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Normali avvicendamenti di Finanzieri?

di R.M. - 18/07/2006

Lombardia, le Fiamme gialle incontrano i magistrati: gli spostamenti saranno graduali. Di Pietro: grave se la politica ha condizionato la scelta Cambio alla Finanza

 

MILANO - Nessuna rivoluzione immediata negli organigrammi della Guardia di finanza a Milano e in Lombardia. Secondo quanto ha riferito ieri il viceministro delle Finanze Vincenzo Visco a proposito di un suo «lungo e cordiale colloquio telefonico con il procuratore capo della Repubblica di Milano, Manlio Minale», allo scopo di «evitare plateali strumentalizzazioni» le decorrenze dei movimenti di carriera dei vari ufficiali, «come peraltro pianificato dal Comando Generale della Guardia di Finanza, saranno scaglionate per favorire un graduale inserimento da parte dei nuovi ufficiali nelle indagini in corso».

LA LETTERA - Sarà dunque tenuta in conto la lettera del procuratore Minale che, pur senza entrare nel merito delle scelte interne operate dal Comando generale della Gdf (che anche ieri, usando le stesse parole di Visco, ha accreditato «le motivazioni degli avvicendamenti» come «unicamente riconducibili ad esigenze di servizio»), e quindi senza ritenere di chiedere lo stop del trasferimento degli ufficiali, si era però raccomandato che gli avvicendamenti non avessero riflessi negativi sulla continuità delle indagini in corso (come Antonveneta, Unipol, Parmalat, Hdc, Mediaset, Oil for Food).


L’INCONTRO - Questo è quanto il comandante generale Gdf autore dei trasferimenti, Roberto Speciale, insieme al capo di Stato Maggiore Emilio Spaziante, ha assicurato ieri pomeriggio anche all’Avvocato generale dello Stato, Manuela Romei Pasetti (numero due della Procura generale di Mario Blandini, il quale è il referente istituzionale della polizia giudiziaria nel distretto milanese).
I generali sono venuti da Roma a Milano, ma l’incontro non è avvenuto in Procura: è stato invece l’alto magistrato a recarsi nella caserma «Cinque Giornate» di via Melchiorre Gioia.


CDL ALL’ATTACCO - «Il ministro dell’Economia deve assolutamente chiarire i motivi di questo grave colpo di mano - protesta però il presidente dei senatori della Lega, Roberto Castelli -: una azione così violenta mostra il cinismo di questo governo che non ha nessun rispetto per i corpi dello Stato». Il vice-coordinatore di Forza Italia, Fabrizio Cicchitto, definisce Visco «più vendicativo del professor Prodi» e parla di «segnale di intimidazione: in futuro la Gdf deve occuparsi solo di Berlusconi e tenersi lontana dalle cooperative rosse, dagli affari dei Ds e dai loro eventuali tentativi di scalare qualche banca».
«Dal governo solo spoil-system», accusa l’azzurro Andrea Leone. «Il governo chiarisca le ragioni reali e possibili connessioni con il caso Unipol», chiedono in interpellanze parlamentari Maurizio Gasparri e Learco Saporito (An).


DI PIETRO - Silenzio, ministro Visco a parte, dalla maggioranza. Dove solo il ministro (ed ex pm) Antonio Di Pietro, avverte: se l’avvicendamento fosse stato sollecitato da autorità politiche, sarebbe un fatto «senza precedenti» e «di inaudita gravità», e per questo Di Pietro chiede che si faccia «immediatamente chiarezza: sarebbe inquietante se organismi investiti di così delicati poteri e compiti fossero oggetto di condizionamenti di parte politica».


COSSIGA - «Comunque e sempre, intercetti o non intercetti, propaghi o non propaghi, evviva i magistrati della Procura di Milano, e invece che far pagare un magistrato si mandi in galera un giornalista e un ufficiale della Gdf: non pensa l’amico Visco che questa sia una vergogna?», chiede il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga. «Non posso che compiacermi - aggiunge ironicamente - dell’azione svolta quindi da Visco e volta ad accertare o forse anche a punire chi ha fatto finire sulle colonne del Corriere e del Giornale testi di intercettazioni. Ma è proprio sicuro l’amico Visco - si lancia infine Cossiga - che a propalare le notizie non sia stata, invece che gli ufficiali della Gdf, la gatta della portiera del Palazzo di giustizia di Milano, la quale aveva una tresca amorosa con il gatto del portiere del palazzo di via Solferino?».

R.M.