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“Rivoluzione Ucraina”, “Cavallo di Troia” per Introdurre le “Primavere Arabe” in Europa

di Filippo Fortunato Pilato - 26/02/2014

Fonte: TerraSantaLibera



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La Redazione di TerraSantaLibera considera la “rivoluzione ucraina” solo un altro “Cavallo di Troia”, messo in atto dai poteri neo-con americani, nella galoppante e collaudata strategia della tensione, per la provocazione di crisi nazionali, per l’isolamento e/o l’accerchiamento della Russia e del blocco Eurasiatico, unico ostacolo reale al prorompente e sempre piú aggressivo dilagare di quelle forze che spingono per il dominio unico e globale delle risorse e del pianeta. Quella dell’Ucraina e solo un’altra loro tappa verso il Nuovo Ordine Mondiale.

In questa occasione vengono peró utilizzate pedine diverse dai jihadisti e alqaedisti siro-libici, facendo qui invece presa sia sul forte bisogno di emergenza, rivincita, rivalitá e rancori di alcuni settori politici nazionalisti europei, sia sul desiderio di manifesto e tornacontista servilismo di alcune nazioni/colonie satelliti dell’impero anglo-sionista (vedi Polonia e Turchia).

Dichiarazione di Dissociazione

La Redazione di TerraSantaLibera si dissocia anche totalmente dalle prese di posizione di alcuni esponenti e ambienti della destra ucraina ed europea, come dalle dichiarazioni di alcuni leaders della destra italiana, i quali manifestandosi a favore e vicini alle forze che stanno insanguinango e mettendo a ferro e fuoco l’Ucraina (benché dispiacendosi per i lutti provocati) si illudono che un’improbabile quanto inesistente alternativa “Terza Via” o “Terza Posizione” possa essere una strada percorribile, cosa secondo noi invece inattuabile e altamente pericolosa, almeno in un tale contesto di guerra di confine.

Parlare di terza o quarta “posizione”, sul confine eurasiatico, é pura fantasia, buona per rassicurare eventuali “alleati”, e magari se stessi ed i propri sostenitori, ma certamente é fuori dalla realtá. In buona fede o meno che questi leaders siano, soffrono comunque di una manifesta dissociazione dal reale contesto geopolitico, nonché di una grave miopia geostrategica.

Chi oltretutto parla di…persone…uccise da cecchini governativi…“, oltre a mentire ha anche la memoria corta, e non ricorda che poco piú di un anno fa queste erano le stesse false accuse rivolte al governo siriano da una falsa opposizione pilotata dall’esterno, dimostratesi poi non solo false ma anche esattamente opposte alla realtá, dove erano invece “rivoltosi” terroristi i veri assassini a sangue freddo che sparavano sia sulla folla che sulle forze dell’ordine (sui canali video di SyrianFreePress.net Network se ne possono trovare a centinaia di articoli, foto e video a riprova) per accendere ancor piú gli animi, accusare le forze governative ed invocare gli “interventi umanitari”.

In Ucraina tra le file dei “ribelli” qualcuno ha usato la stessa tattica, ha giocato al tiro al piccione, per provocare maggiori reazioni su ambo i fronti acutizzare lo scontro. Per sollecitare anche qui gli “interventi umanitari”? Di sicuro c’é che gli Euro-alleati, Polonia e Germania in testa, erano giá pronti a cogliere la palla al balzo. Ma diverse immagini colte a Kiev hanno subito rivelato una realtá diversa, dove non erano gli “insorgenti” le vittime, ma i carnefici, che praticavano esecuzioni sommarie uccidendo sia civili che forze dell’ordine ucraine.  E Putin ha giá schierato i militari ai confini. Nessuna terza posizione: Ossezia e Georgia docet. Chi predica diversamente é un incoscente.

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Kiev, Ucraina, pacifici cecchini ed euro-insorgenti armati

Gli interessi strategici russi in Ucraina, energetici-finanziari-militari (non solo per via degli oleodotti, in quanto la Russia possiede anche basi militari nel Mar di Azov, in Crimea e nei pressi di Sevastopoli), sono troppo forti e vitali, perché Mosca possa permettersi il lusso di perdere il controllo su quest’area; mentre le ingerenze dei servizi euro-americani sono troppo evidenti e importanti affinché, se la cosa non dovesse risolversi a loro favore, essi non spingano per provocare una situazione di perenne caos, conflittualitá e divisione: sistema ultra collaudato per gestire alternativamente il potere, per via remota, o almeno impedire che altri lo possano fare.

Una “Primavera Araba” per l’Eurasia

I servizi occidentali si sono spinti troppo addentro nel cortile di casa di Mosca, e se ció é avvenuto significa che dietro c’é un progetto molto piú ampio di quanto possa a prima vista sembrare. Forse in Ucraina é nascosta la miccia per far divampare la “Primavera Araba” d’Eurasia, i cui effetti sarebbero devastanti.

Alla fine, da questa strategia di una eventuale definitiva destabilizzazione dell’Ucraina e dalla sua uscita dalla sfera economica e militare russa, chi realmente ci guadagnerá sono i centri di potere Euro-USA, con in testa, ma ben occultati dietro le quinte, i vari Soros e usurocrati in kippáh che dirigono a bacchetta il regime americano attuale e l’oligarchia finanziaria mondiale.

