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Banche, bloccare l’anatocismo

di Daniela Napoli - 26/07/2006

 
Storia di Giuseppe che rischia di perdere la casa per un meccanismo infernale dichiarato illegittimo dalla Consulta. Celeste Nardini: «Presto un disegno di legge»


Perderà la sua casa perché non riesce ad estinguere il mutuo. Pochi mesi e poi Giuseppe Pellegrino, la moglie e figli diventeranno dei senza tetto: la banca venderà il loro appartamento.

Giuseppe, dipendente alle Poste di Bari, nel 1992 ha chiesto un mutuo alla Cariplo, a tasso variabile, di 95 milioni di vecchie lire. Dopo sette anni perde il lavoro e salta il pagamento di alcune rate. Scattano gli interessi moratori. Nel 2000 viene riassunto ma ormai non riesce più a rimettersi in pari con la banca. Gli interessi continuano ad aumentare e quando lui riesce a versare dei soldi questi bastano solo a pagare la morosità. Dal debito iniziale di 50mila euro ora ne deve 120mila.

Giuseppe è vittima di un infernale meccanismo chiamato anatocismo che è stato dichiarato incostituzionale ma che viene ancora praticato da diversi istituti di credito. «Io pagavo - racconta Giuseppe - ma invece di estinguere il mutuo saldavo la mora sugli interessi. La mia pratica è passata dalla Cariplo a Banca Intesa e da questa alla Castello Gestione Crediti. Nel corso degli anni ho versato circa 35mila euro, cioè più di quello che avevo chiesto originariamente, ma sono ancora lontano dalla cifra che pretendono da me per lasciarmi la casa».

Giuseppe è l’unico a lavorare in famiglia. La moglie è disoccupata e i tre figli sono studenti. Guadagna mille euro al mese: come potrebbe pagare un affitto? «Con il mio legale - continua il suo racconto - abbiamo fatto una proposta di transazione alla banca. Potrei pagare 60mila euro: hanno rifiutato la nostra offerta».

Un gruppo di senatori del Prc (Nardini, Tecce, Albonetti e Alfonsi) ha presentato un ordine del giorno, passato in commissione bilancio, al decreto Bersani che intanto stabilisca una moratoria di sei mesi per sospendere le esecuzioni promosse per crediti non depurati dall’anatocismo, per rinnovare gli atti di precetto sulla base di nuovi conteggi, così che il debitore possa pagare importi legittimamente calcolati e pretesi e non quelli vessatori ed estorsivi voluti dalle banche e dai loro concessionari.

«Finché le banche continueranno a caricare sul debitore interessi moratori del tutto fuori controllo - afferma la senatrice Maria Celeste Nardini - tante altre persone si ritroveranno nella stessa situazione di Giuseppe. E’ un meccanismo infernale che va bloccato anche perché la Corte Costituzionale ne ha stabilito la illegittimità. Si deve procedere al più presto con un disegno di legge apposito in materia di mutui, casa e prestiti. Deve essere impossibile per le banche esigere somme doppie o triple del debito iniziale comprensivo degli interessi già maturati e pagati, caricando sul debitore interessi di mora inconcepibili. Inoltre si deve scoraggiare la cessione dei pacchetti di debito da un istituto all’altro, a meno che non ci sia la condizione dello stesso indice di deprezzamento sul debito. Le leggi vigenti favoriscono solo le banche. Occorre impedire che si possano iscrivere ipoteche per valori superiori alla somma mutuata».

Proprio per chi si rispecchia in questa vicenda Pellegrino annuncia una sua iniziativa. «Con mia moglie - spiega - aprirò un sito internet e una mailing list per riunire quanti hanno subìto o stanno subendo vessazioni simili alla mia: ci sono centinaia di casi come questo in Italia. Ma io non ho intenzione di mollare».