Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Iran: così si appresta a difendersi

Iran: così si appresta a difendersi

di Francesco Bussoletti - 13/04/2006

Fonte: Comedonchisciotte

 
L'Iran potenzia il sistema difensivo e lancia segnali intimidatori ai paesi vicini

"In vista di una possibile opzione militare contro l'Iran, Teheran sta potenziando il sistema difensivo". È questa l'opinione espressa al Velino da Gianandrea Gaiani, analista militare e direttore della webmagazine AnalisiDifesa. "Il motivo - ha spiegato Gaiani - e' che oggi le forze di difesa iraniane non sono in grado di contrastare efficacemente un bombardamento preventivo. Invece dal 2007 disporranno di 27 sistemi di difesa antiaerea missilistici mobili Thor-M1 (a corto raggio), comprati dai russi, e inoltre sono in corso trattative, sempre con Mosca, per l'acquisto di missili S-300 (a lungo raggio). Queste novita', una volta operative, potrebbero dare filo da torcere a eventuali azioni aeree ostili". L'esercitazione militare tenuta la settimana scorsa in Iran, "ha avuto un duplice scopo - prosegue Gaiani -. Da una parte e' stata organizzata per 'uso interno', cioe' per rafforzare la leadership del presidente e del governo, mentre il paese e' in una delicata situazione internazionale. Essendo incerto il futuro, e' necessario che ci sia coesione tra le varie anime dello Stato e che venga messa da parte ogni disputa interna. L'altro scopo, invece, e' stato quello di lanciare un segnale intimidatorio ai paesi vicini". Raramente, infatti, Teheran fornisce dettagli sulla propria dotazione bellica, ma nel caso dell'esercitazione sono stati divulgati dalle stesse autorita' iraniane numerosi particolari in riferimento alle armi utilizzate e ai test compiuti. Durante l'esercitazione sono stati fatti diversi lanci di prova di alcuni nuovi tipi di ordigno e l'evento e' stato pubblicizzato da tutti i media iraniani. Dopo i test, il comandante delle Guardie rivoluzionarie, il generale Yahya Rahim Safavi, ha affermato che il suo paese ora "e' pronto a contrastare qualsiasi invasione".

La prima novita' e' un siluro, secondo fonti dell'intelligence di Mosca basato sul vecchio modello russo Ba-111 Shkval, sviluppato negli anni '90, e modificato dagli iraniani. La torpedo e' in grado di raggiungere una velocita' massima di circa 360 chilometri all'ora (cinque volte le velocita' di ordigni analoghi), una gittata massima di 6.858 metri e puo' essere armata con una testata nucleare. Il siluro, inoltre, puo' essere lanciato sia da sottomarini, sia da navi e dispone di un'esca (un proiettile secondario) che viene lanciata se il bersaglio prova a fermare lo Shkval. Secondo i tecnici, ufficialmente non esistono contromisure contro questo siluro, il cui unico difetto sarebbe il sistema di guida automatico, a volte impreciso. A questo proposito, pero', sia i russi sia gli iraniani hanno affermato di aver apportato alcune modifiche per risolvere il problema. Teheran, in teoria puo' lanciate lo Shkval o da uno dei tre sommergibili della classe Kilo, acquistati dalla Russia a partire dal 1998 (insieme a tre della classe Ssi), o da una delle sue 25 navi lanciamissili.

La forza navale iraniana inoltre consta di tre fregate, due corvette, tre pattugliatori a lungo raggio, 41 a corto raggio, cinque dragamine, 18 mezzi anfibi e circa una trentina di mezzi marini di supporto distribuiti sulle sette basi principali (Kharg Island, Imam Khomeini, Shahid Rajaie, Anzali, Noshahr, Bushehr e Chabahar).
La seconda novita' annunciata da Teheran e' il missile terra-mare Kowsar. In base a quanto affermato da un portavoce del paese islamico, si tratta di un vettore "Stealth", cioe' non rilevabile dai radar e in grado di ingannare i sistemi di disturbo (jamming) delle difese antimissilistiche. Il vettore puo' essere lanciato dalle coste per colpire le navi nemiche.
Infine e' stato presentato il "fratello piccolo" dell'arsenale militare iraniano: il sistema Misaq. È un razzo da spalla con testata "blindata", cioe' protetta contro tentativi di distruzione prima che raggiunga il bersaglio. Su questo ultimo fronte, un portavoce delle Guardie rivoluzionarie ha affermato che tutti i vascelli e le barche gommate del corpo ne saranno dotate entro breve.

