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Dottor Asino

di Massimo Gramellini - 23/12/2009


  
Tutti gli iscritti al concorso per funzionario dell’Ufficio Appalti di Orbetello - aperto ai soli laureati - sono stati respinti dopo la prova scritta a causa di sfondoni grammaticali. Non vi sfuggirà la buona notizia: non c’era neanche un raccomandato (e trattandosi di un Ufficio Appalti, la sorpresa è ancora più grande). Per il resto prepariamo i fazzoletti, perché una cosa è fare dell’ironia sull’ignoranza dei concorrenti del Grande Fratello, nessuno dei quali almeno si fregia del titolo di dottore, un’altra dover riconoscere che l’università laurea dei somari che scrivono «ha» senza l’acca, «legittimo» con due g e «anomala» staccando la a: «a nomala», come «a zia» e «a nonna» nel vocabolario di Totti.

Intendiamoci. A tutti può capitare di scrivere «egli a mangiato». Ma in seconda elementare. E’ lì che si gioca la partita decisiva. Quando capitò a me, la maestra mi fece riempire un intero quaderno di «ha». Fu tale il trauma che me lo ricordo ancora. Sarà per questo che, talvolta, mi ricordo anche di scrivere «ha».

Di sicuro non ho mai dimenticato le parole con cui lei accompagnò quel supplizio. «La scuola dell’obbligo non serve a insegnarti un lavoro, ma a darti le basi per scegliere quello più adatto a te. Chi scrive e parla male, pensa e vive male. Io non allevo specialisti, ma esseri umani». Sono passati quarant’anni, signora maestra, ma se lo lasci dire: grazie.