Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, accusa Israele di essere responsabile dell'omicidio Hariri
di Erminia Calabrese - 10/08/2010
Tariq Jadide. Wael, 34 anni ama il sayyed (il titolo del leader di Hezbollah, partito sciita libanese, Hassan Nasrallah) e crede che sia stato Israele ad uccidere il suo zaim (leader) Rafiq Hariri. " Ma perché Hezbollah ha rivelato tutto questo solo adesso che le accuse del tribunale internazionale sono contro alcuni membri del partito?", gli chiede Abu Bilal, un uomo di cinquant'anni, seduto in un piccolo caffè vicino all'università araba di Beirut, quartiere che dopo il 2005 si è trasformato in una vera e propria enclave del movimento Futuro di Saad Hariri. Dio, Saad Hariri e Tariq Jadide recitano gli slogan scritti un po' ovunque in questo quartiere popolare. Wael, Abu Bilal e altri ragazzi sono intrepidi mentre aspettano, che il maxi schermo installato nel caffè , trasmetta il discorso del segretario generale di Hezbollah, Hasan Nasrallah.
A Dahyye, periferia sud di Beirut, roccaforte del partito di Dio (significato della parola Hezbollah), le strade sono deserte. Qui è lo slogan Nasrallah e l'intera Dahyye a ricordare al passante la fedeltà di questa gente al segretario generale del partito. Chi non ha elettricità è andato in qualche caffè o da qualche amica per non perdere "la rivelazione del sayyed", circa il coinvolgimento dello stato ebraico nell'uccisione dell'ex premier Rafiq Hariri, il 14 Febbraio 2005. "Aspettiamo anche se noi non abbiamo bisogno di nessun indizio sappiamo bene che è stato Israele a uccidere Hariri per destabilizzare il Paese", dice Abu Hussein , mentre beve un caffè in un ristorante di Shiyya.
Puntuale come sempre il sayyed, appare in video conferenza stampa, e comincia un discorso che durerà due ore e mezzo, tra testimonianze , video e fotografie.
C'è silenzio e impazienza. " Vediamo la seconda parte della telenevola Nasrallah, visto che si avvicina il Ramadan", scherza Ahmad, uno dei responsabili del partito di Saad Hariri a Tariq Jdide. "Adesso che hanno tutte le accuse rivolte verso di loro hanno deciso di parlare ma chi li crede?", riprende Marwan, mentre fuma il suo narguile.
La prima parte del discorso si concentra sulle accuse del governo di Tel Aviv a Hezbollah che partono dal 1993 con la confessione della spia israeliana Ahmad Nasrallah che già negli anni Novanta avrebbe informato l'ex premier ministro Hariri che il movimento sciita stava cercando di ucciderlo.
Nelle seconda parte del discorso, Nasrallah mostra delle immagini catturate da un aereo israeliano sui luoghi di solito frequentati da Hariri dicendo di aver catturato un aereo israeliano senza pilota nel 1997 e averlo utilizzato per controllare gli aerei spia israeliani sul territorio libanese. "Abbiamo deciso di andare indietro negli archivi prima del 2005 per vedere se Israele avesse catturato delle immagini delle strade utilizzate da Rafiq Hariri nei suoi spostamenti quotidiani", ha detto il sayyed. Il video trasmesso dalla televisione al-Manar mostra la solita strada che Rafiq Hariri prendeva per raggiungere il centro città, Saida e il Monte Libano dove aveva una residenza. Oltre a questo Nasrallah afferma che Ghassan al Jedd, spia per conto di Israele, era presente nella scena dell'omicidio di Hariri vicino al Saint Georges quel 14 Febbraio 2005 ma non può rivelare come l'hanno scoperto.
Alla fine della video conferenza, verso le 11 di sera, nei caffè non si discute di altro.
Abu Hamid , un parrucchiere sui cinquant'anni, ritiene pericolosi gli indizi che il sayyed ha fornito. "Adesso ci sarà una fitna - una discordia - nel Paese tra sunniti e sciiti", dice preoccupato.
Abu Mohammad lo contraddice. " questa è solo un indizio non una prova è una strada su cui il tribunale potrebbe lavorare, non ci sarà alcuna fitna, i libanesi vogliono vivere in pace sono stanchi della guerra".
A Dahyye, la gente è soddisfatta e non sorpresa. "Non abbiamo mai creduto nella colpevolezza della Siria, adesso tutto il mondo potrà vedere che ci potrebbero essere anche altre piste da seguire, piste che magari sono meno comode, ma non per questo non sono vere", replica Abu Hassan.
Alla fine della trasmissione la gente torna a casa aspettando che a mezzanotte arrivi l'elettricità, per poter accendere il ventilatore e dormire.