La doppiezza di Obama
di Pino Cabras - 13/06/2011
Va bene che la giustizia e la coerenza non sono cosa di questo mondo, tanto meno in politica. Però i due pesi e le due misure che usa Obama nelle crisi internazionali sono talmente squilibrati da rivelare una doppiezza che lo squalifica sempre di più. Ad esempio su Siria e Bahrain. Nei confronti della Siria di Assad, un giorno sì e l'altro pure il presidente USA chiede sanzioni in nome dei diritti umani violati, con lo stesso schema - e le stesse falsità - che hanno portato alla guerra di Libia. Nei confronti del Bahrain di Al-Khalifa, che ha schiacciato le opposizioni con l'aiuto dell'esercito saudita e con massacri e torture, invece, Obama ha disteso i tappeti rossi.
Rosy Bindi, forse presa dai suoi fervori per la “guerra umanitaria” in Libia, non se n’è accorta, chissà dov’era. Se n’è accorto invece quello stagionato serial killer di democrazie che risponde al nome di Henry Kissinger. L’ex segretario di Stato, mentre parlava a una selezionata platea di berlinesi, ha dichiarato, papale papale, che un cambiamento democratico in Bahrein non gioverebbe agli interessi americani. Ha pure concesso, bontà sua, che lo sconvolgimento in Bahrain e negli altri paesi arabi del Golfo Persico poneva un problema «strategico e al tempo stesso morale» per l'America. Sempre lucido questo angelo della morte, sempre bravo a individuare razionalmente i dilemmi. Scommettete cosa sceglierà, l’inventore del Piano Condor, il pianificatore delle decine di migliaia di desaparecidos? Come? Non puntate un centesimo su una scelta «morale»? Bravi anche voi. Avete imparato la lezione della Storia. Meno bravi i giornali che hanno nascosto anche queste dichiarazioni, e che continuano a ripetere il mantra delle guerre umanitarie. Sono allenati, ormai. Dimenticano l’Arabia Saudita e il Bahrein e passano con disinvoltura dalla Libia alla Siria, in sequenza.
La giustizia e la coerenza non sono cosa di questo mondo, e va bene. Ma per favore risparmiateci le lodi a Obama, questo sepolcro imbiancato che si fa campione dei diritti umanitari.