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Progettare un orto in Permacultura

di Bill Mollison e Reny Mia Slay - 27/04/2010





     
Due sono gli elementi fondamentali per una buona progettazione in permacultura. Il primo riguarda le leggi e i principi che possono essere adattati a ogni condizione climatica e culturale, il secondo è più strettamente associato alle tecniche pratiche, che cambiano a seconda del clima e della cultura del luogo.

Introduzione alla Permacultura

Principi della permacultura

I principi presentati nelle pagine seguenti sono inerenti a ogni tipo di progettazione permaculturale, in qualsiasi clima e scala si operi. Si tratta di principi provenienti da diversi campi e discipline: ecologia, risparmio energetico, progettazione del paesaggio, scienze ambientali e naturali.

Eccoli in breve:
- ubicazione relativa, ossia ciascun elemento del sistema (casa, stagno, strada ecc.) è collocato in relazione agli altri elementi, in modo che ognuno sia di supporto agli altri;
- ciascun elemento svolge molteplici funzioni;
- ogni funzione importante è supportata da più elementi;
- pianificazione energetica efficiente per la casa e le altre strutture a essa connesse (zone e settori);
- preminenza dell’uso di risorse d’origine biologica rispetto a quelle derivanti da combustibili fossili;
- riciclo in loco dell’energia (sia quella derivante da combustibili che quella ottenuta dal lavoro umano);
- utilizzare e accelerare avvicendamenti naturali di piante per realizzare ambienti e terreni favorevoli;
- ricorso alla policoltura e impiego di una grande diversità di specie utili per sviluppare un sistema produttivo e interattivo;
- uso di modelli (pattern) naturali e valorizzazione dell’effetto margine1 per ottenere il miglior risultato possibile.


Ubicazione relativa
L’essenza della permacultura è la progettazione. Progettare vuol dire connettere tra loro i vari elementi di un sistema. Non si tratta di considerare uno specchio d’acqua, una gallina o un albero come elementi isolati; ma il modo in cui l’acqua, la gallina e l’albero sono in relazione tra loro. È l’esatto contrario di quanto ci è stato insegnato a scuola.
L’istruzione scolastica convenzionale considera ogni elemento di un sistema separato dal resto, ignorando le relazioni esistenti tra le varie parti. La permacultura individua invece le connessioni, perché appena esse vengono attivate diventa, ad esempio, possibile nutrire la gallina utilizzando i prodotti dell’albero. Per fare in modo che ogni elemento della progettazione (stagno, casa, bosco, orto, barriera frangivento ecc.) funzioni efficacemente, dev’essere ubicato nel posto giusto.

Per esempio, i bacini e le cisterne vanno collocati a monte della casa e dell’orto in modo che sia la forza di gravità, piuttosto che una pompa, a causare il flusso dell’acqua. I frangivento situati nei pressi della casa vanno ubicati in modo da proteggere l’abitazione dal vento, evitando però che facciano da schermo al sole invernale. L’orto va realizzato tra la casa e il pollaio in modo che gli scarti degli ortaggi possano essere raccolti lungo il percorso e portati agevolmente alle galline e la pollina possa essere sparsa facilmente nell’orto.

È necessario stabilire relazioni funzionali tra tutti gli elementi in modo che le esigenze dell’uno possano essere soddisfatte dalla produzione dell’altro. Per fare questo si devono individuare le caratteristiche fondamentali di ogni elemento, i fabbisogni e i possibili prodotti utili (vedi riquadro Analisi funzionale della gallina). Tra gli elementi presenti in una tipica azienda agricola di piccole dimensioni possiamo includere: asa, serra, orto, pollaio, cisterna dell’acqua, cumulo del composto, alveari, semenzai, vivaio per piante in vaso, bosco a ceduo, bacino per la raccolta dell’acqua, stagno per acquicoltura, siepi frangivento, stalla, angolo officina, legnaia, alloggi per ospiti, pascolo, siepi, lettiere per lombrichi e così via. Si tratta di ubicare questi elementi sulla carta finché non si raggiunge il maggior vantaggio funzionale possibile.

Per individuare più facilmente l’ubicazione relativa migliore dei vari elementi è utile chiedersi: In che modo i prodotti di questo elemento possono soddisfare le esigenze degli altri?
Quale esigenza di questo elemento è soddisfatta dagli altri?
Quali aspetti di questo presentano incompatibilità con altri elementi?
Quali aspetti di questo elemento portano un beneficio ad altre parti del sistema?

Nella determinazione dell’ubicazione relativa dei vari elementi del sistema è consigliabile iniziare dal centro principale d’attività (che può essere la casa, il punto per la vendita diretta, la serra, il pollaio, lo stagno per l’acquicoltura, ecc).

