Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Un fallimento dopo l’altro: Obama, Israele e la Capitolazione Liberale

Un fallimento dopo l’altro: Obama, Israele e la Capitolazione Liberale

di Joshua Frank - 15/07/2014

Fonte: controinformazione



 

Abbiamo aspettato adesso per quasi sette anni per scoprire quale sia  la progressiva vena nascosta nel profondo del cuore del presidente Barack Obama. Ma passando da un attacco ad un drone dopo l’altro, da un bambino morto accatastato su un altro, ogni barlume di speranza che Obama avrebbe potuto mettere fine all’ estremismo bellicista degli Stati Uniti è finalmente giunta al termine.

Non solo Obama ha rifiutato di modificare la sanguinosa politica estera dei suoi predecessori, ma ha anche promesso di continuare nei suoi aspetti più estremi. In nessun altro caso questo è risultato più vero che con nel caso di Israele e Palestina.

Questa realtà è probabilmente venuta fuori come una sorpresa per molti che avevano messo le loro aspirazioni sul nostro primo presidente nero, un uomo che ad un certo punto, agli inizi della sua carriera, aveva fatto credere ai palestinesi avevano anche loro un diritto di esistere, non solo, ma anche di risiedere nel proprio paese.

 

Eppure, di volta in volta il presidente Obama ha puntato il piede  quando la comunità internazionale è stata pronta ad onorare uno Stato Palestinese, come ha fatto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nel 2011, e di nuovo quando gli USA hanno posto il veto ad una risoluzione delle Nazioni Unite che avrebbe condannato gli insediamenti illegali costruiti da Israele . Ora, come le bombe cadono su palestinesi innocenti, Obama riafferma il ruolo degli Stati Uniti nella difesa di Israele.

La scorsa settimana in un editoriale per “Haaretz”, il giornale più antico di Israele, Obama ha scritto che, mentre la “moderazione” è stata necessaria da entrambe le parti, gli Stati Uniti continuano a fornire assistenza alla difesa israeliana, incondizionatamente. Proprio come è apparso il pezzo di Obama, gli Stati Uniti e Israele hanno lavorato duramente dietro le quinte per impedire al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di condannare i raid aerei di Israele.

“Come ho detto più volte, né io né gli Stati Uniti faremo mai vacillare il nostro impegno per la sicurezza di Israele e del popolo israeliano, e il nostro sostegno per la pace rimarrà sempre un fondamento alla base di questo impegno”, ha scritto Obamasu Haaretz. “I Bilanci di Washington sono stretti, ma il nostro impegno per la sicurezza di Israele rimane ferreo. Gli Stati Uniti si impegnano a fornire più di $ 3 miliardi di dollari ogni anno per contribuire a finanziare la sicurezza di Israele fino al 2018. ”

Non un dollaro per Detroit (città disastrata), ma molti i miliardi per Israele. E per quanto riguarda il diritto della Palestina alla sicurezza e alla pace, che è certamente molto più in pericolo che non Israele? Uno non deve essere un esperto di Medio Oriente per capire che i palestinesi vivono in una prigione in terra, a cielo aperto, circondata e occupata da Israele. Elettricità, acqua, generi di prima necessità, medicinali ed assistenza sanitaria essenziale sono tutti sotto il controllo del loro oppressore. In effetti, i palestinesi sono un popolo senza patria, semplicemente che deve combattere per sopravvivere.

Vivere sotto occupazione brutale, decennio dopo decennio, ha prodotto elementi di estremismo, come è stato il caso dei ragazzi israeliani rapiti e assassinati. Ma ciò che di Israele, il cosiddetto “faro della democrazia” (anche se uccide e le forze di Israele deportano i palestinesi dalle loro terre ancestrali), dove un ragazzo palestinese è stato bruciato vivo per una vendetta ? Tali atti solo servono a potenziare come strumenti di reclutamento per Hamas.

Lo stesso si può dire per i missili indiscriminati che Israele lancia a Gaza: il bombardamento di una moschea, innumerevoli case distrutte, centinaia di feriti, quasi duecento più uccisi – molti dei quali sono stati i bambini. E per che cosa? Quanti morti ci vorranno per Israele di fermare il suo bombardamento? Quante altre persone innocenti devono perdere la vita prima che Obama dica ad Israele di fermare la sua aggressione? O forse, sarà ancora più importante, quando saranno gli stessi americani a dire ‘basta, basta’? Certo, Obama ha offerto agli Stati Uniti di mediare per un cessate il fuoco, ma come può un vero mediatore far cessare il fuoco quando il mediatore sostiene l’aggressione militare di un parte contro i civili dell’altra parte?

E ‘tutta una farsa naturalmente. Ad Obama non mi importa di vedere la fine della violenza – se lo avesse fatto si sarebbe prodigato per la costituzione di uno Stato Palestinese ed a sostenere tale questione quando conta – sulla scena mondiale di fronte alle Nazioni Unite.

Viviamo in un momento triste e disperato negli Stati Uniti, ma la gente giudica in modo equanime, molti di coloro che si oppongono all’aggressione israeliana e statunitense, rifiutiamo di rompere con l’affossamento del Partito Democratico, perché i repubblicani sono più palesemente immersi nella loro repulsione. E ‘questo abbraccio vile che lascia i democratici fuori dai guai (next up Hillary Clinton) e permette ad Israele di operare e commettere omicidi impunemente.

OSHUA FRANK is managing editor of CounterPunch. He is author of Left Out! How Liberals Helped Reelect George W. Bush (Common Courage Press, 2005), and along with Jeffrey St. Clair, the editor of Red State Rebels: Tales of Grassroots Resistance in the Heartland and Hopeless: Barack Obama and the Politics of Illusion, both published by AK Press. He can be reached at brickburner@gmail.com.

Fonte: CounterPounch

Traduzione: Luciano Lago