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Così Barbero sfata il mito del «miracolo» di Lepanto

di Franco Cardini - 24/11/2010

  
 
 
 
 
Franco Cardini recensisce l’ultimo libro di Alessandro Barbero Lepanto. La battaglia dei tre imperi, uno studio sulla famosa battaglia che è stata spesso oggetto di generalizzazioni.
Combattuta nel 1571 dalla lega di Stati europei (Stato pontificio, Venezia e Spagna) contro l’impero ottomano, la battaglia è stata spesso letta come uno scontro ideologico tra Oriente e Occidente. In tal senso la vittoria delle potenze europee avrebbe definitivamente sventato il pericolo di una diffusione dell’islam in Europa. Il libro di Barbero libera il campo da queste interpretazioni erronee, sottolineando che Lepanto fu solo un evento all’interno di secolari rapporti politici e economici tra i due mondi e che certo non determinò la fine di quei rapporti e la risoluzione dei conflitti.


Pochi episodi della storia hanno fatto colare più inchiostro e hanno riempito più volumi dello scontro che il 7 ottobre del 1571 vide misurarsi, nelle acque del golfo di Patrasso, le galee delle flotte pontificia, veneziana e spagnola impegnate nello scontro con l’armata di mare ottomana. Uno scontro ciclopico, una schiacciante vittoria cristiana, una catastrofe per il Turco; al tempo stesso, una battaglia vinta all’interno di una guerra perduta, quella per il possesso dell’isola di Cipro combattuta tra 1570 e 1572. Su quell’episodio militare, i suoi precedenti, il suo contesto socio-politico e religioso, le sue conseguenze prossime e remote, sono stati scritti moltissimi libri;: taluni ottimi e, come si usa dire, ‘esaurienti’ (un aggettivo che, nella ricerca storica, è comunque sempre inappropriato).
C’era posto per un altro? Se ne sentiva il bisogno?
Per scrivere di Lepanto, date queste premesse, bisogna essere non soltanto uno storico ben certo di sapere il fatto suo, ma anche coraggioso e versatile, capace di ‘catturare’ lettori, insomma scienziato sì, ma anche romanziere e magari elzevirista affermato e consulente radiotelevisivo. Pochissimi studiosi italiani corrispondono a queste caratteristiche. Uno, soprattutto: Alessandro Barbero. Il suo Lepanto. La battaglia dei tre imperi si annunzia originale, anzi rivoluzionario, fin dal titolo: niente ossequio al solito trionfalismo della ‘vittoria dell’Occidente’ (o ‘dell’Europa cristiana’) contro l’Asia, o l’islam; niente equivoco della ‘guerra di religione’ o dello ‘scontro di civiltà’, ma serio e rigoroso richiamo alle forze concretamente in gioco – l’Impero ottomano, la Spagna asburgica, la Repubblica di San Marco – che si contendevano l’egemonia mediterranea.
Lepanto si situa nella prima fase dell’Autunno della crociata, i tre secoli di guerre e di schermaglia diplomatica che accompagnarono i rapporti tra Europa cristiana e Impero ottomano dalla caduta di Costantinopoli del 1453 alla pace di Passarowitz del 1718 che dette avvio alla decadenza del gigante ottomano. La grande battaglia navale, il suo ‘mito’ crebbe in tutta Europa, nello spirito di crociata che seppe suscitare, quindi nell’onda lunga del noto pseudoproblema: «Se non ci fosse stata Lepanto, l’islam sarebbe dilagato per tutta Europa?». L’attento e spregiudicato esame delle fonti permette a Barbero di sgombrare il campo da radicati falsi miti: non è affatto vero ad esempio, che prima di quella battaglia il turco fosse ritenuto invincibile in mare. […]
Barbero non risparmia neppure spiritose e scintillanti considerazioni fondate sul disincanto e la demitizzazione, che toccano perfino la pur eroica – che tale peraltro resta – figura di Marcantonio Bragadin e che faranno sicuramente infuriare qualcuno. Non è certo un libro ‘definitivo’: libri del genere, non ne esistono. Semplicemente, un libro che ci voleva.

Alessandro Barbero, Lepanto. La battaglia dei tre imperi, Laterza, pp. 769, € 24,00.