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Un popolo senza passaporto

di Comitati Iraq Libero - 13/05/2006

Fonte: iraqiresistance.info

 

L’Europa caccia via la democrazia palestinese


Che Israele, Stati Uniti ed Europa non avessero gradito la schiacciante vittoria elettorale di Hamas in Palestina si era subito capito. La sonora sconfitta di Al Fatah, è stata in effetti un durissimo colpo per tutti i pescecani imperialisti convinti che il popolo palesinese si sarebbe piegato al ricatto: o votate per chi diciamo noi o vi prenderemo per fame.

Detto fatto. L’assedio è scattato fulmineamente, su tutti i fronti.

Quello economico, quello militare, quello politico diplomatico.


Mentre l’Occidente tagliava tutti i fondi internazionali all’ANP (causando una miseria senza precedenti per la maggioranza dei palestinesi), Israele si incaricava di inasprire la sua spietata morsa armata continuando con le incursioni nelle città arabe in cui teoricamente Israele non ha più giurisdizione, con i bombardamenti, gli omicidi mirati — solo nel mese di aprile, i militari israeliani hanno ucciso 36 palestinesi, compresi 3 bambini, arrestato altre 320 persone, tra cui anche minorenni, e ferito moltissimi altri.


Il terzo fronte dell’assedio è quello politico-diplomatico. Il governo francese, a causa degli strilli israeliani e americani, ha prima cancellato la visita del Ministro della Pianificazione di Palestina Samir Abu Eisheh, poi annullato il visto a Salah El Bardawil, portavoce di Hamas nel Consiglio Legislativo palestinese. A causa di questo voltafaccia una vasta coalizione di comitati antimperialisti europei, ha così dovuto annullare il previsto tour europeo di El Bardawil (solo la Norvegia ha violato la consegna d’ostracismo, accettando la visita del portavoce parlamentare di Hamas).

Nel frattempo la Svezia concedeva un visto Shengen ad Atef Adwan, Ministro per gli Affari dei Rifugiati (ed eletto nelle liste di Hamas), e dunque di recarsi nel paese scandinavo per svolgere una conferenza sui diritti e il futuro dei cinque milioni di rifugiati palestinesi.


La stessa coalizione antimperialista invitava dunque Atef Adwan, che ha prontamente accettato, a svolgere un tour di incontri e conferenze stampa in altri paesi dell’Unione. Immediatamente è scattata una poderosa offensiva per obbligare il governo svedese a tornare sui suoi passi e costringere Atef Adwan a tornarsene in Palestina. Atef ha quindi dovuto rinunciare a recarsi in questi paesi (tra i quali l’Italia) con la solita positiva eccezione della Norvegia. Anche questo tour europeo è stato quindi annullato, assieme a tutti i previsti incontri, con forze politiche, movimenti, comunità e rappresentanti delle istituzioni.


Prima di lasciare la Svezia Atef Adwan ha ritenuto doveroso scusarsi con tutti gli amici del popolo palestinese per l’annullamento dei suoi previsti incontri europei, invitandoli quanto prima a recarsi in Palestina.


-      Mentre denunciamo la congiura ai danni della Palestina, delle sue legittime istituzioni e delle sue rappresentanze popolari;


-      mentre annunciamo che una delegazione europea, accettando l’invito dei nostri fratelli, si recherà quanto prima in Palestina a portare il sostegno dell’Europa che non si inginocchia ai piedi dei sionisti e che solidarizza con la causa della liberazione totale di questo martoriato ma tenace popolo arabo;


-      prendiamo atto con soddisfazione che malgrado le poderose pressioni politiche da parte di Israele e USA, il fronte imperialista dell’ostracismo si è incrinato: due paesi della fortezza europea hanno deciso di sfilarsi dell’assedio.


E’ solo un primo passo.

D’altra parte, seppure mantenendo un formale rifiuto di “trattare” con Hamas, i paesi finanziatori, pur senza ottenere il ripudio dell’obbiettivo della piena e incondizionata liberazione della Palestina, hanno proprio ieri deciso di ripristinare l’erogazione dei fondi promessi e patrocinati dalle stesse Nazioni Unite.


E questo è un secondo importantissimo passo.

Israele è più debole, mentre il popolo di Palestina è più forte dopo essersi sbarazzato del suo governo corrotto e compromesso ed aver scelto i movimenti di Resistenza non più disposti ad accettare accordi bidone e inutili compromessi.

 

12 maggio 2006