La controrivoluzione nel vicino oriente
di Thierry Meyssan - 13/05/2011
![]() Un clan saudita dei Sudairi è al centro dell'ondata controrivoluzionaria lanciata nel Vicino Oriente per conto degli Stati Uniti. In una lunga analisi, suddivisa in episodi pubblicati sul più importante quotidiano di lingua russa, Thierry Meyssan inizia partendo da Damasco nel descrivere il quadro generale delle contraddizioni che agitano questa regione. In pochi mesi, tre governi filo-occidentali sono caduti nel mondo arabo: il parlamento ha rovesciato il governo di Saad Hariri in Libano, dopo di che i movimenti popolari avevano deposto Zine el-Abbidine di Ben Ali in Tunisia e arrestato Hosni Mubarak in Egitto. Questi cambiamenti di regime regimi sono stai accompagnati da manifestazioni contro il dominio statunitense e il sionismo. Hanno favorito politicamente l’Asse della Resistenza, costituito da Iran e Siria mentre sul piano interno agli stati da Hezbollah e Hamas. Probabilmente non ne avete mai sentito parlare, ma i Sudairi sono l'organizzazione politica più ricca al mondo da decenni. I Sudairi sono formati dai cinquantatré figli del re Ibn Saud, fondatore dell'Arabia Saudita, sette dei quali sono stati generati dalla principessa Sudairi. Il loro capo era il re Fahd, che governò dal 1982-2005. Non sono passati ancora sei anni dalla sua morte. Il più anziano è il principe Sultan, ministro della Difesa dal 1962, di 85 anni. Il più giovane è il Principe Ahmed, vice ministro degli interni dal 1975, anni 71. Dagli anni '60, il loro clan ha organIizzato, strutturato e finanziato i regimi fantoccio filo-occidentali del "Grande Medio Oriente". Ora è necessario dare uno sguardo al passato. L'Arabia Saudita è una figura giuridica creata dagli inglesi durante la Prima Guerra Mondiale per indebolire l'Impero Ottomano. Anche se Lawrence d'Arabia aveva ideato il concetto di "nazione araba", in realtà non era mai riuscito a fare di questi paesi delle nazioni, tanto meno un’unica Nazione. È stata ed è tuttora una proprietà privata dei Saud. Come è stato mostrato dall’inchiesta britannica sullo scandalo Al-Yamamah, all’inizio del XXI secolo non esistono conti bancari o bilanci del regno; ci sono solo i conti della famiglia reale che sono utilizzati per amministrare quello che è il loro dominio privato. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, dato che il Regno Unito non aveva più mezzi per sostenere il proprio imperialismo, questo territorio è passato sotto la sovranità degli Stati Uniti. Il presidente Franklin D. Roosevelt fece un accordo con re Ibn Saud: la sua famiglia avrebbe garantito la fornitura di petrolio agli Stati Uniti che, in cambio, avrebbero assicurato il sostegno militare necessario per mantenere i Saud al potere. Questa alleanza è conosciuta con il nome di Accordo di Quincy, per essere stata negoziata sulla nave che aveva lo stesso nome. Si tratta di un accordo, non un trattato, perché non si lega due stati, ma uno stato e una famiglia. ![]() L’Accordo di Quincy che lega gli Stati Uniti alla famiglia dei Saud Ma visto che il re fondatore, Ibn Saud, aveva 32 mogli e 53 figli, non tardano ad emergere le rivalità tra i potenziali successori gravi. E allora è stato così deciso che la corona non si sarebbe trasmessa di padre in figlio, ma di fratellastro in fratellastro. Cinque figli di Ibn Saud sono già saliti al trono. L'attuale re, Abdullah I, 87 anni, è un uomo di larghe vedute, anche se del tutto scollegato dalla realtà contemporanea. Consapevole del fatto che l'attuale sistema dinastico andrà a perdersi, egli vuole riformare le regole di successione. Il sovrano sarà quindi nominato dal Consiglio del Regno, ossia dai rappresentanti dei vari rami della famiglia reale, e potrebbe anche essere una generazione più giovane. Questa idea saggia non ha soddisfatto i Sudairi. Infatti, tenuto conto delle diverse rinunce al trono per motivi di salute o di sibaritismo, i tre prossimi candidati appartengono al clan: il principe Sultan già nominato ministro degli Interni di 85 anni, il principe Naif, ministro degli Interni di anni 78 e il principe Salman, governatore di Riyadh, anni 75. Se si dovesse applicare la nuova regola dinastica, tutto ciò andrebbe a loro svantaggio. Resta quindi inteso che i Sudairi, a cui non è mai andato troppo a genio il loro fratellastro, sono ora giunti a odiare proprio il re Abdullah. Capiamo quindi il motivo che li ha spinti a mettere tutte le loro forze nella battaglia che si sta combattendo. ![]() Il Principe Bandar e suo «fratello» George W. Bush Il ritorno di