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La dialettica degli opposti: prospettive su Arché e Anarché (note)

di Giuseppe Gorlani - 24/05/2010

Note

  1. Equiparare l’Immanifesto al Non-essere e il Principio manifestativo o causale all’Essere rispetta l’impianto dottrinale comune a molte tradizioni sapienziali (Vedanta, Qabbalah, Neoplatonismo, ecc.), ma viola la logica più elementare: come può un essere affermare il non-essere senza cadere nell’assurdo? Anche la locuzione “non-essere” vale quale ennesimo attributo dell’Essere. Inoltre, proporre la relazione tra il Quarto (Turiya, l’Immanifesto) e il Principio primo, l’Uno, quale diade oppositiva, non-essere-essere, ne tradisce il rapporto gerarchico: il primo termine indica l’Assoluto, di cui il secondo è solo l’aspetto pensabile. Riteniamo perciò che sia assai più appropriato discernere nell’Essere la Realtà ineffabile, priva di qualificazioni (nirguna), dalla modalità effabile, alla quale si possono attribuire qualità (saguna).  
  2. «Bisogna sempre essere consapevoli del fatto che ogni spiegazione della genesi del mondo e del destino dell’uomo ha solo valore relativo. La realtà ultima è sempre inconoscibile. […] Nel momento in cui si pretende di detenere una verità e di farne un dogma si cade nell’errore». A. Daniélou, La Via del Labirinto, Casadei Libri, Pd 2004, p. 166.
  3. XXIV.8, Boringhieri, To 1961.
  4. Cit. in James G. Février, Storia della scrittura, ECIG, Ge 1992, p. 5.
  5. A. Daniélou, Siva e Dioniso, Ubaldini-Astrolabio, Roma 1980, p. 34.
  6. Ediz. Asram Vidya, Roma 1994.
  7. Cfr. Stella Kramrisch, La presenza di Siva, Adelphi, Mi 1999.
  8. Glossario Sanscrito, Ediz. Asram Vidya, Roma 1988, p. 71.
  9. Ibidem, p. 17.
  10. Op. cit., pp. 13, 14.
  11. Neri Pozza Edit., Vi 1998, p. 68.
  12. Cit. in ibidem, p. 33.
  13. Lao-Tse, La Regola Celeste, 18.1-4, a c. di A. Castellani, Sansoni, Fi 1954.
  14. Gaston Georgél, Le quattro Età dell’umanità, Il Cerchio, Rimini 1982, pp. 153, 154.
  15. Cit. in ibidem, p. 149. Le parole di Ovidio risultano perfettamente calzanti anche al petrolio, “l’oro nero”; basti considerare la catastrofe causata nel Golfo del Messico dall’esplosione della piattaforma Deepwater Horizon, della British Petroleum, la quale, benché dotata delle più avanzate tecnologie, non riesce a tappare una falla sul fondo marino da cui ogni giorno fuoriescono 750 mila litri di greggio.
  16. Cit. in ibidem, p. 150.
  17. «[…] non senza una grande meraviglia noi abbiamo rinvenuto intatta e ignorata ancora questa chiave di tutti i dogmi e di tutte le filosofie del mondo antico. […] Senza i Tarocchi la magia degli antichi è per noi un libro chiuso, e sarebbe impossibile penetrare alcuno dei misteri della Cabala. Soli i Tarocchi dànno l’interpretazione dei quadrati magici di Agrippa e di Paracelso, come è facile convincersene formando questi stessi quadrati con le chiavi del tarocco e leggendo i geroglifici che così si troveranno riuniti». Elifas Levi, Il Rituale dell’Alta Magia, Casa Ed. Atanor, Roma 1976, pp. 146-147.
  18. Studi accurati hanno rilevato come le differenziazioni gerarchiche non valgano solo per le categorie diacroniche appartenenti alla dimensione verticale – alto-basso, davanti-dietro –, ma anche per quelle sincroniche – destra-sinistra, maschio-femmina, dispari-pari – inerenti la dimensione orizzontale; mentre per le prime è facile identificarne le ragioni a livello fisiologico umano (la testa sta in alto e quindi l’alto è più importante del basso), per le seconde (in cui vige quasi universalmente il destrismo) si deve parlare come di un “assioma”, ovvero di una verità che esiste a priori, indimostrabile. In ambito scientifico non si è riusciti a trovare spiegazioni accettabili a tali fenomeni di preminenza di un polo sull’altro, ma le varie tradizioni li giustificano attraverso i miti dell’origine che si riferiscono al passaggio da uno stato precosmogonico (Unità) ad uno cosmogonico (Molteplicità). (Cfr. Silvio Curletto, La norma e il suo rovescio, cap. I, ECIG, Ge 1990). Quanto sopra dimostra in modo incontrovertibile la natura violenta dell’egualitarismo e dell’anarchismo che pretendono, opponendosi alla realtà, di negare le differenze e di rifiutare le gerarchie. «Ecco che allora l’egualitarismo diventa assasino. Si pretende di rendere uguali tutti i popoli, ma unicamente secondo il  modello dell’europeo medio, pseudocristiano. Nessuno si sogna di mettersi allo stesso livello dei pigmei, dei Santal dell’India, delle tribù indie dell’Amazzonia» (La Via del Labirinto, op. cit., p. 327). Perseguire l’equilibrio non ha nulla a che vedere con l’imposizione artificiosa dell’uguaglianza; la ricerca dell’armonia non può essere racchiusa in un’ideologia o in un dogma dati una volta per tutte, ma scaturisce da un’attenzione costante, ritmica, radicata nell’Origine o nell’Archetipo eternamente presenti. 
  19. Bhartrhari, Sulla saggezza mondana, sull’amore e sulla rinuncia, 188, Adelphi, Mi 1989.
  20. Giorgio Colli, La sapienza greca, vol III, Adelphi, Mi 2006, p. 53.