Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Gli antichi cristiani persecutori di pagani

Gli antichi cristiani persecutori di pagani

di Gilberto Oneto - 31/08/2013



Ci hanno sempre raccontato che Nerone fosse un tiranno sanguinario e un feroce persecutore di cristiani, accusati di un disastroso incendio che invece lui stesso avrebbe appiccato. Parecchi storici hanno negli ultimi anni un po’ addolcito l’immagine truculenta di quell’imperatore e ora un bel libro di Michele Tosca (Quando i cristiani perseguitarono i pagani, Chiaramonte editore, 2012) riesce a scagionarlo anche dall’infamante accusa di piromania e di cristianicidio. Con tecniche degne di una indagine di polizia, l’autore dimostra che Nerone non avrebbe avuto alcun interesse a un delitto del genere e che qualche cristiano non era proprio del tutto innocente. La punizione dell’imperatore si sarebbe abbattuta su alcuni di essi non in quanto tali ma perché sospettati o accusati di essere degli incendiari. La stessa persecuzione viene ridimensionata sia nelle modalità che nei numeri.
Il libro però non si limita a quell’episodio ma prende in esame tutte le persecuzioni subite dai cristiani e ne esamina le ragioni e le giustificazioni specifiche arrivando alla conclusione che raramente essi siano stati vittime di odio religioso ma più spesso di specifiche accuse di avere violato qualche legge, o dei pessimi rapporti che intercorrevano fra la comunità cristiana e quella ebraica che la tacciava di eresia: un concetto del tutto estraneo alla mentalità giuridica e religiosa romana che era aperta e tollerante nei confronti di tutte le fedi purché non turbassero l’ordine politico costituito.
Il lavoro di Tosca si fa ancora più interessante quando affronta le conseguenze dell’inversione dei rapporti di forza fra cristiani e pagani dopo che l’Editto di Costantino aveva decretato la più completa libertà di culto e, soprattutto, dopo che nel 292 l’imperatore Teodosio aveva dichiarato fuorilegge tutti i rituali non cristiani, definendoli “superstizioni dei gentili” (gentilicia superstitio).
Da quel momento i culti pagani sono combattuti con brutale sistematicità nonostante (o proprio perché) fossero ancora praticati dalla maggioranza della popolazione. La repressione è più dura nelle provincie orientali dell’Impero, dove si arriva a vere stragi, a massacri sanguinosi e a distruzioni irresponsabili di templi, edifici e opere d’arte.
Nel 364 l’imperatore Gioviano Flavio ordina l’incendio della biblioteca di Antiochia, e nel 391 è la famosa biblioteca di Alessandria a essere pesantemente devastata dai pasdaran dell’arcivescovo Teofilo. Il resto lo faranno gli islamici qualche secolo dopo. La furia iconoclasta raggiunge punti tali da richiedere nel 408 l’emissione di un editto che condanna la distruzione di opere artistiche e architettoniche, obbligando alla loro conservazione e trasformazione per altri usi. È troppo tardi: un patrimonio immenso di arte antica ed ellenistica è andato distrutto e disperso. Ancora oggi talune scoperte archeologiche riguardano manufatti o tesori che i pagani del tempo avevano nascosto o interrato per preservarli dalla furia iconoclasta. La vicenda di Ipazia è solo uno dei più noti episodi di questo folle periodo.
In Occidente il fenomeno non ha conosciuto la stessa virulenza: si ricorda quasi solo la durezza degli interventi di San Martino di Tours contro gli idoli e i luoghi di culto pagani. Per il resto è stata una lenta, sistematica opera di sostituzione che ha visto protagonista anche la stessa cultura precristiana che si è trasformata gradualmente permeando di immagini e di concetti il cristianesimo occidentale in un processo di feconda osmosi. Il rigido monoteismo iconoclasta si è evoluto in un repertorio di segni e di simboli che l’hanno profondamente trasformato: le divinità antiche sono diventate Santi, le feste e i luoghi di culto sono stati conservati sotto una patina di cristianizzazione, l’amore per le immagini e per l’arte ha dato vita alla straordinaria stagione del Cristianesimo medievale e poi del Rinascimento.
È interessante e inquietante fare un parallelismo fra certo primo cristianesimo intollerante e il fanatismo religioso islamico (delle origini ma anche di molte manifestazioni attuali), ma anche con lo chassidismo ebraico e con il protestantesimo anabattista e puritano, che non ammettono che il proprio rigido dogmatismo, che combattono ogni altra espressione religiosa come demoniaca, e che hanno un delirante orrore per riferimenti alla natura, immagini e simboli. Tutta gente che fa rimpiangere Nerone.