Bandar Bush Alla fine degli anni '70, il clan Sudairi era guidato dal principe Fahd. Lui aveva notato le notevoli qualità di un bambino di suo fratello Sultan: il Principe Bandar. Lo inviò a negoziare le forniture di armi a Washington e ne aveva apprezzato il modo in cui giunse all'accordo col presidente Carter. Figlio del principe Sultan e di una schiava libica, il principe Bandar è una personalità brillante e spietata che si è insediato all'interno della famiglia reale, nonostante lo stigma legato alla sua origine materna. Ora è il braccio destro del clan gerontocratico dei Sudairi. Durante la sua lunga permanenza a Washington, il principe Bandar ha fatto amicizia con la famiglia Bush, in particolare con George H. Bush, con cui era inseparabile. A quest'ultimo piace ritrarlo come il figlio che avrebbe tanto desiderato, tanto da essere soprannominato nella capitale col nome di "Mr. Bandar Bush". Quello che George H. - ex direttore della CIA e ex presidente degli Stati Uniti – apprezzava di più era il suo talento per l'azione illegale. "Mr. Bandar Bush" ha trovato posto nell’alta società degli Stati Uniti. È sia governatore a vita dell'Aspen Insitute che membro del Bohemian Grove. Il pubblico britannico ha scoperto la sua esistenza nello scandalo Al-Yamamah, il più grande contratto di vendita di armi della storia e il caso di corruzione più notevole. Nel corso di due decenni (1985-2006), British Aerospace, presto ribattezzata BAE Systems, ha venduto armi per un valore di 80 miliardi dollari all'Arabia Saudita che, con discrezione, restituiva parte di questa manna sui conti bancari dei politici sauditi e, probabilmente, britannici, di cui 2 miliardi di dollari per il solo principe Bandar. Il problema è che Sua Altezza aveva un sacco di spese. Il principe Bandar ha assunto a servizio un certo numero di combattenti arabi licenziati dai servizi segreti pakistani e sauditi durante la Guerra Fredda per combattere l'Armata Rossa in Afghanistan su richiesta della CIA e dell’MI6. Naturalmente la figura più conosciuta di questo gruppo altri non era che il miliardario diventato guru della jihad anti-comunista, Osama bin Laden. È impossibile dire con precisione quanti uomini aveva il principe Bandar. Nel corso del tempo, si può vedere la sua mano in molti conflitti e negli atti terroristici commessi in tutto il mondo musulmano, dal Marocco allo Xinkiang cinese. Ad esempio, si può menzionare il piccolo esercito che aveva piantato un campo palestinese in Libano a Nahr el-Bared col nome di Fatah al-Islam. La missione di questi combattenti era quella di aiutare i rifugiati palestinesi, per gran parte sunniti, nel proclamare un emirato indipendente e per combattere Hezbollah. L’affare è andato male, gli stipendi di mercenari non sono stati pagati in tempo. Alla fine del 2007, gli uomini del principe Bandar si sono trincerati nel campo e 30.000 palestinesi sono stati costretti a fuggire, mentre l'esercito libanese ha combattuto per due mesi una battaglia per tornare in possesso del campo. Quest’operazione è costata la vita a 50 mercenari, 32 civili palestinesi e 68 soldati libanesi. ![]() Saad Hariri, dalla doppia nazionalità saudita e libanese, si è unito ai Sudairi. È stato dopo aver fatto visita al re, ricoverato a Washington, e aver concluso troppo in fretta che stava morendo, il Primo Ministro libanese Hariri si è unito ai Sudairi. Saad Hariri è un saudita, nato a Riyadh, ma con una doppia nazionalità. Ha rilevato la fortuna di suo padre, che doveva tutto a Saud. È dunque un obbligato del re e è diventato Primo Ministro del Libano sotto la sua spinta, anche se il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti era preoccupato per la sua capacità di ricoprire questa posizione. Privato di questo sostegno essenziale, Saad Hariri e il suo governo sono stati rovesciati dal Parlamento libanese a favore di un altro miliardario dalla doppia nazionalità, Najib Mikati, un po’ meno avventuroso. Per punizione, il re Abdullah ha avviato un'indagine sulla principali società saudita degli Hariri e ha arrestato alcuni dei loro collaboratori per truffa. Il giovane Wael Ghoneim, che aveva svolto un ruolo di primo piano nel rovesciamento del tiranno, è stato escluso il 18 febbraio dal podio dei festeggiamenti per la vittoria davanti a quasi 2 milioni di persone. ![]() Il Consiglio di Cooperazione nel Golfo (GCC) ha richiesto a alta voce l'intervento della NATO in Libia e ha inviato l'esercito saudita e la polizia dell’emirato per schiacciare le proteste in Bahrein. In Libia, i Sudairi hanno trasferito