La componente di terra iraniana e' composta da circa 350 mila soldati, piu' di 500 elicotteri e 14 hovercraft. Di questi l'85 per cento e' funzionante. Nel 2004 l'esercito e' stato riorganizzato ed e' stato suddiviso in quattro corpi, ognuno dei quali dotato di quattro divisioni corazzate. A livello di brigata in ogni corpo ce ne sono sei di fanteria, due di commandos, una dell'aviazione piu' altre formazioni indipendenti ma collegate alla forza armata. Si tratta della ventitreesima divisione (forze speciali) e della cinquantacinquesima (paracadutisti). Delle due, la prima e' quella piu' recente (e' nata nel 1993), ma anche quella piu' specializzata (cinquemila soldati scelti solo tra quelli considerati piu' fedeli al regime). Le basi piu' importanti, invece, sono sei, mentre le caserme 13. A Teheran c'e' la sede dell'accademia militare e a Shiraz il centro di formazioni sulle comunicazioni e le strutture di addestramento dell'aeronautica e delle forze speciali.

Infine l'aviazione militare iraniana e' composta da circa 300 aerei da caccia, cinque apparecchi da ricognizione, quattro velivoli cisterna (Boeing 707 e 747), 67 da trasporto e 180 da addestramento. L'aeronautica e' la forza armata piu' povera in Iran nonostante il numero degli aerei d'attacco sia abbastanza elevato. Il problema e' che di questi e' operativa solo una minima percentuale. Per esempio dei 65 F-4 Phantom che Teheran possiede possono decollarne solo 16. L'unica componente attiva sono le difese aeree, composte per lo piu' da batterie di lanciamissili Sam, 300, disseminati per tutto il paese.

Discorso a parte sono i Pasdaran, il corpo Islamico delle guardie rivoluzionarie, che dipendono direttamente dal ministero della Difesa iraniano. Il loro compito in ambito nazionale e' garantire la vita del regime, eliminando le forze di opposizione. Inoltre si occupano dell'addestramento dei gruppi di terroristi della regione. Sono le truppe meglio equipaggiate. In tutto a oggi sono circa 350 mila, organizzati in unita' simili a battaglioni, ma che operano indipendentemente dagli altri gruppi o dalle forze regolari. Dal 1986 i Pasdaran dispongono di alcuni aerei e piccole imbarcazioni, dotate di mitragliatrici e lanciagranate.

Mentre la maggior parte delle Guardie rivoluzionarie viene addestrata in patria, i piloti seguono corsi di formazione all'estero. Per esempio, alcune fonti d'intelligence hanno riportato che gia' un ventennio fa duecento piloti si addestrarono in Germania est. Dal 2000, per motivi di sicurezza, le Guardie rivoluzionarie si sono trasferite dalle basi tradizionali sulla terraferma in strutture sulle isole tra l'Iran e l'Arabia Saudita, meglio difendibili e da cui si possono facilmente lanciare attacchi contro navi di passaggio nelle acque del Golfo. In particolare hanno istituito campi a Farsi Island (il loro quartier generale), Sirri, Abu Mussa, e sulle isole Larak. A difesa delle loro postazioni, dispongono di pattugliatori Boghammar e di batterie costiere di missili. "In caso di attacco preventivo - ha concluso Gaiani -, la minaccia principale e' rappresentata dalla reazione di Teheran.

Immediatamente l'Iran potrebbe dare il via ad azioni di guerriglia e sabotaggio contro le basi statunitensi in Iraq e nei paesi mediorientali. Inoltre potrebbero essere attaccate le vie del traffico marino nel Golfo". In particolar modo sara' bloccato lo stretto di Hormuz e con esso il traffico delle petroliere dirette ai terminal sauditi e degli Emirati nonche' gran parte dell'export petrolifero dei paesi arabi della regione. Di questo tipo di incursioni, sarebbero incaricati i Pasdaran che presumibilmente agirebbero su "barchine", piccoli scafi (il fondale nella zona e' molto basso) che con gli Rpg o altri tipi di razzo potrebbero colpire e far esplodere le navi, bloccando di conseguenza gli accessi allo stretto.

Francesco Bussoletti-Roma,(Velino)
Fonte:
www.legnostorto.it
Link:
http://www.legnostorto.it/legnostorto/statiche/articolo_7_4_2006_8845.aspx