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Lo ricorderemo tra i martiri del nostro popolo

di Ahmed Yousef - 16/04/2011


Il dirigente di Hamas sostiene che il gruppo salafita può essere stato infiltrato: «Solo Israele poteva avere un vantaggio da questo crimine»


Ho avuto l’onore di conoscere Vittorio Arrigoni. Ho imparato ad apprezzarne il coraggio, la disponibilità, lo spirito di sacrificio. So che anche in questi momenti terribili c’è chi ha pensato di infangarne la memoria dipingendolo come “amico di Hamas”. Non è così. Vittorio era amico del popolo palestinese, ne aveva abbracciato la lotta di liberazione. Ed era divenuto un esempio per quanti in Europa volevano impegnarsi per Gaza, battendosi contro l’assedio israeliano. Per questo Vittorio Arrigoni era diventato un bersaglio. Da eliminare. Vittorio è uno “shahid” (martire, ndr) e come tale sarà ricordato e onorato da tutti i palestinesi». A parlare è uno dei più autorevoli dirigenti di Hamas: Ahmed Yousef, consigliere politico del primo ministro del governo di Hamas, Ismail Haniyeh. Yousef è considerato un esponente dell’ala «pragmatica» di Hamas, spesso in aperta polemica con l’ala militarista e con quei gruppi dell’islamismo radicale armato palestinesi contigui ad Al Qaeda. Per questo la sua denuncia acquista una particolare valenza: «Abbiamo studiato la situazione e abbiamo capito che solo Israele poteva avere un vantaggio da un crimine di questo genere».
Vittorio Arrigoni è stato assassinato. A Gaza come in Cisgiordania sono in molti a piangerlo. Così in Italia. C’è chi sostiene che la sua uccisione sia una sfida ad Hamas e al suo «regno» a Gaza...
«L’assassinio di Vittorio è una sfida, un oltraggio a tutto il popolo palestinese. C’è chi ha interesse a gettare discredito sulla nostra lotta di liberazione, a dipingere Gaza come una giungla ingovernabile dove ogni abiezione è possibile. Per il suo impegno solidale, per le sue puntuali denunce dei crimini compiuti da Israele contro la popolazione di Gaza, prima, durante e dopo “Piombo Fuso”, Vittorio Arrigoni era diventato un testimone scomodo, un nemico da eliminare...».
Chi aveva questo interesse?
«Le ripeto ciò che ho avuto modo di dire ad altri suoi colleghi in queste ore: abbiamo studiato la situazione e abbiamo capito che solo Israele poteva avere un vantaggio da un crimine di questo genere. Israele vuole fermare tutti coloro che cercano di aiutare la gente della Striscia di Gaza. È stato così con l’assalto alla Freedom Flotilla. E ora la storia si ripete...». La sua è un’accusa pesante. Fondata su che cosa? Lei chiama in causa Israele, ma a rivendicare il rapimento di Arrigoni è stato un gruppo salafita palestinese...
«Le indagini sono in corso e nelle prossime ore potrebbero esserci sviluppi importanti...Probabilmente Israele è riuscito a infilitrarsi in questo gruppo e a commettere l’assassinio direttamente o in combutta con alcuni traditori. Questo è l'unico modo per intimorire le persone che vogliono venire a Gaza per solidarietà come il movimento di cui Vittorio faceva parte. La morte di Vittorio è stata particolarmente raccapricciante, ma Israele non è nuova a operazioni di depistaggio che servono a screditare i palestinesi e, al tempo stesso, eliminare persone ritenute scomode per il loro impegno, per il loro esempio. La strategia israeliana è chiara è chiara: dividere i palestinesi, conquistare i territori e danneggiare Hamas...».
Insisto ancora. Tra le ipotesi che vengono avanzate in queste ore, c’è che Vittorio Arrigoni sia rimasto vittima di un regolamento di conti tra fazioni palestinesi....
«Gaza come una giungla, in balia di abietti assassini, dove nessuno può dirsi al sicuro, neanche chi “gode della protezione di Hamas...”. Ecco l’immagine che si tenta di far passare agli occhi dell’opinione pubblica italiana della Striscia, della sua gente, di Hamas...Ma le cose non stanno così. E Vittorio lo sapeva bene...».
Ma non può negare che a Gaza agiscano gruppi salafiti...se vuole le faccio l’elenco. «Non c’è bisogno. Costoro non hanno nulla a che vedere con la resistenza palestinese, sono solo una banda di degenerati fuorilegge che vogliono seminare l'anarchia e il caos a Gaza. Ma neanche questi banditi si sarebbero spinti fino a questo punto...».
Ritorna l’accusa a Israele...
«Anche il più fanatico tra i palestinesi ricerca un consenso alle sue azioni. Uccidere Vittorio getta solo discredito...
E Israele lo sa bene».