Perché le cose funzionino in modo adeguato è necessario ricordare che:
- gli input di cui ha bisogno un elemento debbono essere forniti dagli altri elementi del sistema;
- gli output di cui ha bisogno un elemento sono utilizzati dagli altri elementi (ivi inclusi noi stessi).

Ciascun elemento del sistema dovrebbe essere scelto e ubicato in modo che svolga quante più funzioni possibili. Uno stagno, per esempio, può essere utilizzato per l’irrigazione, per fornire acqua agli animali, per produrre cibo e per il controllo degli incendi. Ma esso rappresenta anche un habitat per la fauna acquatica, un luogo per l’acquicoltura e un riflettore di luce (fig. 2.8). Allo stesso modo, una diga in terra può essere utilizzata anche come strada, barriera contro gli incendi e zona di produzione di bambù.
Possiamo fare lo stesso con le piante. Con la semplice selezione di specie utili e con la loro disposizione in punti specifici possiamo raggiungere uno o più dei seguenti obiettivi: Una barriera frangivento può essere costituita da specie arboree che forniscono anche foraggio o frutti zuccherini per le mucche (salice, spino di Giuda, tagasaste, taupata, carrubo), alberi cedui (Leucaena) per la legna da ardere (anche piccola), alberi che producono nettare e polline per le api (Acacia fimbriata) o da specie azoto-fissatrici (leguminose arboree). In particolare, le acacie svolgono diverse funzioni: i semi sono un ottimo foraggio per gli animali da cortile e le foglie per gli animali di taglia maggiore, le radici fissano l’azoto nel suolo ed infine i fiori forniscono nettare per le api. Sono anche piante pioniere che proteggono il terreno e preparano le condizioni per specie più esigenti e a crescita più lenta.

Ovviamente, la scelta di specie e varietà appropriate richiede una conoscenza approfondita delle caratteristiche di piante e animali che si intendono utilizzare, delle loro esigenze, delle loro tolleranze e dei loro prodotti. Nel caso specifico delle piante dobbiamo domandarci: sono decidue o sempreverdi? Hanno radici infestanti? Fino a che altezza crescono? Sono a crescita rapida e vita breve oppure sono caratterizzate da crescita lenta e vita lunga? La loro chioma è densa oppure rada? Sono resistenti alle malattie oppure delicate? Possono essere potate o brucate, almeno in parte, oppure muoiono se vengono troppo sollecitate?
All’inizio va tenuto un indice delle specie, una scheda per ciascun tipo di pianta (con caratteristiche, esigenze e utilizzo) da tenere in archivio (vedi la lista di piante commentata nell’Appendice A). Alcune delle caratteristiche da annotare sono:

1. Forma: ciclo vegetativo (annuale, perenne, decidua, sempreverde ecc.), portamento (arbusto, rampicante, albero) e altezza.
2. Esigenze e tolleranze: zona climatica (arida, temperata, tropicale, subtropicale); tolleranza al sole o all’ombra (preferisce l’ombra, ombra parziale, pieno sole); habitat (umido, secco, alta o bassa quota); terreno (sabbioso, argilloso, sassoso) e pH (suolo acido o alcalino).
3. Utilizzo: alimentazione umana (come nutrimento o come condimento); impiego medicinale; foraggio per certi animali (per esempio animali da cortile, maiali, cervi ecc.); miglioramento del suolo (azoto-fissatrice, coprente, concime verde); funzione di protezione (controllo dell’erosione, barriera naturale, frangivento); legname da taglio (combustibile, pali, legname da carpenteria); materiale da costruzione (travi, assi, mobili); altri impieghi (fibra, combustibile, controllo degli insetti, ornamentale, nettare e polline per le api, portainnesto, colori vegetali ecc.).

Ci sono diversi fattori che possono limitare l’impiego di una specie:
- inadatta al clima o al tipo di suolo;
- infestante o nociva;
- non disponibile o rara (di solito non commercializzata al di fuori del paese d’origine);
- ragioni di natura etica (i vegetariani potrebbero escludere una determinata specie perché utilizzata come foraggio per animali da carne);
- terreno a disposizione (specie di taglia più piccola sono più adatte per estensioni più ridotte);
- utilità in relazione a difficoltà di coltivazione, scarsa resa, tempo occorrente per raggiungere la maturità.

(nota 1: L’effetto margine o ecotono è lo spazio intermedio fra due ecosistemi limitrofi, caratterizzato dalla compresenza di specie animali e vegetali di entrambi.)