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Gli ucraini potranno cosí finalmente sperimentare quelle delizie del liberismo imposto da Bruxelles, che giá i popoli di Euroland conoscono, come perversioni etiche imposte per legge (le “Femen” sono giá al fianco dei “rivoltosi”), ricatto finanziario e indebitamento, perdita della sovranitá decisionale e monetaria nazionale, disoccupazione e fame, mentre l’elite delle bande armate ucraine, che si stanno forgiando nel sangue e sul terreno ucraino, finiranno, come giá successo per quelle libiche utilizzate poi in Siria, per essere delocalizzate sul territorio eurasiatico (di confine) ovunque esse si dimostreranno utili alle tattiche e strategie militari di terroristica destabilizzazione del concorrente ostacolo sovietico. Dalla Grecia all’Italia, e attraverso tutta la spina dorsale di confine europea, sono molti i punti deboli, le brecce facilmente “infiammabili” dove le nuove milizie potrebbero guadagnarsi il proprio bottino di guerra, e giá migliaia di mercenari-terroristi addestrati dai servizi militari USA-Mossad sono pronti all’uso (http://orientalreview.org/2014/01/08/is-the-us-preparing-to-stash-3000-terrorists-near-the-ukrainian-border/)

“Fascismo”, “nazismo”, “comunismo”, “richiami per allodole”

Consideriamo anche che “fascismo”, “nazismo”, “comunismo”, ideologicamente parlando, per quanto ostentati e tirati in ballo, non c’entrano nulla in questo contesto di guerra non dichiarata. “Fascismo”, “nazismo”, “comunismo”, sono in questi casi solo parole usate come “richiami per allodole”, per sollecitare e coinvolgere di volta in volta manovalanza locale, soprattutto giovanile ed inesperta, di diversa matrice politica, a seconda del caso e del luogo, di sinistra di qua, come di destra di lá. Potrá sembrare contraddittorio che elementi appartenenti a correnti idologiche simili facciano o dicano cose diametralmente opposte, come pure si alleino con elementi loro storicamente ostili, e neppure facciamoci distrarre dalla presenza qua e lá di famosi personaggi seminazizzania sionisti.

Quello che conta, per la regia dei servizi euro-sion-americani, é creare il caos nelle zone/aree/nazioni individuate quali obiettivi da colpire, scompaginarne gli assetti politico-militari, sconquassarne le economie interne, militarizzare la tensione sociale sino a concretizzarla nello scontro armato tra etnie e tradizioni diverse tra loro ma sino ad allora coesistenti.

E per raggiungere tali scopi non si fanno scupolo alcuno, né c’é cosa di cui possano vergognarsi di fare o dire.

pacifico manifestante

schegge impazzite

Le utili schegge impazzite

Qualóra la situazione sfuggisse poi loro di mano, ed alcune comparse di questi scenari diventassero scomode o dannose per i fini e piani ottimali prestabiliti, no problem, tutto calcolato, anche le schegge impazzite (le armi fornite agli “insorti” sono sempre di tecnologia inferiore, in quanto possano sempre essere facilmente contrastate, tanto quello che conta non é che vincano, ma che facciano danno e impegnino il ‘nemico’).

La loro stessa esistenza e sovversione/ribellione diventerebbe la scusa perfetta per giustificare un intervento militare diretto, “umanitario”, al fine contrastare il “terrorismo” (da loro stessi creato e armato), per preservare la “democrazia in pericolo”, i “diritti umani calpestati”, gli interessi degli alleati, la pace dei popoli…bla bla bla…

É stato cosí in Afganistan, Iraq, Libia, Siria (dove vari gruppi terroristici armati con bassa tecnologia israeliana e americana sono ora stati incitati a scannarsi gli uni contro gli altri per un potere che non avranno mai), e l’Ucraina non fará difetto.

Un piccolo drappello di armati, per quanto possano essere (per ipotesi) nobili le proprie cause, non potranno mai contrastare l’impero che avanza (con gli attuali rapporti di forza e tecnologie in uso, i “300 di Leonida” sono solo un bel ricordo epico), se non che coalizzati con chi giá l’impero contrasta, avendone mezzi, capacitá, competenza.
La Siria, da sola, senza il veto di Russia e Cina, e senza l’appoggio diplomatico, nonché tecnologico militare russo (oltre che iraniano e cinese), avrebbe visto giorni peggiori e oltre ad aver versato ancor piú fiumi di sangue forse non sarebbe piú la Siria che noi oggi conosciamo.

Se l’Ucraina oggi uscirá dalla sfera di solide relazioni e cooperazione economico-militare con la Russia, avrá perso la sua partita e potrá solo considerarsi come un altro mattone nella Babele mondialista per il Super-Governo di Sion, “another brick in the wall”.

Tutto il resto, incluse le chiacchiere idologiche con cui qualcuno vorrebbe giustificare e coprire lo scempio in atto in Ucraina, é solo aria fritta.

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