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Molti libri pochi lettori

di redazione - 20/07/2006

 
L'editoria libraria ha toccato nel 2005 i 3.829 milioni di euro, con una crescita rispetto al 2004 dell'1,8%. Nel suo complesso, è un'industria che vale 4.366 milioni di euro, considerando libri, collaterali ed editoria digitali. Questi alcuni dati anticipati ieri a Milano dall'Aie presentando la seconda edizione degli Stati Generali dell'editoria, organizzati il 21 e 22 settembre a Roma sotto lo slogan: «Investire per crescere». Ma in Italia i lettori continuano a essere pochi, ben lontani dalle medie europee: nel 2005 solo il 42,3% ha letto almeno un libro non scolastico (con una striminzita crescita dello 0,95%), a cui si potrebbe aggiungere un 10,8% di lettori di soli libri di «manualistica leggera» o allegati a quotidiani e settimanali per una percentuale complessiva del 53,1% sul totale della popolazione. Tra i lettori, il 47,5% non arriva a leggere tre libri all'anno, il 3,5% ne legge uno al mese. Con diversificazioni geografiche: dal 50,4% del Nord al 30,4 del Sud. L'Italia è al tredicesimo posto in Europa per spesa pro capite in libri: 65 euro contro i 208 della Norvegia. Non così per quel che riguarda la produzione, «allineata» a quella di Francia, Spagna, Regno Unito e Germania: 53 mila i titoli pubblicati nel 2005, di cui il 64% ristampe.

Per l'Aie non la produzione, o l'eccesso di offerta sono il punto dolente dell'editoria libraria, ma il basso tasso di crescita del settore riscontrabile attraverso tutti i canali di vendita (librerie, internet, edicole) dovuto al fatto che il numero delle persone che non leggono che resta praticamente inalterato. Così tra i principali argomenti dell'incontro di settembre tra gli editori, i ministri Rutelli (cultura), Mussi (università e ricerca), Bonino (politiche comunitarie e commercio internazionale) e il presidente di Confindustria Cordero di Montezemolo, ci sarà una riflessione sulle politiche della domanda per capire come rendere più efficace la promozione del libro, un'analisi delle politiche dell'offerta, delle strategie per migliorare qualità e competitività dell'offerta imprenditoriale italiana anche per la diffusione della nostra cultura all'estero. Problemi che saranno esposti in un «Manifesto degli editori».