i combattenti armati in Cirenaica fino a quando i franco-britannici non hanno dato il segnale per l’insurrezione contro il governo di Tripoli. Sono stati loro a distribuire le armi e le bandiere rosso-nero-verde con la stella e la mezzaluna, simboli della monarchia Senoussi, storica protettrice dei Fratelli Musulmani. ![]() Garante dell’ordine costituito, il principe Nayef è l’irremovibile ministro saudita degli Interni e dell’Informazione da 41 anni. Il 13 marzo, il Segretario della Difesa degli Stati Uniti, Robert Gates, è arrivato per installare il coordinamento delle operazioni a Manama, iniziate il giorno seguente con l'ingresso delle forze speciali saudite sotto il comando del principe Nayef, conosciute come le "Aquile di Nayef”. Ai primi di febbraio, quando nel paese non c’era ancora alcun movimento di protesta, è stata creata su Facebook una pagina intitolata “La rivoluzione siriana 2011” col proposito di convocare una ‘Giornata della Collera’ per venerdì 4. L’appello è stato rilanciato da Al-Jazeera, ma visto lo scarso seguito non ha portato a niente. Il network qatariano ha deplorato la mancanza di reazione e ha stigmatizzato la Siria come il "regno del silenzio". ![]() Le rivoluzioni messe in scena per i media hanno ora un logo. Ecco quello della "Rivoluzione Siriana 2011" presente su Facebook. Cosa ancora più strana, questa pagina di Facebook ha registrato oltre 80.000 amici nel giorno della sua creazione. Tanto entusiasmo in poche ore, seguito poi dal nulla più assoluto, evoca una manipolazione effettuata con dei software per creare gli account. Soprattutto perché i siriani usano poco Internet e scarsa possibilità di accesso alle reti ADSL dal 1° gennaio. I guai sono cominciati un mese dopo a Deraa, una cittadina rurale situata al confine giordano a pochi chilometri da Israele. Degli sconosciuti hanno pagato alcuni ragazzi per disegnare dei graffiti antigovernativi sui muri della città. La polizia locale ha arrestato gli studenti e li trattati come dei criminali con sommo dispiacere delle loro famiglie. Alcune persone di spicco del posto che avevano l'intenzione di risolvere la controversia sono stati allontanati in malo modo. I giovani sono stati picchiati. Le famiglie hanno furiosamente attaccato la stazione di polizia per liberarli. La polizia ha risposto con ancora maggiore brutalità, uccidendo i manifestanti. Il presidente Bashar al-Assad è poi intervenuto per punire la polizia e il governatore - che non è altro che uno dei suoi cugini a cui ha dato un incarico a Deraa, lontano dalla capitale, per lasciarlo nell’oblio. Un'inchiesta è stata aperta per far luce sull'uccisione da parte delle forze di polizia, i funzionari responsabili della violenza sono stati incriminati e posti in deposito a garanzia. I ministri sono andati a portare le loro scuse e le condoglianze per conto del governo alle famiglie delle vittime, scuse e condoglianze che sono state pubblicamente accettate. Tutto dovrebbe essere tornato alla normalità. Ma improvvisamente alcuni cecchini mascherati dai tetti di un edificio hanno sparato sulla folla e sulla polizia, gettando la città nel caos. Approfittando della confusione, gli uomini armati sono usciti dalla città per attaccare un edificio governativo che ospita l'intelligence responsabile del controllo del territorio delle alture del Golan siriane, occupate da Israele. I servizi di sicurezza hanno aperto il fuoco per difendere l'edificio e il loro archivio. Ci sono stati morti da entrambe le parti. Questo tipo scontro si è poi moltiplicato. I notabili hanno chiesto la protezione dell’esercito da coloro che avevano preso d'assalto la città. Tremila uomini e carri armati sono stati dispiegati per proteggere gli abitanti. In ultima analisi, una battaglia ha opposto i combattenti infiltrati dell'esercito siriano in una sorta di remake di assedio di Nahr el-Bared da parte dell'esercito libanese. Solo che questa volta i media internazionali hanno distorto i fatti e hanno accusato l'esercito siriano di attaccare il popolo di Deraa. Nel frattempo, gli scontri sono scoppiati anche a Lattakia. Questo porto è da tempo la patria delle mafie specializzate nel contrabbando marittimo. Questi individui hanno ricevuto armi e denaro dal Libano. Hanno distrutto il centro della città. La polizia è intervenuta. Su ordine del presidente la polizia era armata solo dai manganelli. I malviventi sono invece arrivati con le loro armi da guerra e hanno ucciso decine di poliziotti disarmati. Lo stesso scenario si è ripetuto nella vicina città di Banias, meno importante, ma