal contesto sociale circostante. Il teatro della pratica
Bioregionale è a tutti i livelli della società. Dalla piccola comunità
di paese al consiglio di quartiere, nelle fabbriche, nei plessi
scolastici e nelle aule della politica. Ma soprattutto l'idea
Bioregionale è pro-attiva: non solo solleva quesiti ma propone
attivamente modi, vie e progetti concreti di interdipendenza sia sociale
che ecologica. Il Bioregionalismo è oltre l'Ambientalismo. Ma
attenzione, anche l'Ambientalismo ha svolto un ruolo importante . Ha
denunciato guasti, ha proposto la preservazione degli ultimi lembi di
natura selvaggia, ha denunciato e vigilato sulla salute della gente, ha
evidenziato l'invadenza e le conseguenze della società tecnologica.
Cionondimeno ci stiamo allontanando sempre più, sia spiritualmente che
fisicamente, dalla canzone della Madre Terra. L'idea Bioregionale si
offre come tramite per comprendere di nuovo le note della canzone e per
cambiare sia i paradigmi della società che il profondo di noi stessi. Da
dominatori della natura a suoi partner.