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Indigeni in fermento

di Alessandro Grandi - 14/05/2006

Indigeni in fermento
Marcos in televisione, gli zapatisti sono sul piede di guerra: in Messico si rischia la mobilitazione popolare
 
Se gli accordi di San Andres sugli indigeni saranno rispettati, mi toglierò il passamontagna e disattiverò il movimento zapatista”. Una frase così dal Subcomandante Marcos (ora Delegato Zero) non ce la saremmo mai aspettata, almeno fino a quando gli indigeni messicani (e non solo) avessero ottenuto la libertà che aspettano da 500 anni. Però, gli eventi di questi giorni in Messico cioè le violenze sui lavoratori della comunità di San Salvador Atenco, (che hanno causato un morto, decine di feriti e ben 210 arresti) stanno creando tensione sociale, tanto da far affermare a Marcos di essere disposto a morire in battaglia.
Il Subcomandante ha specificato che il clima che si è venuto a creare in Messico in questi giorni è molto simile a quello di dodici anni fa (era il gennaio del 1994), quando l’Ezln scelse la via della lotta armata. E ha lanciato dei sospetti sul modo di agire delle forze di polizia, nei giorni degli incidenti con i lavoratori della comunità di San Salvador Atenco. Ma ha anche detto che senza la Otra Campaña i conflitti interni messicani non avrebbero avuto visibilità.
 
Il 'delegato zero' in partenza per la Otra CampañaI fatti. Marcos, rompendo la decisione di non rilasciare interviste ai media commerciali dopo aver assistito alla valanga di menzogne che le TV nazionali messicane hanno riversato sui fatti di Atenco, ha annunciato che rilascerà interviste a tutti i media che lo richiedano, purchè si impegnino a riportarle fedelmente. Parlando ad una trasmissione televisiva, ha fatto sapere che dopo i fatti di Atenco molti detenuti hanno ricevuto un trattamento brutale da parte delle forze dell’ordine. Stupri su giovani donne, due studentesse, una di 19 anni e una di 22 ma se ne sono accertati molti altri e pestaggi gratuiti sono stati all’ordine del giorno. E questo sarà facilmente dimostrabile. Il Centro per i Diritti Umani Miguel Agustín Pro Juárez denuncerà  le molte violazioni dei diritti umani sugli abitanti di San Salvador Atenco, un caso di abuso sessuale compiuto dai poliziotti su una donna durante il trasferimento al carcere di Santiaguito, nello stato di México e diversi pestaggi. Nella denuncia, un ruolo fondamentale lo avranno i racconti delleviolenze di gruppo sulle donne arrestate. Ma non solo. Il Centro ha fatto sapere: “Documenteremo e denunceremo uno di questi casi. È molto grave che nel tragitto da San Salvador Atenco alla prigione di Santiago, una delle donne fermate sia stata violentata dai poliziotti. Abbiamo tutte le testimonianze del caso”.
Ma oltre a questo, il trattamento dei detenuti, colpevoli solo di essersi difesi dal tentativo di attacco della polizia, è al centro dell’attenzione dei molti gruppi di studi sui diritti umani presenti in Messico.Come il Centro Nazionale di Comunicazione Sociale (Cencos) che ha comunicato che per molte ore dopo il fermo non era ancora stato possibile agli avvocati della difesa, incontrare i detenuti.  Il Cencos ha fatto sapere che denuncerà  anche che agli organismi per i diritti umani non è stato permesso l'ingresso alla prigione per fare le osservazioni pertinenti che garantiscano i diritti dei carcerati e fanno sapere: “Ci dispiace molto del clima di incertezza e persecuzione che si vive in questo municipio, perché ci sono ancora mandati di cattura in corso e rivolgiamo un appello ai mezzi di comunicazione affinché forniscano una copertura corretta degli avvenimenti, che consideri anche il rispetto dei diritti degli arrestati”. E i testimoni raccontano di aver visto un uomo che si stava recando al lavoro essere picchiato ed arrestato, senza motivo. Come racconta la cognata del detenuto: “Mio cognato si preparava ad andare a lavorare ma non è riuscito più ad uscire perché la polizia aveva già cominciato con le aggressioni. Hanno inseguito anche lui. E’ stato costretto a scappare, ma lo hanno raggiunto e lo hanno picchiato”
 
L’inizio della vicenda. Secondo quanto riferito dai testimoni oculari della vicenda, il 3 maggio scorso, nelle prime ore del mattino, si è verificato lo scontro tra i venditori di fiori di Texcoco ed i poliziotti municipali che volevano sgomberarli dalla periferia del mercato Belisario Domínguez. Tutto questo nonostante fosse stato firmato un accordo col presidente municipale del Prd, Nazario Gutiérrez Martínez, che quel giorno li avrebbe lasciati lavorare in quel posto e soprattutto mentre il Subcomandante Marcos stava tenendo dei comizi per la Otra Campaña non molto distante da Atenco. Ad un certo punto, come raccontano, “La polizia ha cominciato a prendere a calci i nostri fiori, le nostre piante e a distruggere tutto”. Questo ha provocato la reazione dei venditori, che hanno iniziato a difendersi come potevano, anche utilizzando i machete.
Anche i membri del Fronte dei Popoli in Difesa della Terra (FPDT), decine di contadini, uomini e donne, sono accorsi alla richiesta di aiuto dei produttori di fiori. Poco dopo l’inizio degli incidenti sono arrivati circa 600 uomini della polizia statale a dare man forte a quelli della polizia federale e sono continuati gli scontri contro i lavoratori.  Con il pesante bilancio che conosciamo.
 
E intanto Marcos, dopo aver rilanciato l’Allerta Rossa, fa sapere che “se le cose andranno avanti così, il governo provocherà solo l'aumento della tensione sociale e della mobilitazione, rischiando, a  luglio, di far svolgere le elezioni in un clima di disordine sociale, con esercito e polizia per strada. Che immagine di democrazia daranno al resto del mondo? Chi andrà a votare con l’Esercito di guardia ai seggi e proteste in tutto il paese e in molte parti del mondo?”.