molto più strategica, ospitando la principale raffineria di petrolio del paese. Questa volta la polizia ha usato le armi e il confronto si è trasformato in una battaglia campale. Infine, Homs, una città importante del centro del paese, alcune persone si erano riunite per una preghiera in una moschea e hanno invitato i seguaci fondamentalisti a manifestare contro "il regime che sta uccidendo i nostri fratelli in Latakia”. Reagendo ai disordini, la popolazione siriana è accorsa in massa per testimoniare il proprio sostegno alla Repubblica. Enormi manifestazioni, che il paese non aveva mai conosciuto la sua storia, hanno radunato centinaia di migliaia di persone a Damasco, Aleppo e Latakia al grido di "Dio, della Siria, Bashar!” Mentre gli scontri si stavano intensificando nelle località interessate, la polizia è riuscita a fermare i combattenti. Come hanno riferito alla televisione, sono stati reclutati, armati e pagati da un deputato libanese Hariri, Jamal Jarrah, che ha poi negato tutto. Jamal Jarrah è un amico del principe Bandar. Il suo nome era stato citato in caso di Fatah al-Islam a Nahr el-Bared. È cugino di Ziad Jarrah, un jihadista accusato dall'FBI di essere responsabile del dirottamento del volo 93 che si schiantò in Pennsylvania l’11 settembre 2001. È anche cugino dei fratelli Ali e Yousef Jarrah, arrestati dall'esercito libanese nel novembre 2008 con l’accusa di spionaggio nei confronti di Israele. ![]() Da Londra e Parigi, Ali Saad al-Din Bayanouni (segretario generale della Fratellanza musulmana siriana) e Abdel-Halim Khaddam (ex vice-presidente della Siria) si sono appellati per rovesciare il presidente Bashar el-Assad. Jamal Jarrah è un membro segreto dei Fratelli Musulmani, fatto anche questo negato. Nel 1982 i Fratelli hanno cercato di prendere il potere in Siria. Hanno fallito e sono state vittima di una repressione terribile. ![]() In seno al governo saudita, i Sudairi hanno beneficiato della malattia di re Abdullah per emarginarlo. Con l'aiuto degli Stati Uniti e d’Israele, hanno posto fine al ravvicinamento con Abdallah al-Assad e hanno supervisionato la controrivoluzione. Un complotto scoperto ![]() In fuga, l'ex presidente Ben Ali ha trovato rifugio in Arabia Saudita dal principe Nayef Al-Jazeera, che ha filmato in modo eccezionale le rivolte in Tunisia e in Egitto, ha improvvisamente cambiato la sua linea editoriale nel caso della Libia, diventando il portavoce dei Sudairi. ![]() Youssef al-Qardawi ritiene che la liberazione della Palestina sia importante, ma meno rispetto all'introduzione della sharia Immediatamente, il consulente religioso del network, Youssef al-Qardawi, ha rotto ogni indugio per chiedere il rovesciamento del presidente Bashar el-Assad. Sheikh al-Qardawi è Presidente dell’Unione Internazionale degli Ulema e anche del Consiglio Europeo per la Fatwa e la Ricerca. È il volto dei Fratelli Musulmani, fautore di un Islam ‘originale’ che consiste in un mix di "democrazia di mercato" statunintense e di oscurantismo saudita: si riconosce nel principio che i funzionari debbano essere eletti a condizione che si impegnino nell’imporre la Sharia nelle sue interpretazioni più restrittive. Questi media hanno anche annunciato la morte di un giovane soldato, che si era rifiutato di sparare sui suoi concittadini, alla fine torturato a morte dai suoi superiori. In effetti l'esercito siriano è un esercito di leva e il giovane soldato, secondo il suo stato civile, era era in congedo. Questo è stato spiegato dalla televisione siriana che ha dichiarato di voler difendere il paese dai mercenari stranieri. Questa ridistribuzione dei ruoli è stata accompagnata a Washington da un balletto di sedie. A Riad e Washington è già stato redatto il certificato di morte della "Primavera Araba". I Sudairi possono dire del Medio Oriente quello che il Gattopardo ha detto dell’Italia: ". Tutto deve cambiare perché non cambi niente". ****************************************************************** Thierry Meyssan, intellettuale francese, fondatore e presidente di Réseau Voltaire e della conferenza “L’Asso per la Pace”. Pubblica analisi di politica estera nel mondo arabo, in America Latina e in Russia. L’ultimo suo libro in francese è “La Grande Bugia: Parte 2, la disinformazione e la manipolazione” (a cura di JP Bertrand, 2007). Fonte: www.voltairenet.org Link: http://www.voltairenet.org/article169815.html Fonte: Komsomolskaya Pravda (Russia) [Scritto alla fine di aprile, il testo è stato completato nella sua edizione francese per comprendere i più recenti sviluppi] |