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Spie a Berlino: parte II, ovvero come la Germania ci insegna indipendenza e autonomia

di Giuseppe Reguzzoni - 28/07/2014

Fonte: L'insorgente

 
  
 

 
Spie a Berlino: parte II, ovvero come la Germania ci insegna indipendenza e autonomia

Il walzer delle spie a Berlino nasconde qualcosa dietro il suo tempismo perfetto. Primo passo, 3 luglio: beccato un funzionario tedesco che passa carte riservate alla CIA, reo confesso. Secondo passo, 8 luglio: arrestato un altro funzionario tedesco del Ministero degli Interni che da mesi collabora con la NSA (sempre giro della CIA). Terzo passo, 10 luglio: espulsione del “responsabile CIA per la Repubblica Federale Tedesca”. Mica è finita: silenzio imbarazzato da parte degli Stati Uniti; poi, sabato scorso John Brennan, capo della CIA rilancia da Washington: certi panni si lavano in casa mica sotto i riflettori ... E la Bild rilancia, seguita da quasi tutta la stampa tedesca: la Cia ha infiltrato propri agenti in quasi tutti i ministeri che contano, dalla Difesa, agli Interni, passando per l’Economia. E il walzer continua ... Sono cose che non succedono a caso. Soprattutto son cose che in qualche parte del mondo, dove c’è ancora un minimo di orgoglio, succedono ancora. Vediamo allora, punto per punto, di che si tratta, facendoci aiutare dalla stampa tedesca e da qualche indiscrezione sfuggita a chi ha voluto che sfuggisse ... Nella capitale tedesca il gioco delle spie non è tra due parti: CIA (Stati Uniti) e controspionaggio tedesco, come sarebbe troppo semplice congetturare. Il controspionaggio tedesco è efficiente, ma per agire ha avuto bisogno di un via libero politico e di un aiutino da parte dei servizi segreti russi, che Berlino la conoscono molto bene.

L’ultimo punto è il più facile e il più ovvio ed è strano che nessuno ne parli; non Repubblica, che fa finta di dimenticare che lo scandalo delle intercettazioni NSA riguarda anche il Governo italiano; non la stampa statunitense, che, in un primo momento si è chiusa in un imbarazzato (e assordante silenzio), poi ha sottolineato quanto poco diplomatici siano stati i Tedeschi a sbattere il caso sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo. Eh, sì, certa pubblicità, agli “esportatori” della democrazia brucia, e brucia parecchio, soprattutto con ancora aperto il caso Edward Snowden, che ora è sotto protezione russa, ha chiesto e ottenuto asilo politico da Vladimir Putin e alla NSA non lavorava come un semplice ragioniere. Snowden si è portato dietro le chiavi di tutto il sistema informatico della NSA. Gli Americani piangono e imprecano e i Russi si stanno ancora divertendo. Quando sono entrati in Crimea, per qualche ora tutto il sistema di protezione NATO era “oscurato”. Hanno agito praticamente indisturbati e, se non sono andati avanti, se non stanno intervenendo, è perché la guerra non la vogliono, malgrado le provocazioni UE/USA in Ucraina.

Più interessante, vista da sud delle Alpi, è la questione del via libero politico. Perché in Germania c’è una commissione parlamentare di inchiesta sulla NSA e in Italia no? Si sa bene, per ammissione stessa degli Americani, che anche i politici italiani sono stati ascoltati ... Il punto non è solo la proverbiale e costante inefficienza dei sistemi governativi nostrani, ma una volontà che a nord delle Alpi c’è, a sud invece no. Espellere un alto funzionario Usa in un paese NATO, anzi nel paese leader dell’UE, precisando la propria volontà di essere trattati come alleati e non come sudditi – che è quel che ha detto Frau Merkel – significa rivendicare ciò che fa essere tale uno Stato: la sovranità. Né l’Italia né la Germania sono paesi pienamente sovrani. Non lo sono in virtù della situazione politica instauratasi in Europa dopo la loro sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale, ma non lo sono anche in forza dei numerosi trattati internazionali che li vincolano: da quelli NATO a quelli UE. La Germania, però, sia pure con prudenza, sta dicendo che a casa propria ha il diritto di cominciare a dire la sua, premessa essenziale al passo successivo, ben più difficile, che è poter cominciare a fare quello che ritiene più opportuno e più in linea con i propri interessi geopolitici.

Da ultimo, ma non è poco, tutta la vicenda, con la pretesa americana di vigilare sulla “nostra” sicurezza con criteri di totale discrezionalità, rivela ancora una volta il messianismo di cui è intrisa l’ideologia neocon che, dall’era Bush in avanti, domina la politica estera degli Stati Uniti, per cui non esistono patti equi, ma solo patti iniqui. Mi spiego: secondo l’antico diritto romano (e Roma di imperi se ne intendeva) le alleanze potevano essere di due tipi. Si parlava di “foedera aequa” e “foedera iniqua”. Le alleanze eque erano quelle tra eguali, partner di pari dignità. Quelle “iniqua” erano quelle non eque, imposte agli sconfitti, dove una parte dettava le condizioni e l’altra le accettava. La NATO era ed è un’alleanza, un tempo difensiva, almeno a partire dalla guerra di Serbia ampiamente offensiva, ma è difficile pensare e sostenere che sia un’alleanza “equa”, e, se si vuole restare sull’attualità, l’imposizione dell’acquisto dei catorci che vanno sotto il nome di F35 è lì a dimostrarlo, così come pure la russofobia interessata delle multinazionali americane, che ci impediscono di seguire la legge del mercato e di rivolgerci al miglior offerente per l’acquisto di gas e petrolio. Per finire, a ribadire il concetto di alleanza non proprio equa ci ha pensato proprio il solito, ineffabile John Brennan, che, in conferenza stampa ha dichiarato che ora, dopo il caso delle spie “beccate” a Berlino, la Germania è meno sicura, visto che dipende dall’intelligence americana e questa è stata ferita! In Sicilia lo chiamerebbero un “pizzino”, giusto per buttare benzina sul fuoco delle teorie cospirazioniste. E l’Italia? La politica italiana e dietro di essa i grandi media ubbidiscono ed eseguono, tanto c’è e ci sarà sempre spazio e tempo per l’ennesimo 8 settembre ... Per inciso: la Germania, malgrado la forte presenza militare americana, non acquisterà gli F35, almeno nelle quantità imposte all’Italia con il suffragio di Sua Maestà il Re. Anzi, siamo certi che se non fosse per la prudenza di Frau Merkel, l’ex cancelliere tedesco Schröder, consigliere e amico di Vladimir Putin, avrebbe già da tempo suggerito la partecipazione alla costruzione dei ben più efficienti e meno costosi Sukhoj T50. Chiedere, per questo, a chi se ne intende davvero ...


Giuseppe Reguzzoni