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L'impostura umanitaria (Danilo Zolo)

di Federico Roberti - 08/04/2006

Fonte: Federico Roberti

 

Venerdì 7 aprile, presso la sala conferenze della Fondazione San Carlo di Modena, il professor Danilo Zolo, docente di Filosofia del Diritto all’Università di Firenze, è stato protagonista di un incontro con il pubblico dedicato al tema de “Le guerre umanitarie. L’uso della forza e la tutela internazionale dei diritti dell’uomo”, ultimo atto di un ciclo iniziato a febbraio e denominato “L’azione umanitaria nelle politiche europee”.

Di fronte ad un pubblico folto ed attento, il professor Zolo ha svolto una sintetica panoramica dell’evoluzione del concetto di guerra umanitaria a partire dall’analisi del documento di Bush sr.-Wolfowitz che all’inizio degli anni novanta, dopo il tramonto del blocco comunista, prevedeva l’emersione di potenze ostili, irrispettose dei diritti umani secondo la formulazione giuridica occidentale, e nei confronti delle quali si ipotizzava la possibilità di intervenire militarmente. Con questo documento, secondo Zolo, nasce il concetto stesso di guerra umanitaria, poi applicato in rapida successione nella prima Guerra del Golfo e con i successivi interventi in Bosnia e Somalia. Ma l’apice dell’uso strumentale di questo paradigma è stato toccato con l’intervento Nato contro la Repubblica Federale di Jugoslavia, in occasione della crisi kosovara del 1999. La mattanza in corso  in Algeria nello stesso periodo viceversa non suscitò interesse alcuno da parte della comunità internazionale, a significare l’assoluta arbitrarietà delle scelte di intervento. L’undici settembre 2001 segna il passaggio dall’idea di guerra umanitaria a salvaguardia dei diritti di popolazioni in pericolo a quello, ancor più subdolo, di guerra preventiva al terrorismo internazionale; implicitamente si rafforza comunque l’idea di una guerra giusta, con la quale si vorrebbe punire i vertici dei cosiddetti Stati canaglia (Afghanistan, Iraq, domani Iran), e che invece produce soprattutto stragi di civili inermi e devastazioni delle infrastrutture. Vengono così bellamente ignorati i principi del diritto internazionale classico sanciti dalle Nazioni Unite, il cui unico ruolo è diventato quello di legittimare ex post le situazioni di fatto venutesi a creare.

Sollecitato con numerose domande poste dagli intervenuti, il professor Zolo ha tracciato un analisi della situazione geopolitica internazionale davvero puntuale. Dall’emersione della Cina quale potenza mondiale che nel prossimo decennio potrebbe confliggere, anche militarmente, con il gendarme a stelle e strisce alla occupazione statunitense del rimland che circonda il grande spazio russo con l’insediamento di basi nelle repubbliche ex-sovietiche dell’Asia centrale, dalla constatazione della vivacità dei paesi latino americani desiderosi di autonomia dall’ingombrante vicino nordamericano alla triste realtà di un’Europa inerte politicamente e militarmente impalpabile.

A preciso quesito su quale possa essere, a suo parere, una evoluzione positiva dello scenario mondiale, Zolo ha risposto di confidare nella nascita di un sistema multipolare che riequilibri l’unilateralismo angloamericano, tramite l’affermazione di Russia, Cina ed India, ed anche di un’Europa che dovrebbe acquisire coscienza delle proprie potenzialità di fungere da baricentro.

E’ venuto il momento di comprendere, citando il maestro di realismo politico Carl Schmitt, che “chi dice umanità è un impostore”.